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presentazione alla Ps, al divieto oppure obbligo di dimora, agli arresti domiciliari, alla detenzione in carcere, per citare solo le principali.
Quali “misure coercitive” sono state applicate ai “tre soggetti”, dei quali, poi, la Procura di Napoli Nord non fornisce i nomi, l’ età, il luogo di residenza, e gli eventuali precedenti penali? Forse qualcuno, nelle forze dell’ordine – dietro solenne promessa di non rivelare la fonte dello svelamento di questo segreto di Stato – potrà farselo sfuggire con il perplesso cronista che tenta di decifrare il burocratese stretto della Procura, ma le informazioni per costruire una notizia completa non si otterranno comunque.
Su quale territorio i soggetti colpiti dalle “misure coercitive”
praticavano le estorsioni e
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turbavano le gare d’appalto delle quali sono accusati? Quindi, in quale pagina di giornale questa velina vaga e lacunosa dovrebbe trovare spazio? Soprattutto a chi potrà interessare?
Un solo dato quantitativo ci regala la Procura di Napoli Nord:“uno dei soggetti indagati, in contemporanea con la consorte percepiva indebitamente il reddito di cittadinanza”. Qui il dettaglio c’è: l’“ingiusto profitto” ammonta a circa 23 mila euro, di cui è stato disposto il sequestro preventivo.
Non ci dicono se li arrestano, non ci dicono chi sono e dove operano, non ci dicono se sono pregiudicati. Ma i titoli si fanno sulle notizie degli articoli. La velina “piena di vuoto” della Procura di Napoli Nord va titolata: “La Procura di Napoli Nord scopre percettori abusivi di Rdc”.
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