Fnsi, un congresso monco
il 27 gennaio a Chianciano

PER MOLTE SETTIMANE i dirigenti della Fnsi, la commissione incaricata della scelta (la pubblicista Leyla Manunza e i professionisti Carlo Parisi e Daniela Stigliano) e i sindacati regionali coinvolti hanno lavorato su quattro possibili sedi per il prossimo congresso della Federstampa: la piemontese Alba, la romagnola Ravenna, la marchigiana Pesaro e la molisana Isernia. Poi la commissione si è liquefatta e il 17 novembre si è riunita la giunta.
L’ex presidente dell’Associazione stampa dell’Emilia Romagna Marco

Gardenghi, che non fa parte della giunta federale, ha svolto una relazione sulle città in lizza, poi ha preso la parola il segretario della Fnsi Franco Siddi e ha lanciato la candidatura della senese Chianciano che sarebbe stata avanzata da un gruppo di

Leyla Manunza (*) e Daniela Stigliano (**)

albergatori, di cui erano del tutto all’oscuro i dirigenti del sindacato toscano. La decisione è stata aggiornata alla giunta convocata d’urgenza per il 24 novembre, ad appena due mesi dal congresso, mentre avevano ritirato la candidatura Alba e il Molise. E il 24 novembre il governo federale si è pronunciato a scrutinio segreto perché qualcuno dei componenti non voleva far sapere che non votava la sede della sua regione. Il risultato: 8 preferenze Chianciano, 5 Pesaro, una Ravenna e una scheda bianca.
Decisi luogo e data (dal 27 al 30 gennaio 2015), restano i nodi che avrebbero dovuto spingere i vertici della Fnsi a discutere a fondo della possibilità di uno slittamento del congresso, una richiesta peraltro avanzata da più parti.
Ad ottobre il giornalista Rai Fabrizio De Jorio, componente del direttivo di Stampa Romana, ha indirizzato prima una mail e poi un esposto al presidente della Federazione, al segretario, al numero uno e a tutti i componenti del collegio dei probiviri chiedendo un intervento per sanare l’anomalia di un congresso nazionale senza la Campania, la terza regione d’Italia per numero di iscritti. Il presidente dei probiviri Antonio Cembran, investito in prima persona dal lodo di De Jorio, ha prima preso tempo e poi ha risposto di “non avere competenza in materia”, aggiungendo di essere comunque “conscio della criticità della situazione” e sollecitando “la Fnsi affinché si attivi per una positiva soluzione del problema”.
Duro il commento di De Jorio: “in sostanza Cembran se ne è lavato le mani. Più che una scelta pilatesca mi sembra un allinearsi ai voleri della

Fabrizio De Jorio e Marco Gardenghi

dirigenza federale. Intanto c’è un dato scandaloso: i giornalisti campani che erano iscritti al sindacato, pochi o tanti non importa, continuano a ‘subire’ il prelievo automatico dallo stipendio o dalla pensione senza avere la

possibilità di partecipare alla vita democratica della Fnsi, per di più privati di qualsiasi tutela sindacale. Infine c’è da domandarsi dove vanno a finire i soldi prelevati ogni mese dall’Inpgi”.
Anche il consigliere dell’Ordine nazionale Pierluigi Roesler Franz il 4 novembre ha presentato un esposto ai vertici della Fnsi e al collegio dei probiviri per chiedere il rinvio ad aprile del congresso elencando una serie di perplessità e di irregolarità. Dopo tre settimane è arrivata un’altra risposta negativa, questa volta firmata dal presidente della Federazione Giovanni Rossi che prova a replicare alle argomentazioni di Roesler Franz per concludere: “per quanto riguarda la richiesta di rinvio di alcuni mesi del congresso, devo ricordare che tale decisione non rientra nei compiti statutari del Presidente (con la P maiuscola, ndr), ma attiene esclusivamente alla competenza del Consiglio Nazionale, che, peraltro, si riunirà nel prossimo mese di dicembre”.  


(*) Da www.tempi.it
(**) Da www.dagospia.org