Indagini della procura
sulla mazzetta da 7500 €

Continua a produrre effetti l’iniziativa dei pubblicisti Domenico Falco, Francesco Ferraro e Alessandro Sansoni che il 27 aprile scorso si sono presentati negli uffici del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania depositando 150 domande di adesione al sindacato e una mazzetta di 150 banconote da 50 euro.
Le iscrizioni in blocco, una operazione senza precedenti, sono state il 14 maggio sospese e il 21 giugno respinte dal consiglio direttivo del Sindacato unitario con una serie di motivazioni, a cominciare dal fatto che le richieste devono essere presentate personalmente dall’aspirante socio.

Una bocciatura senza appello confermata dai vertici della Fnsi, il segretario Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti, i quali con un documento molto duro hanno ribadito che “l’adesione alla Federazione della stampa è libera, personale, volontaria e consapevole” ed è intollerabile “l’idea che possano esistere ‘signori delle tessere’.”
Chiuso il versante sindacale è ora in

Claudio Silvestri

piedi un fronte giudiziario. Il 9 luglio infatti il segretario del Sugc Claudio Silvestri, accompagnato dall’avvocato Giancarlo Visone, ha depositato alla procura della Repubblica di Napoli una denuncia-querela sulle numerose anomalie delle iscrizioni a pacchi e della mazzetta da 7.500 euro. Il fascicolo è stato assegnato al pubblico ministero Maria Sofia Cozza della sezione reati economici guidata dall’aggiunto Vincenzo Piscitelli.
Nelle dodici pagine dell’esposto, integrate da sette di allegati, vengono ricordate le pressioni forti esercitate dai tre pubblicisti, alla presenza dell’avvocato Eugenio Salzano che era a vico Cappella Vecchia in quanto consulente in materia fiscale e lavoristica del sindacato, e la risposta ferma del segretario del Sugc per ribadire che le domande di iscrizione e i 7.500 euro erano irricevibili. Alla fine, scrive Silvestri nell’esposto, “condizionato dal clima di tensione che si era creato ed esclusivamente per timore che la situazione potesse ulteriormente degenerare, acconsentivo al deposito con riserva e chiarivo che sulle

Domenico Falco

domande avrebbe deciso il direttivo”.
Come già scritto, i consiglieri decidono prima di sospendere e poi di respingere le richieste di iscrizione; intanto viene avviato un esame a campione delle domande dal quale emergono molte anomalie. Per questo motivo il sindacato incarica una grafologa giudiziaria, Valentina Marra, di valutare le firme delle 150 domande.
Le conclusioni della perizia, depositata

in procura in allegato all’esposto, sono assolutamente sorprendenti. “Dalle indagini sin qui effettuate – scrive Valentina Marra – si può concludere come segue con alto grado di probabilità: a) il primo gruppo di cinquantadue sottoscrizioni è stato vergato da una sola mano; b) il secondo gruppo di quarantadue sottoscrizioni è stato vergato da una sola mano; c) il terzo gruppo di quarantadue è stato vergato da una sola mano; d) il quarto gruppo di sei sottoscrizioni è stato vergato da una sola mano; e) il quinto gruppo di otto sottoscrizioni è stato vergato da mani differenti ed è costituito da sottoscrizioni naturali e spontanee”.