Tania Zamparo: non sono una "abusiva"

Spett. settimanale Iustitia,
La presente per chiedervi spiegazioni in merito all’articolo da voi pubblicato il 20 ottobre, che mi lascia sconcertata per la gratuità con la quale mi offende e che pertanto vi chiedo di rimuovere o correggere quanto prima.
Innanzitutto io non sono un volto nuovo del canale campano Piuenne dato che ho condotto le prime puntate di "In casa Napoli" (da gennaio a marzo 2014) e non vedo quale dovrebbe essere la correlazione tra me ed i tre licenziamenti: io sono una libero professionista ed ho lavorato sia ad inizio anno che attualmente con contratto esterno a prestazione, solo ed esclusivamente per la trasmissione settimanale "In casa Napoli", mentre i tre giornalisti licenziati erano assunti a tempo pieno, non li conosco e non vedo quali responsabilità dovrei avere io per ciò che è accaduto a loro. Perché prendersela con una che non c'entra affatto e dovreste chiamare collega?
In secondo luogo non comprendo la selezione ironica, offensiva e faziosa di notizie prese in rete che mi riguardano, selezione esplicitamente volta a ridicolizzare la mia persona e la mia figura professionale. In allegato metto il mio curriculum vitae: non avrò fatto niente di eccezionale, ma se si fosse voluto scrivere un articolo obiettivo, si sarebbero dovute e potute selezionare ben altre informazioni per presentarmi in maniera corretta al lettore. Oggi sono una donna che, nonostante da ragazzina abbia iniziato nella moda e nello spettacolo, ha sempre fatto scelte umane e professionali rispettabili e dignitose, che non ha alle spalle né una raccomandazione, né un gossip, né uno scandalo, che quel poco che ha fatto ed ottenuto in un Paese di "amici di", "parenti di", "amanti di", l'ha raggiunto senza scorciatoie, unicamente grazie ad impegno, serietà e sacrifici, non meritevoli di questa vostra mancanza di rispetto.
Infine sono rimasta basita nel leggere con quale leggerezza e spregio sono stata chiamata "abusiva" da parte di chi ha scritto l'articolo e certamente ignora i problemi che ho dovuto affrontare quando sono entrata a Sky nel 2008: l'azienda non volle farmi un contratto da praticante nonostante io lavorassi a tempo pieno in redazione e io fui costretta ad iniziare a raccogliere per un minimo di due anni le mie conduzioni e pubblicazioni allo scopo di poter poi richiedere un praticantato d'ufficio o il tesserino da pubblicista. Mentre ancora raccoglievo il materiale, venne pubblicato dal vostro sito Iustitia l'articolo di Roeselfrantz che accusava l'azienda di farmi condurre il Tg senza che ne avessi il titolo. Ebbene, grazie a quell'intervento venni rimossa dalla conduzione, vidi vanificarsi tutti i miei sacrifici e il mio impegno e ci misi otto mesi in più per ottenere uno straccio di foglio firmato che attestasse il mio lavoro giornalistico all'interno dell'azienda e mi permettesse di ottenere almeno il tesserino da pubblicista. Ora quali ulteriori danni dovrò aspettarmi da questo vostro articolo incomprensibilmente privo di obiettività giornalistica e gratuitamente infamante nei miei confronti?
Per completezza di informazione: in questo periodo sono in gravidanza, il ginecologo mi ha messa a riposo, non sto lavorando a Piuenne e non ho potuto sostenere l'esame scritto il 28 ottobre a Roma. In attesa di un vostro cortese riscontro, vi saluto cordialmente,

Tania Zamparo

Rispondo volentieri alla richiesta di chiarimenti.
Primo punto: i licenziamenti. È di tutta evidenza, e risulta con chiarezza dall’articolo citato, che non c’è alcuna responsabilità di Tania Zamparo nei tagli in redazione operati dai titolari di Piuenne Massimo Abate e Paola Rossi. Iustitia ha soltanto sottolineato una staffetta temporale tra il volto più noto della tv nella fase di lancio, il redattore capo Rossella Altamura, licenziata a settembre, e la giornalista Tania Zamparo conduttrice della trasmissione ‘In casa Napoli’, protagonista della  campagna d’autunno di Piuenne.
Secondo e terzo punto: “la selezione ironica” e “l’abusiva”. Non c’è stata nessuna “selezione”, ma unicamente la citazione di un articolo pubblicato da Iustitia nel dicembre del 2010 centrato sull’esposto indirizzato dal consigliere dell’Ordine nazionale ed ex presidente di Stampa romana Pierluigi Roesler Franz ai vertici dell’Ordine del Lazio (presidente Bruno Tucci, vice Gino Falleri, segretario Filippo Anastasi) e per conoscenza ai dirigenti dell’Ordine nazionale (Enzo Iacopino, Giancarlo Ghirra, Enrico Paissan) e dell’Inpgi (Andrea Camporese e Maurizio Andriolo). Chiarissimo l’oggetto dell’esposto: “Caso di Tania Zamparo, ex Miss Italia e giornalista abusiva a Sky Sport 24, e degli ex allenatori ed ex atleti che svolgono in via continuativa attività giornalistica ben retribuita e non occasionale, ma non sono iscritti all'Ordine dei Giornalisti, né quindi all'Inpgi”.
‘L’abusivo’ è il titolo del libro di Antonio Franchini dedicato al Giancarlo Siani che quando venne ucciso nel settembre del 1985 lavorava come redattore in cronaca al Mattino, ma aveva un contrattino da corrispondente da Torre Annunziata. Tania Zamparo, come documentato dall’esposto di Roesler Franz e confermato dal curriculum inviato a Iustitia (“l’azienda non volle farmi un contratto da praticante nonostante io lavorassi a tempo pieno in redazione”), dal 2008 al giugno del 2011, quando ottenne l’iscrizione all’albo dei pubblicisti in Lombardia, è stata un’abusiva della professione nonostante fosse una delle giornaliste di punta di Sky Sport24 e la specialista, molto apprezzata, del rugby .

Nello Cozzolino
(*) Da www.odg.it
(**) Da www.vitatrentina.it
 
Paola Rossi
Pierluigi Roesler Franz
Bruno Tucci
Gino Falleri
Enzo Iacopino
Giancarlo Ghirra (*)
Enrico Paissan (**)
Andrea Camporese
Maurizio Andriolo
Antonio Franchini
Giancarlo Siani