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Papere e papaveri
di Josef K. Byte |
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LA SCUOLA |
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Da questo numero la nostra rubrica perde uno dei protagonisti: perché va bene la presa in giro, ma il rispetto viene prima d’ogni altra cosa. Non parleremo più, per ironizzare sulle papere e i papaveri del suo giornale, del responsabile dell’edizione napoletana di Repubblica, Giustino Fabrizio. Abbiamo scoperto una cosa, sul Roma del 6 novembre, che solo la modestia dell’uomo, intesa come ripulsa della vanità, era riuscita a tenere nascosta.
Il quotidiano diretto da Antonio Sasso pubblica in apertura di pagina 3 del Giornale di Napoli, l’inserto di cronaca, un pezzo sulla scuola frequentata dalla ragazza di quindici anni arrestata con l’accusa di aver istigato il padre a uccidere il diciassettenne che le aveva rubato il motorino. E il titolo, da cui abbiamo appreso la splendida notizia, è
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questo: “Un banco vuoto al ‘Giustino Fabrizio’ e l’incubo di una spietata vendetta”. L’attacco dell’articolo di Leandro Del Gaudio ci dà la conferma: “Un banco vuoto da venti giorni, lì al secondo piano dell’Itc ‘Giustino Fabrizio’, nel cuore del |

Leandro Del Gaudio, Antonio Sasso e Luigi Vicinanza |
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centro storico napoletano”. Dunque quell’istituto professionale non è più intitolato al meridionalista Giustino Fortunato, ma al capo della redazione di Piazza dei Martiri: ed era ora. Il suo predecessore, Luigi Vicinanza, rifiutò di farsi intitolare un asilo, un po’ per pudore e un po’ perché non aveva il grembiulino con cui presenziare all’inaugurazione; ma erano altri tempi.
Contrordine. Potremo continuare a sfrocoliare Repubblica Napoli e il suo capo. Quando l’abbiamo chiamato per complimentarci, Fabrizio ci ha detto che la notizia era falsa per almeno due buoni motivi: non gli era stata intitolata nessuna scuola; e, se lo avessero fatto, quel banco di cui parlava il titolo del Roma non sarebbe rimasto vuoto, perché lui ci avrebbe piazzato un nuovo collaboratore. Dunque, sono il cronista e il desk che, per una comprensibile soggezione nei confronti di una testata più prestigiosa, hanno voluto onorarne il responsabile. Ma se la cosa dovesse prendere piede, Del Gaudio prenoterà per Natale una settimana bianca al Gran Sasso pensando che si tratta del suo direttore. |
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IL CAVALLO |
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A questo va aggiunto che quel giorno il cronista doveva aver mangiato cibo messicano, o dormito poco, o non aver mai smesso di farlo. Nella stessa pagina, infatti, Del Gaudio scrive un altro pezzo, per ricostuire l’assassinio del diciassettenne Salvatore Albino. Racconta come, secondo alcune testimonianze, il ragazzo fosse agitato dopo il furto, e
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Napoli. A via Salvator Rosa l'omicidio di Salvatore Albino
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fa queste ipotesi: “forse perché sapeva di aver rubato il motorino in una casa di pregiudicati, o forse perché era nervosamente in attesa della telefonata con cui la vittima chiede il cavallo di ritorno”. Noi propendiamo per questa seconda ipotesi. Una |
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volta ci rubarono l’auto, e allora consultammo le Pagine Gialle alla voce “ladri”, trovammo quelli nella nostra zona, e al terzo tentativo ci rispose una voce gentile: “Grazie per aver chiamato: fanno cinquecento euro”. Per un giorno, ci sembrò di essere a Zurigo. |
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I SASSI |
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La camorra ammazza tre persone a Scampia. Il Mattino, il 10 novembre, apre la prima pagina con questa notizia. Nel settore Primo piano, articoli e approfondimenti. Nel catenaccio del titolo all’interno si legge: “Tre uccisi, avvolti nel cellophan e abbandonati nell’auto”. Nel suo |
pezzo, Luisa Russo racconta: “due dei cadaveri erano avvolti in grosse buste di cellophan”. Dario Del Porto dà una diversa, suggestiva grafia: “le vittime nel chellofane”. La parola è scritta nel modo giusto solo nella vignetta dei “Sassi” di |

Dario Del Porto, Riccardo Marassi e Luisa Russo |
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Riccardo Marassi: “I tre morti di Scampia avvolti nel cellophane… è il famoso pacchetto sicurezza per Napoli”. Proponiamo per lui un doppio incarico, vignettista e correttore di bozze. |
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ABBAGLIATI |
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Altro drammatico episodio in città: vengono sparati colpi di pistola contro un militare della Guardia di finanza, mentre è in auto. Un agguato in pieno regola, da cui si salva solo grazie a una grande freddezza e prontezza di riflessi. Quella che non mantengono all’Ansa, l'agenzia diretta da Pierluigi Magnaschi che il 14 novembre mette in rete un lancio da Roma, siglato ST/STA, in cui la ricostruzione dell’accaduto è mirabolante: il finanziere “è stato prima affiancato e poi distratto dalla guida da un fuoristrada scuro che lo ha accecato con gli abbaglianti”. Indizio prezioso per gli investigatori: devono cercare un fuoristrada con i fari montati di traverso sugli sportelli. |
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