Dal questore scuse
e chat per i cronisti

QUANDO HA LETTO sul Mattino il titolo “La questura non diffonde le notizieAlessandro Giuliano, palermitano, figlio di Boris, il poliziotto ucciso dalla mafia nel luglio del 1979, cinquantasei anni da compiere nei prossimi giorni, questore di Napoli dal primo giugno 2019, capisce che per lui la situazione diventa preoccupante.
Da anni sta lesinando le informazioni ai media, con casi clamorosi come omicidi comunicati anche con nove giorni di ritardo, nascondendosi

dietro le disposizioni impartite dal capo della procura di Napoli Giovanni Melillo che nel maggio 2022 viene nominato capo della Direzione nazionale antimafia. Dopo il trasferimento di

Fabrizio Cappella e Alessandro Giuliano

Melillo a Roma la linea di Giuliano però non cambia: notizie poche, spesso in ritardo, mezzi di comunicazione inadeguati a differenza dei carabinieri, guidati a livello provinciale dal generale Enrico Scandone, che hanno creato una chat per informare con tempestività i cronisti. Il questore, scrive un giornalista napoletano di lunga esperienza, è fermoall’invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg del 1455”. Allineate sulla linea reticente del questore le funzionarie che in questi anni hanno coordinato l’ufficio stampa: prima Eugenia Sepe, poi Magdala D’Istria.
L’elenco delle informazioni fornite in maniera tardiva e incompleta ai cronisti potrebbe essere lungo ma torniamo a un mese fa. Dopo il secondo omicidio comunicato con colpevole ritardo il Sugc, il sindacato dei giornalisti campani, pubblica una nota molto critica che viene rilanciata dall’agenzia Ansa e messa in pagina dal Mattino. Alle proteste della stampa si unisce Roberto Massimo, responsabile provinciale dell’Usip, il sindacato Uil della polizia, che sulle vicende della questura partenopea sollecita l’intervento del capo della polizia Lamberto Giannini. E anche le firme napoletane di nera e giudiziaria dei più importanti quotidiani nazionali e regionali pubblicano su Iustitia una

Lamberto Giannini e Enrico Scandone

lettera aperta al questore, lettera ripresa da Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidiano nell’ambito di un’inchiesta sul bavaglio alla stampa.
La mattina del 7 aprile Giuliano

nel suo ufficio di via Medina incontra i vertici del Sugc, il segretario Fabrizio Cappella, il presidente Claudio Silvestri, che è anche segretario aggiunto della Federazione della stampa, il consigliere della Fnsi Gerardo Ausiello e il vice segretario Sugc Renato Cavallo.
Si scusa per le ultime gravi scivolate, e la sera prima si era scusato anche con alcuni direttori, assicura che non c’è stata malafede da parte sua e annuncia il varo per i cronisti del settore di una chat WhatsApp che però è ancora in fase di rodaggio.