Panico al Messaggero
per un pignoramento

IL 14 SETTEMBRE è stata una giornata caldissima a via del Tritone perché a mezzogiorno si sono presentati all’ingresso del Messaggero un ufficiale giudiziario e l’archivista Lorenzo Carresi, cinque volte licenziato e cinque volte reintegrato dalla magistratura che ha usato anche parole durissime nei confronti dell’editore (ad esempio il giudice

Giovanna Palmieri scrive chiaramente di “licenziamento ritorsivo”).
Nell’aprile 2016 il Gruppo Caltagirone ha deciso di trasferire con una cessione di ramo d’azienda (operazione già bocciata in primo grado dal tribunale di Roma) a tre società satelliti (Servizi Italia, Stampa Roma e Stampa Napoli) tutti i poligrafici e gli amministrativi dei suoi quotidiani (il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino di Venezia, il

Azzurra Caltagirone

Corriere Adriatico e il Nuovo Quotidiano di Puglia). In questi anni Carresi ha maturato crediti per alcune centinaia di migliaia di euro ma i tentativi di incassare almeno una parte dei soldi che gli spettano sono andati finora tutti a vuoto.
Assistito dall’avvocato Marco Petrocelli, l’archivista, al Messaggero dal febbraio 1987, ha iniziato a battere altre strade, cominciando con il far partire i pignoramenti dei 39 conti bancari del quotidiano ma sono risultati tutti vuoti. L’operazione non è comunque stata inutile perché ha bloccato tutti i movimenti bancari del giornale. Sono state perciò avviate anche altre iniziative. La prima è stata il pignoramento di beni per un valore di 80mila euro al Messaggero.
E siamo al 14 settembre. Carresi e l’ufficiale giudiziario vengono stoppati nell’atrio. Non li vogliono fare entrare. Arrivano subito dai piani superiori una serie di personaggi che convocano d’urgenza il legale dell’azienda, Giovanni Lazzara, il quale invita l’archivista a uscire dal giornale. Vista la folla che si è creata l’ufficiale giudiziario chiama come rinforzo un collega che si trova nelle vicinanze e precisa agli uomini di Caltagirone che non solo la presenza di Carresi è legittima ma che entrambi devono salire dall’amministratore delegato Azzurra Caltagirone e dal direttore generale Alvise Zanardi per eseguire il

Lorenzo Carresi

pignoramento, altrimenti avrebbe redatto un verbale e denunciato il reato che gli uomini del Messaggero stanno commettendo. A questo punto si aprono le porte e i due ‘conquistatori’ salgono al primo piano e vengono accompagnati nella redazione del free press Leggo.
Tra i vertici e Lazzara ci sono consultazioni frenetiche concluse con la richiesta del legale dell’azienda di parlare con l’avvocato Petrocelli.

La proposta, si presume, dell’amministratore delegato e di Zanardi è di congelare il pignoramento per un mese, pagare nel giro di un paio di giorni 25mila euro di acconto e di saldare la cifra rimanente prima dello scadere dei trenta giorni. Proposta accettata con i primi 25mila euro arrivati tramite bonifico. Il seguito alla prossima puntata.