Rai: Calenda beffa
Foa, Salini e Casarin

IL LETTORE DI Iustitia che guarda l’home page di questo numero ha l’impressione di averla già vista. E in parte è vero.
Al presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e al cronista politico della sede Rai della Campania Massimo Calenda Iustitia ha dedicato una copertina il 4 aprile. A febbraio il giornalista Rai aveva chiesto al capo della redazione napoletana Antonello Perillo alcune settimane di ferie per motivi personali e se ne era andato in Basilicata a guidare la

campagna elettorale di Vito Bardi, candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione per tornare a via Marconi il 25 marzo a vittoria conquistata.
La notizia del doppio ruolo di Calenda viene pubblicata da Iustitia e dal Fatto Quotidiano. Impercettibili le reazioni. Perillo comunica al comitato di redazione che Calenda non si occuperà più di politica. Interpellato da Enzo Iurillo del Fatto Carlo De Blasio, vice

Carlo De Blasio

direttore della Tgr risponde che è in Olanda e farà chiarezza sulla vicenda appena rientra a Napoli. Era il 9 aprile; se ne deduce che De Blasio è rimasto in Olanda o ha dimenticato il doppio ruolo del cronista.
Calenda al quotidiano diretto da Marco Travagliosmentisce senza se e senza ma: non è vero niente, sono stato a casa mia, ho preso le ferie per ragioni personali legate a recenti vicende familiari”. Intanto voci di redazione sussurrano di un’azione disciplinare avviata a Roma.
Ma c’è da registrare il silenzio pieno di Alessandro Casarin, direttore della Testata giornalistica regionale, del presidente della Rai Marcello Foa e del direttore generale Fabrizio Salini. Eppure Salini è intervenuto con grande tempestività quando il tg dell’Emilia Romagna ha mandato in onda un servizio di Paolo Pini con dichiarazioni entusiastiche dei nostalgici di Benito Mussolini, spingendo di fatto alle dimissioni il

Alessandro Casarin

responsabile della redazione di Bologna Antonio Farnè.
O dobbiamo rassegnarci perché ciò che accade in Rai a Sud del Garigliano non interessa ai vertici dell’azienda o battere strade più incisive per scuoterli. Della linea romana è certo consapevole Calenda che va avanti tranquillo. Il 2 giugno, nel giorno della festa della Repubblica, da responsabile del tg delle 14 ha piazzato un suo pezzo sulle

celebrazioni per l’anniversario della morte di Ferdinando II di Borbone con intervista all’aspirante erede Carlo di Borbone. Qualche settimana dopo ha chiesto cinque anni di aspettativa, naturalmente accordata. Ce ne dà notizia un comunicato di Perillo che riporta le informazioni ricevute da Carlo De Blasio: dal primo luglio Calenda cui evidentemente il lungo soggiorno lucano del marzo scorso ha giovato, è a Potenza come portavoce del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.