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Tgr, Casarin
invecchia male? |
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IL 23 OTTOBRE scorso Iustitia ha inviato cinque domande sulla gestione largamente deficitaria del tg campano della Rai ad Alessandro Casarin, direttore della Tgr, la Testata giornalistica regionale, da cui dipende la redazione di via Marconi come tutte le altre sedi regionali.
Dal primo ottobre Casarin è tornato alla guida della Tgr, prima con un incarico ad interim diventato pieno nel giro di poche settimane, e subito dopo, per avere un quadro aggiornato delle sue truppe, ha iniziato un tour nelle sedi regionali. Il 24 ottobre ha visitato Napoli e si è limitato a |
dire che va tutto bene e c'è da risolvere soltanto il nodo del tg web.
Un ottimismo forse dettato da una conoscenza approssimativa della situazione della sede di Fuorigrotta affidata all’evanescente Antonello Perillo e al vice Procolo Mirabella.
Cinque i punti toccati nelle domande a Casarin su questioni più o meno importanti: la valanga di servizi ripetuti due, spesso tre o anche quattro volte (dal 24 agosto al 14 novembre i servizi in |
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Alessandro Casarin |
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onda almeno due volte sono stati 483, con una media di 5,82 servizi ogni giorno, sabato e domenica inclusi) e sono 'ripetizioni' che l’indifeso spettatore del tg campano deve subire perché la Rai opera a livello locale in regime di sostanziale monopolio; il “cassetto delle giacenze” dove servizi ammuffiscono per essere recuperati e messi in onda con giorni o settimane di ritardo, con risultati impensabili, e purtroppo frequenti, come è avvenuto con il tg delle 19,35 del 3 novembre con la messa in onda di ben tre servizi superscaduti a dimostrazione di un profondo disprezzo da parte di Perillo e dei suoi ufficiali nei confronti dei telespettatori: Antonella Maffei resoconta un convegno tenuto il 24 ottobre, Pasquale Piscitelli si concentra sul premio Calliope chiuso il 23 ottobre, Giuseppe De Caro fa la cronaca della presentazione di un libro di Grecia Colmenares avvenuta il 16 ottobre; gli errori sistematici dei ‘sottopancia’, le scritte che servono a indicare nome e qualifica di chi parla, 'merito' di redattori poco professionali e degli otto addetti (Roberto Battiloro, Renata Buonaiuto, Marco Caruso, Vincenzo D’Ambrosio, Vincenzo Mercadante, Raffaele Morra, Pasquale Scaldaferri, Edoardo Zorzetti) all’ufficio di produzione guidati da Maria Teresa Buccico che riservano a tutti, senza distinzioni, le loro sciatterie spaziando dal direttore generale della Rai al giornalista di via Marconi; l’uso dei droni (in qualche caso, non si sa perché, pagati dai comuni) nei servizi del ‘Tg itinerante’ misteriosamente riservato in esclusiva a Rino Genovese senza che nessuno dei responsabili
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Il giornalista della sede Rai di Napoli Fabrizio Cappella |
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dell’azienda ritenga di dovere fornire spiegazioni; e per chiudere i problemi derivanti dall’organico (con le caselle di redattori in pensione o scomparsi non coperte e malati di lunga degenza non sostituiti) e dall’utilizzo dei redattori, a cominciare dalla posizione poco chiara del presidente
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dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna fino a chi in tre settimane confeziona un solo servizio, pagato quindi dall’azienda pubblica (e cioè dai contribuenti attraverso il canone) come un’inchiesta firmata da Barack Obama.
Dall’invio delle domande di Iustitia è trascorso un mese ma dalla segreteria di Casarin non arrivano risposte e un po’ dispiace perché significa che il sessantenne giornalista, nato a Somma Lombardo in provincia di Varese, forse sta invecchiando male.
Negli anni della sua prima direzione della Tgr, dal gennaio 2012 al settembre del 2013, in almeno due occasioni si è occupato di Napoli.
Nel febbraio del 2012 il deputato dell’Italia dei valori Francesco Barbato, dopo avere presentato un’interrogazione parlamentare e un esposto alla procura di Napoli contro la disinvolta gestione dell’informazione Rai portata avanti dall’allora capo della redazione campana della Rai Massimo Milone affidato al sostituto procuratore Giuseppina Loreto, convocò una conferenza stampa. Iustitia contattò il direttore della Tgr e Casarin fece sapere, attraverso la sua segretaria che non intendeva rilasciare dichiarazioni, ma diede indicazione a Milone di dare notizia nel telegiornale della conferenza stampa di Barbato.
Poco più di un anno dopo, siamo nell’aprile del 2013, Casarin viene a Napoli per la presentazione del piano editoriale di Antonello Perillo che ha preso il posto di Milone alla guida di via Marconi. Interviene soltanto due volte per correggere con durezza le affermazioni di Perillo che
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tentava di giustificare la messa in onda di servizi ripetuti attribuendola a carenze di organico.
Sono passati cinque anni e mezzo, Casarin è più maturo e più vecchio. La situazione a via Marconi per certi versi è addirittura peggiorata con una palude di disorganizzazione e sciatteria ma evidentemente non ha più voglia di fare il direttore che interviene e corregge: Napoli vada avanti per la sua strada.
E allora a quale ‘santo’ può votarsi il
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Luciano Flussi |
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telespettatore della Campania? I nuovi vertici di viale Mazzini, il presidente Marcello Foa e il direttore generale Fabrizio Salini, hanno altre gatte da pelare. Il responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi deve essere sollecitato per intervenire. Quindi, al momento, non ci sono ‘santi’ disponibili. |
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