Siani, per Coppola
il premio va ritirato

COME HA REAGITO la giuria del premio Siani del 2012 alla sentenza del giudice Fiammetta Lo Bianco che ha dichiarato “impremiabile” il libro che ha vinto? E, soprattutto, come l’hanno commentata il presidente della giuria che assegnò il premio, Armando D’Alterio, e Paolo Siani? La risposta è semplice: hanno ignorato, o fatto finta di ignorare, la sentenza.
Veloce riepilogo della vicenda. Nel settembre del 2012 la giuria del premio per la legalità intitolato a Giancarlo Siani, su proposta del fratello del cronista ucciso Paolo Siani, assegna con voto unanime il riconoscimento al libro di Bruno De StefanoGiancarlo Siani passione e morte di un giornalista scomodo’. Della giuria fanno parte D'Alterio,

il presidente e il segretario dell’Ordine dei giornalisti campani Ottavio Lucarelli e Gianfranco Coppola, per l’Associazione della stampa il presidente Enzo Colimoro e il

Armando D’Alterio, e Paolo Siani

segretario Cristiano Tarsia, per il Mattino l’allora direttore Virman Cusenza (che tre mesi dopo passerà a guidare il Messaggero) e Daniela Limoncelli, per l’università Suor Orsola Benincasa il rettore Lucio D’Alessandro e il capo servizio della Rai Guido Pocobelli Ragosta, per l’associazione Siani, con Paolo Siani, Enzo Calise, Geppino Fiorenza e Adriana Maestro. Il magistrato Armando D’Alterio si astiene perché nelle 254 pagine del libro ventotto sono dedicate a un’intervista proprio a D’Alterio che per di più nel volume viene citato cinquantatré volte.
Alcuni articoli di Iustitia mettono in evidenza la singolarità di un premio ‘per la legalità’ assegnato a un libro che non ha rispettato la data ultima indicata dal bando per la pubblicazione (il 20 giugno) ma è arrivato in libreria a fine settembre, addirittura dopo la consegna del premio.
Emerge poi una seconda anomalia: il volume distribuito dall’editore Giulio Perrone si chiude con otto foto ‘raccapriccianti’ (un reato per la legge sulla stampa del 1948) scattate dalla polizia scientifica la sera dell’omicidio di Giancarlo Siani con la testa del cronista assassinato reclinata sul volante della sua Mehari.
La giuria del premio prende atto dei fatti segnalati da Iustitia e sospende la consegna dell’assegno a De Stefano; il segretario dell’Ordine Gianfranco Coppola dopo avere visto le foto del cadavere di Giancarlo Siani il 9 ottobre scrive una e mail indirizzata ai componenti della giuria per sapere quali iniziative intendessero intraprendere sul libro pubblicato ben oltre i termini del bando e sulle foto ‘raccapriccianti’. Gli risponde soltanto Paolo Siani che annuncia di avere dato incarico a titolo personale, insieme a D’Alterio, all’allora presidente dell’Ordine degli avvocati Francesco Caia per avere una valutazione tecnica sull’intera vicenda. Della ‘perizia’ di Caia non si è più avuta notizia e ad aprile la giuria riconosce che il volume inviato per partecipare al premio e quello distribuito in libreria sono molto diversi e che è gravissima la

Enzo Calise e Geppino Fiorenza

pubblicazione delle foto del cronista ucciso scattate dalla polizia scientifica. Ciò nonostante , con una scelta incomprensibile, decide di consegnare l’assegno di 1250 euro a Bruno De Stefano.
Dopo la sentenza della giudice Lo Bianco

Iustitia ha chiesto ad alcuni giurati del 2012 se c’è da ripensare al premio assegnato otto anni fa ed, eventualmente, ritirarlo. Tra gli interpellati Ottavio Lucarelli che dopo aver assicurato che doveva soltanto consultarsi con Paolo Siani e altri giurati non ha più chiamato né risposto al telefono come fa quando non sa bene cosa dire.
Il capo servizio Rai Guido Pocobelli Ragosta.  “Non credo di avere titolo per intervenire perché nel 2012 ero nella giuria del premio Siani in rappresentanza dell’università Suor Orsola Benincasa. Penso in ogni caso che dopo la sentenza della magistratura che ha definito “impremiabile” il libro di Bruno De Stefano qualsiasi decisione in merito al riconoscimento assegnato nel 2012 spetti a chi rappresenta il premio e in particolare a Paolo Siani”.
Il rettore dell’università Suor Orsola Benincasa Lucio D’Alessandro. "Come membro della giuria del Premio Siani sono dispiaciuto per la notizia riportata da Iustitia.it di una sentenza della magistratura dalla quale emerge che per espressa ammissione di uno dei partecipanti al Premio Siani il suo libro non rispettava tutti i requisiti formali previsti dal bando di partecipazione al Premio. Se c’è stato effettivamente un errore di valutazione nella sussistenza di un presupposto formale di partecipazione sono sicuro che i responsabili del Premio vorranno fare tutte le verifiche necessarie per rivalutare quanto fu allora deciso alla luce di quanto oggi emerge”.
Il redattore capo vicario della sede Rai di Napoli Gianfranco Coppola. “Nel settembre del 2012 non ho partecipato alla riunione che ha assegnato il premio a Bruno De Stefano e, dopo avere visto la foto

‘raccapricciante’ di Giancarlo, che non conoscevo e che a me e ad altri giurati fu inviata dal direttore di Iustitia, scrissi a tutti i membri della giuria per sapere come intendevano procedere. Nell’aprile successivo ho appreso che avevano deciso di

Francesco Caia e Ottavio Lucarelli
consegnare comunque al premiato l’assegno. Dopo la sentenza che ha certificato come “impremiabile” il libro su Giancarlo Siani credo che l’unica scelta dignitosa sia il ritiro del riconoscimento o che, dopo la decisione della magistratura, lo stesso autore rinunci al premio”.