Ronghi querelato
dalla Cimadomo

UN CANE CHE morde un uomo non è una notizia, a differenza di un giornalista che querela un politico. È il caso di Brunella Cimadomo, collaboratrice del quotidiano Cronache di Napoli, autrice di un articolo pubblicato l’otto giugno, che annunciava il possibile passaggio nelle fila della Margherita di Salvatore Varriale, consigliere comunale a Napoli di Alleanza nazionale. Il cambio di casacca di Varriale, scriveva la Cimadomo, si

inseriva nel “filone del saltaquaglismo dall’opposizione alla maggioranza” inaugurato dal “consigliere Nino Funaro, transitato da Forza Italia ai Popolari Udeur di Mastella”. “Dopo poco – continuava - dai banchi azzurri era uscito l’ex capogruppo


Nino Funaro, Pietro Mastranzo e Salvatore Varriale

Pietro Mastranzo, passato all’Udc”. La giornalista chiudeva il servizio con Francesco Bianco, ex capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, che stava riflettendo sul trasferimento nelle fila della Margherita.
Il giorno della pubblicazione contro l’articolo di Cronache è intervenuto il consigliere regionale di An Salvatore Ronghi, con un comunicato dai toni durissimi, indirizzato a tutti i media della regione e scritto su carta intestata del ‘Settore presidenza’ del ‘Consiglio regionale della Campania’, con il calce la firma della giornalista Gabriella Peluso. “Il presunto abbandono di An – dichiarava Ronghi – da parte del consigliere comunale Salvatore Varriale è frutto dello sciacallaggio attuato da qualche pseudo giornalista assoldato”. Poi continuava parlando di “mezzucci” e di “bassezza politica”.
Sciacallaggio, pseudo giornalista, assoldato: espressioni false e diffamatorie per Brunella Cimadomo che, assistita dall’avvocato Carlo Fabbozzo, il 13 giugno ha presentato alla procura della Repubblica di Napoli una querela nei confronti di Ronghi, una querela che il consigliere regionale di An non vuole commentare.
“Quando ho letto il comunicato – dichiara Brunella Cimadomo, napoletana, trentadue anni ad agosto, dal ’98 professionista, corrispondente di Libero, in passato redattrice dell’emittente Canale 21, con la quale ha di recente chiuso


Francesco Bianco, Clemente Mastella e Gabriella Peluso

con un accordo una vertenza durata otto anni – sono rimasta di sasso. Venivo aggredita su carta intestata della presidenza del consiglio regionale con un comunicato indirizzato a tutti gli organi d’informazione della Campania e definita ‘pseudo giornalista’.

L’iscrizione all'Ordine dei giornalisti nell'elenco dei professionisti (il mio esame è datato 21 settembre 1998) è titolo autentico e rappresenta, ad oggi, l'unico distinguo tra chi è giornalista e chi non lo è. Ma d’ora in avanti ogni valutazione è affidata all’autorità giudiziaria. Intanto sulla vicenda ho chiesto al presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Ermanno Corsi un intervento immediato a tutela della mia dignità professionale”.