La Città, parte
la 'solidarietà'

DOPO DUE MESI di incontri a ripetizione tra azienda e sindacato,  tenuti a piazza Sant’Agostino nella sede del quotidiano di Salerno ‘la Città’, è arrivata la fumata bianca: il 16 gennaio è stato firmato l’accordo per far partire dal 22 gennaio lo stato di crisi con i contratti di ‘solidarietà’ che comportano una riduzione per i tredici redattori (il direttore Antonio Manzo è escluso) del 30 per cento dell’orario di lavoro e dello stipendio, con una perdita mensile che va dai 250 euro per i redattori fino ai 500 per i graduati. Il taglio si traduce in una forza lavoro a disposizione del direttore che durante la settimana è di sette redattori e scende a quattro la domenica, salvo motivi di necessità, e in campagna elettorale non mancheranno, per i quali Manzo potrà richiamare dalla ‘solidarietà’ i giornalisti che gli occorrono. 
All’appuntamento decisivo del 16 gennaio erano in campo le solite

formazioni, con in più il nuovo direttore: per gli editori l’amministratore unico delle Edizioni Salernitane Alessandro Amato, il consulente del lavoro Lorenzo La Duca e il direttore amministrativo Giuseppe Carriero; dall’altro lato del tavolo il segretario del sindacato campano Claudio Silvestri, per la Fnsi l’avvocato Ottavia Antoniazzi, il comitato di redazione formato da

Antonio Manzo

Clemy De Maio, Carlo Meoli e Monica Trotta, il delegato dei poligrafici Alberto Santoriello e il rappresentante della Fistel Cisl provinciale Antonio Abagnara, con gli ultimi due che a metà riunione si sono allontanati perché  la trattativa per gli otto poligrafici è stata stralciata e rinviata a un incontro fissato per il 23 gennaio.
La serie di incontri è servita a rendere più ragionevoli gli editori che erano partiti da un’alternativa secca: il 50 per cento di ‘solidarietà’ o i licenziamenti. Con una serie di progressivi aggiustamenti si è poi arrivati al 30 per cento grazie alla paziente mediazione del sindacato campano e del cdr e al blocco imposto dall’avvocato Antoniazzi (“il tetto massimo è il 30 per cento”) e da Manzo (“con meno di sette unità non sono in condizione di realizzare il giornale”). L’intesa sottoscritta, che ha la durata di dodici mesi e verrà sottoposta a verifica tra le parti già dopo un mese per poi passare ad aggiornamenti trimestrali, è stata poi discussa dall’assemblea dei giornalisti che l’ha approvata con undici voti favorevoli, un contrario e un astenuto.
Chiuso l’accordo sullo stato di crisi, rimane ancora nebbia compatta sulla proprietà del giornale, nonostante i ripetuti impegni dei rappresentanti dell’azienda a fare chiarezza in tempi brevi. Per questo motivo i componenti del comitato di redazione hanno inserito un paragrafo alla fine del verbale firmato il 16 gennaio: il cdr rinnova la perplessità sugli assetti societari già espressa nel corso della trattativa sindacale e invita l’azienda a fare al più presto chiarezza sulla esatta compagine societaria e sulla reale proprietà della testata, con l’emersione dei soci tuttora schermati della società fiduciaria”.
Intanto il 31 dicembre ha lasciato la Città Andrea Manzi direttore responsabile dal primo novembre 2016 quando il controllo del giornale è passato agli imprenditori Vito Di Canto e Giovanni Lombardi. Sono stati mesi molto difficili che Manzi racconta nel dettaglio nell’editoriale di commiato intitolato “Esco di scena”, con il quale traccia un bilancio

Claudio Silvestri

articolato, critico (“una vicenda surreale, desolante e penosa”) e amaro (“la ‘mia’ Città non esiste più”) della sua “terza direzione” al vertice del giornale leader del Salernitano.
Dal primo gennaio è al lavoro in redazione Antonio Manzo che il 16 gennaio ha presentato il suo piano editoriale. Nelle tre pagine annuncia il varo di una squadra compatta e polivalente con un desk composto

dall’intero organico (un capo redattore, Maurizio D’Elia; quattro capi servizio: Vito Bentivenga, Piero Delle Cave, Carlo Meoli, Tommaso Siani; un vice capo servizio, Gianni Giannatasio; sette redattori: Luigi Amati, Barbara Cangiano, Clemy De Maio, Carlo Pecoraro, Enrico Scapaticci, Michele Spiezia, Monica Trotta) e spiega come viene riorganizzato il giornale con la riduzione della foliazione da 40 a 32 pagine, con l’eccezione della domenica che rimane a 40 pagine per la pubblicazione delle otto pagine dedicate alle aste giudiziarie.
Dal 10 novembre la Città va in edicola in abbinamento alla testata Qn–Quotidiano Nazionale del gruppo Monti-Riffeser che quindi garantisce la copertura per politica interna ed estera, economia e sport nazionale, costume e società, mentre le pagine di sport locale sono affidate a un service. Il timone delle trentadue pagine dal martedì al sabato prevede la copertina con tre ribattute (Salerno, area nord con l’Agro sarnese-nocerino e area sud con centri principali Eboli e Battipaglia), 2 e 3 Campania o primo piano, 4 opinioni e commenti, da 5 a 8 Salerno, 9 Grande Salerno con l’hinterland, 10 Cava de’ Tirreni, 11 Nocera, 12 Pagani, 13 Angri, 14 Scafati, 15 Sarno, 16 Battipaglia, 17 Eboli, 18 Agropoli Capaccio, 19 Cilento Alburni, 20 Vallo di Diano, 21 cultura, 22-23 cultura e spettacoli, da 24 a 27 sport e a chiudere cinque pagine di pubblicità. Il lunedì vengono compressi gli spazi delle cronache per dare sedici pagine allo sport.
Con l’organico ridotto – dice Manzo – abbiamo davanti un compito impegnativo ma sono fiducioso. Partiamo da un venduto che ci colloca al primo posto tra i quotidiani di Salerno e provincia. Il nostro obiettivo è consolidare e incrementare i lettori. La prima iniziativa che ho lanciato riguarda i ‘ragazzi del ‘99’, cioè i giovani che a marzo andranno a votare per la prima volta. Abbiamo cominciato intervistandone cinquanta, andremo avanti con servizi e inchieste e faremo diventare i migliori editorialisti della Città”.