Prima udienza
Massa vs Rai

PARTENZA IN SORDINA per il giudizio promosso dalla capo servizio di Rai Napoli Marialaura Massa nei confronti dell’azienda con la richiesta di risarcimento per la rilevante dequalificazione subìta e per i danni dovuti ai ripetuti scavalcamenti professionali, una situazione andata avanti per molti anni che ha causato gravi ripercussioni sulla salute della giornalista.
Nella prima udienza il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Clara Ruggiero si è limitata ad ascoltare per pochi minuti le parti e a chiedere se confermavano il ricorso e la memoria presentati. Per la Rai erano presenti Gabriella De Chiara, procuratrice speciale dell’azienda e capo del personale della sede di Napoli, l’avvocato romano Giovanni Beretta dello studio del professore Mattia Persiani e, come corrispondente

napoletano, l’avvocato Gianpaolo Petagna. Per Marialaura Massa, che in un breve intervento ha ribadito i motivi che l’hanno costretta a fare causa alla Rai, c’erano gli avvocati Giuseppe Marziale e Patrizia Totaro.
Dopo una ventina di

Massimo Milone e Antonello Perillo

minuti il giudice Ruggiero ha chiuso l'udienza annunciando che si riservava di decidere; tre le opzioni: svolgere altre attività istruttorie; accettare delle note delle parti; ammettere la prova testi. Su questo fronte va segnalato che la Rai ha citato come testimoni il vice direttore della Tgr con delega al Sud peninsulare Carlo De Blasio, l’ex capo della redazione napoletana Massimo Milone, dal 2013 direttore di Rai Vaticano, e l’attuale responsabile Antonello Perillo. Il primo non può dire niente di utile perché è arrivato a Napoli nell’ottobre del 2017 quando la progressiva emarginazione della giornalista andava avanti ormai da molti anni. Gli altri due, se dovessero trovare conferma in giudizio le tesi della ‘ricorrente’, sarebbero i principali responsabili dei danni subìti dalla Massa e, forse, ne dovrebbero rispondere. Sono quindi testi con una credibilità tutta da valutare.
Iustitia ha già segnalato la sorprendente discriminazione nei confronti delle redattrici che le vede completamente escluse dai posti di comando: sei tra redattori capo e vice redattori capo tutti uomini. Ma va anche ricordato un altro piccolo episodio: per le trasmissioni Buongiorno Italia, in onda alle 7, e Buongiorno Regione, in onda alle 7,40, nell’autunno del 2017 è dovuto intervenire l’allora direttore della Tgr Vincenzo Morgante per 'costringere' i vertici napoletani a inserire nella rotazione dei conduttori anche presenze femminili, come accadeva regolarmente in Lombardia, mentre la Campania schierava sempre tre uomini: Gilly Castellano, Diego Dionoro e Rino Genovese.