Corte dei conti a Bardi:
212mila euro per Calenda

QUANDO NELL'ESTATE del 2019 il presidente della Basilicata Vito Bardi gli assegnò l’incarico di capo ufficio stampa della giunta regionale, che ha mantenuto fino al 25 aprile 2021, il giornalista Massimo Calenda non era laureato. Non aveva quindi i requisiti per essere inquadrato e retribuito come dirigente di fascia C.
Per questo motivo la procura della Corte dei conti lucana, con il capo Vittorio Raeli e il sostituto Giulio Stolfi, ha ottenuto il rinvio a giudizio di Bardi e di cinque assessori della sua prima giunta (Franco Cupparo,

Francesco Fanelli, Rocco Leone, Donatella Merra e Gianni Rosa) con una richiesta di risarcimento danni di 212.449 euro oltre gli interessi.
La notizia del rinvio a giudizio di Bardi e degli

Vincenzo Maria Pergola e Vittorio Raeli

assessori è stata pubblicata il 27 settembre dal quotidiano di La Nuova del Sud dell’editore Donato Macchia con direttore Dario Cennamo.
Nell’articolo documentato e lungo (occupa per intero la seconda pagina), firmato da Nino Grasso, con Calenda descritto come un giornalista “con simpatie massoniche e ammiratore della dinastia borbonica del Regno di Napoli”, viene anche precisato che la copertura del danno erariale toccherà per 106mila euro al presidente della Regione mentre l’altro 50 per cento verrà ripartito in parti uguali tra i cinque assessori. L’udienza per accertare le responsabilità dei rinviati a giudizio è stata fissata dal presidente della sezione giurisdizionale lucana della Corte dei conti Vincenzo Maria Pergola per il prossimo 19 marzo, a cinque anni dalle ultime elezioni regionali.
Va ricordato che il rapporto forte tra Bardi e Calenda era già emerso nel febbraio del 2019 quando il giornalista, capo servizio alla Rai di via Marconi, chiese tre settimane di ferie “per motivi personali” all’allora capo redattore della sede di Napoli Antonello Perillo, il quale poi scoprirà che era andato a coordinare la campagna elettorale, poi vincente, di Bardi candidato alla conquista della Basilicata da Silvio Berlusconi. Rientrato in redazione dopo il voto, è rimasto a Napoli per alcune settimane per poi trasferirsi a Potenza come capo ufficio stampa della

Nino Grasso e Donato Macchia

giunta regionale.
Nell’aprile del 2021 c’è il definitivo rientro a Fuorigrotta la cui redazione dal marzo 2022 è guidata dal potentino Oreste Lo Pomo considerato vicino a Forza Italia. E alla

Rai di Napoli chi è il responsabile del settore politico? Massimo Calenda, ex addetto stampa del candidato di Forza Italia Vito Bardi.
Una situazione inimmaginabile in qualsiasi altra azienda, pubblica o privata. A viale Mazzini invece tutto è possibile nel disinteresse della presidente Marinella Soldi, dell’amministratore delegato Roberto Sergio, del direttore generale Giampaolo Rossi, del responsabile delle Risorse umane Felice Ventura, del direttore della Testata giornalistica regionale Alessandro Casarin. Ed è inutile aggiungere all’elenco l’impalpabile e poco presente Lo Pomo.