Don Ciotti: mettete Siani
nella gerenza del Mattino

NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO dell’omicidio Siani sono stati consegnati i riconoscimenti della seconda edizione del premio dedicato al cronista ucciso dalla camorra. Il premio, varato nell’aprile del 2004, si deve alla testardaggine di un giornalista in pensione, Mario Simeone, promotore,

alla fine degli anni settanta di un periodico, Scuola-Informazione, che ospitò i primi articoli di Siani.
Per due anni consecutivi, nel 2002 e nel 2003, Simeone ha fatto votare e approvare all’unanimità dall’assemblea annuale dei giornalisti campani riuniti per l’approvazione del


Sandra Lonardo, Mario Simeone e Antonello Velardi
bilancio un ordine del giorno che istituiva, con “una specifica voce in bilancio”, una borsa di studio di tremila euro intitolata a Siani. Per due anni il presidente e l’intero consiglio dell’Ordine hanno ignorato gli ordini del giorno, ma alla vigilia dell’assemblea 2004 sono stati costretti a prendere l’iniziativa del premio. Hanno così evitato l’approvazione di un terzo ordine del giorno e un'eventuale denuncia per omissione di atti d’ufficio perché le delibere assembleari sono vincolanti e costituiscono voci di bilancio non eludibili.
Ma torniamo alla premiazione. Il pomeriggio del 23 settembre nella sede del Mattino c’è la folla delle grandi occasioni, con diversi gruppi di studenti e insegnanti, decine di redattori del giornale e dosi massicce di autorità. L’elenco è lungo: ci sono il sindaco di Napoli Iervolino, la presidente del consiglio regionale Sandra Lonardo, il prefetto Profili, il questore Fiorolli, il rettore della Federico II Trombetti, il direttore scolastico regionale Bottino, gli assessori regionali Gabriele e Armato (giornalista del Mattino in aspettativa), l’assessore provinciale Cortese e comunale De Masi, i generali dei carabinieri Gallitelli e Giuliani e i colonnelli della guardia di finanza


Da sinistra Bottillo, Vicanolo, Giuliani, Gallitelli e Profili

Bottillo e Vicanolo. È assente il direttore del Mattino Mario Orfeo, lo sostituisce il numero due Antonello Velardi. Coordina i lavori il redattore capo

Pietro Gargano e con lui al tavolo della presidenza ci sono il fratello di Giancarlo, Paolo Siani, i presidenti dell’Ordine regionale e dell’Assostampa, Corsi e Ambrosino, il coordinatore dell’associazione Siani Geppino Fiorenza e la giornalista Daniela Limoncelli, addetta alla consegna delle pergamene.
Tanti gli interventi, ma pochissime le voci che hanno cercato di arginare l’onda della retorica. Tra queste, Pietro Gargano e don Luigi Ciotti.
Il coordinatore della premiazione ha frenato, quando possibile, le scivolate verso il rito, come quando con garbo ha stoppato il presidente dell’Ordine. Per premiare i sedici ragazzi dell’Iti Galileo Ferraris di Scampia, vincitori dell’assegno da quattromila euro, Corsi aveva cominciato a chiamarli uno alla volta, per cognome e nome, ma Gargano li ha invitati a ritirare insieme il riconoscimento per il cd “Costruiamo la legalità”. Ma il coordinatore del dibattito ha avuto soprattutto il merito di ricordare, nelle stanze del Mattino, che la ricostruzione dell’omicidio Siani non è una vicenda chiusa. “Oggi, venti anni dopo, - ha detto Gargano – sappiamo tutto sugli esecutori e sui boss che hanno deciso l’omicidio. Sulla realtà all’interno della quale è maturato

l’omicidio, sul contesto, come lo intendeva Leonardo Sciascia, non sappiamo e probabilmente non sapremo mai niente”.
Da don Luigi Ciotti, presidente


Ermanno Corsi, Paolo Siani e Pietro Gargano

nazionale di Libera e direttore del mensile Narcomafie, è arrivata invece una proposta: “Per ricordare Siani abbiamo inserito il suo nome nella gerenza di Narcomafie. Perché non mettete Giancarlo nella gerenza del Mattino?”

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