Siani, assegniamo di
nuovo il premio 2012

IL 3 DICEMBRE del 2020 con una sentenza di tredici pagine il giudice del tribunale civile di Napoli Fiammetta Lo Bianco ha sancito che il volume ‘Giancarlo Siani. Passione e morte di un cronista scomodo’, scritto da Bruno De Stefano e vincitore nel 2012 del premio intitolato al cronista ucciso dalla camorra, era “impremiabile”.
Con rarissime eccezioni, e tra queste va segnalata la posizione netta di Gianfranco Coppola, numero due della redazione Rai di Napoli (“dopo la decisione della magistratura credo che l’unica scelta dignitosa sia il ritiro del riconoscimento o che lo stesso autore rinunci al premio”), i

componenti della giuria del 2012 hanno scelto la strada del silenzio. Ed è un silenzio grave e imbarazzante soprattutto quello del dominus del premio Paolo Siani e del magistrato Armando D’Alterio che nel 2012 presiedeva la giuria. In particolare il deputato Paolo Siani, paladino della legalità, non può far finta di ignorare due importantissime decisioni della magistratura che riguardano l’omicidio di suo fratello: la sentenza della giudice Lo Bianco e l’ordinanza del gip romano Francesco Patrone che nel 2016, a proposito della foto raccapricciante contenuta nel libro di De Stefano, scrive che “lede la dignità umana del Siani il

'il Casalese', uscito nel novembre 2011

cui corpo viene inutilmente esibito come res e non come persona, senza nulla aggiungere alla drammaticità dell’atto conclusivo della sua vita”. La pubblicazione, aggiunge Patrone, configura un reato che cinque mesi prima è stato depenalizzato dal governo Renzi e va punito con una sanzione amministrativa da 10mila a 50mila euro.
Torniamo al premio. Trascorsi oltre nove mesi dalla sentenza del giudice Lo Bianco i direttori del settimanale Iustitia Nello Cozzolino e del mensile Chiaia Magazine Max De Francesco hanno deciso che, anche se con nove anni di ritardo, era giusto assegnare il riconoscimento a chi avrebbe dovuto riceverlo e si era poi ritrovato scavalcato per motivi oscuri dal libro di De Stefano. Parliamo di ‘il Casalese. Ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di Lavoro’. Si tratta di una biografia non autorizzata di Nicola Cosentino, fedelissimo di Silvio Berlusconi, per anni incontrastato numero uno di Forza Italia in Campania, deputato per quattro legislature con Fi e Popolo della libertà e

Paolo Siani

sottosegretario all’Economia e alle finanze nel IV governo Berlusconi.
Il volume è opera di nove giornalisti (Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Corrado Castiglione, Giuseppe Crimaldi, Antonio Di Costanzo, Luisa Maradei, Peppe Papa, Ciro Pellegrino, Vincenzo Senatore), con la postfazione dello storico Gianni Cerchia. ‘Il Casalese’ è stato pubblicato nel novembre del 2011,

quindi nel pieno rispetto dei tempi indicati dal bando del premio, dalla casa editrice CentoAutori del farmacista di Villaricca Pietro Valente, che si è sobbarcato anche le spese di una serie di giudizi civili e penali.
I direttori di Iustitia e Chiaia Magazine hanno quindi deciso di assegnare un premio: agli autori verrà regalato un libro (sarà sufficiente inviare una email alla casa editrice Iuppiter: edizioni@iuppitergroup.it), mentre a Valente sarà consegnato un dvd.
Nello Cozzolino e Max De Francesco