Il ministro Nordio
commissaria l’Ordine

È GERARDO BOMBONATO l’uomo a cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha affidato l’incarico di commissario dell’Ordine dei giornalisti della Campania. L’iniziativa è stata condotta in tempi rapidi per stroncare traccheggiamenti e piccole manovre di difesa dello status quo da parte della maggioranza del consiglio uscente: il dicastero di via Arenula ha avviato la procedura chiedendo al presidente dell’Ordine nazionale Carlo Bartoli una rosa di nomi dalla quale scegliere chi deve occuparsi a Napoli dell’amministrazione ordinaria e della convocazione

di nuove elezioni e il 5 gennaio Bartoli ne ha indicati tre: Gabriele Dossena, nato a Lodi nel 1952, professionista dal 1987, attualmente tesoriere dell’Ordine nazionale; Valentino Losito, barese di Bitonto, sessantasei anni, professionista dal 1991; Gerardo Bombonato, la cui nomina il ministro ha ufficializzato con un decreto firmato il 17 gennaio.
Natali a Costa di Rovigo nel 1951, laurea in Filosofia, professionista dal

Gabriele Dossena

1983, Bombonato ha lavorato al Resto del Carlino prima a Padova e poi per lunghi anni a Bologna fino a diventare vice capo cronista. Più volte membro del cdr, vice presidente dell’Assostampa emiliana e consigliere della Fnsi, nel 2001 viene eletto segretario dell’Ordine dell'Emilia e Romagna del quale nel 2004 diventa presidente.
Va ribadito, anche se è un dato ovvio, che la nomina di un commissario era inevitabile dopo l’ordinanza della VII sezione civile del tribunale di Napoli, presieduta da Gian Piero Scoppa, che ha confermato le irregolarità delle elezioni tenute il 24 ottobre del 2021, denunciate da ventisei giornalisti a cui era stato impedito di votare, e ha stabilito che “la tornata elettorale va ripetuta”.
Un passaggio ‘ovvio’ ma non per tutti. L'ormai ex presidente dell’Ordine campano, Ottavio Lucarelli, dopo l’ordinanza della magistratura ha dichiarato a quotidiani e tg “siamo soltanto al primo grado”, lasciando intendere che in Appello o in Cassazione la decisione sarebbe stata ribaltata. Il 6 dicembre ha quindi convocato il consiglio regionale per chiedere al presidente dell’Ordine nazionale Carlo Bartoli di presentare appello contro l’ordinanza e di chiedere la sospensiva dei suoi effetti. Hanno votato a favore otto consiglieri (con Lucarelli il vice Domenico Falco, il segretario Titti Improta, il tesoriere Salvatore Campitiello, i consiglieri Vincenzo Colimoro, Marisa La Penna, Alessandra Malanga, Massimiliano Musto) mentre si è astenuto soltanto il rappresentante dell’opposizione Gerardo Ausiello. Da notare che dai presenti non sono venute parole autocritiche sulle scelte fatte nell’ottobre del 2021 quando a centinaia di giornalisti della Campania fu impedito

Valentino Losito

di votare. Passa qualche giorno e arriva una seconda doccia gelata per Lucarelli e i suoi fedelissimi: il comitato esecutivo e il consiglio nazionale dell’Ordine decidono di non presentare appello; l’ordinanza diventa esecutiva.
La pattuglia guidata da Lucarelli ancora non si arrende all’evidenza e tanto meno avvia una riflessione sugli errori commessi. Vengono fissate due riunioni del consiglio dell’Ordine regionale in

pochi giorni per scongiurare l’arrivo del commissario: nella prima, il 19 dicembre, viene affidato al presidente l’incarico di indire le elezioni, nella seconda, il 29 dicembre, Lucarelli ufficializza le date per il voto.
Dopo la nomina di Bombonato è difficile immaginare quale mossa della disperazione possano organizzare ora il presidente e i suoi consiglieri: sull’onda delle notizie che arrivano dall’estero si pensa di convocare gli elettori iperfedeli davanti all’ingresso della sede dell’Ordine regionale nel giorno dell’insediamento del commissario?