Gioco d'azzardo
al Circolo stampa

SU UN FRONTE importante, la gestione dei conti, l’Ordine dei giornalisti della Campania, dal 2007 guidato da Ottavio Lucarelli, ha compiuto un salto di qualità rispetto ai diciotto anni di presidenza di Ermanno Corsi. Un progresso sottolineato un anno fa dal tesoriere dell’Ordine nazionale Nicola Marini: “Nel 2007 la Campania era la maglia nera delle regioni d’Italia, ventesima su venti, con un debito di 243mila euro nei confronti dell’Ordine

nazionale. Questo debito diciotto mesi fa è stato azzerato e ora è la più virtuosa nei pagamenti tanto che abbiamo deciso che sarà la prima a ricevere la tranche di contributi che


Gianfranco Coppola, Ottavio Lucarelle e Pino De Martino

l’Ordine nazionale conta di versare ai consigli regionali”. Anche quest’anno i numeri sono positivi e il bilancio consuntivo e la previsione per il 2011 sono stati approvati senza scosse (tre astenuti) dall’assemblea dei giornalisti della Campania riunita l’otto aprile a Napoli all’hotel Alabardieri. Ai presenti è stato consegnato l’albo professionale 2011 dei giornalisti campani, trecentoventi pagine stampate dall’Ordine per ora tirate in cinquecento copie, che verrà successivamente distribuito gratis a tutti i diecimila iscritti della regione.
In una sala semivuota e con un consiglio dimezzato (per vari motivi erano assenti i tre pubblicisti: Enzo Albano, Domenico Falco e Innocenzo Militerni), il confronto, aperto da relazioni e interventi di presidente, tesoriere (Pino De Martino) e segretario (Gianfranco Coppola) è andato avanti in maniera stanca e stantia. Basti pensare che la questione più dibattuta è stata il ritorno dei giornalisti al Circolo della stampa, una questione che non si sa se fa più piangere o più ridere, con uno sfratto eseguito nel millennio scorso


L'albo stampato dall'Ordine

(novembre 1999) e con una sentenza di appello che ha condannato l’Assostampa a pagare al comune di Napoli più di tre milioni di euro di differenza canoni (per 1300 metri quadri coperti e 2200 scoperti fino alla metà degli anni Ottanta l’Assostampa, con l’Ordine, pagava 129mila lire al mese).
Soltanto in due hanno preso la parola per dire basta alle chiacchiere sul Circolo e per invitare tutti a concentrarsi sui tanti problemi dei giornalisti della Campania: il professionista Romolo Acampora e il pubblicista Ferdinando Troise.

Non è mancato il consueto intervento di Corsi, distribuito in più tranche, che rispetto agli anni scorsi ha perso mordente e si avvita su questioni ormai usurate, come la tesi che il circolo sarebbe stato perso per un accordo segreto di una parte dei giornalisti (leggi Lucarelli) con l’amministrazione comunale allora guidata da Antonio Bassolino, o la contestazione del pagamento della parcella da parte dell’Ordine al giornalista Mario Simeone dal maggio al novembre 2006 ‘curatore speciale’ dell’Ordine campano, incarico assegnatogli con decreto dal gip Lucio Aschettino (sulla vicenda della parcella è attualmente in corso un contenzioso giudiziario). E, in risposta a chi citava il gioco d'azzardo al Circolo della stampa, Corsi ha fornito la sua versione addolcita dai tanti anni ormai trascorsi, ma non esatta. “Nel ’79 – ha ricordato Corsi – venni eletto presidente dell’Assostampa, incarico che ho mantenuto fino al 1983. E dal ’79 al Circolo non si è più giocato d’azzardo,

neanche negli anni successivi al 1983. Dico questo per difendere la memoria dei presidenti Giacomo Lombardi, Lello Barbuto e Franco Maresca”.
Corsi però ricorda male. Nell’aprile del 1984 (il presidente della Associazione napoletana


Romolo Acampora, Ermanno Corsi e Ferdinando Troise
della stampa era Lombardi), Marco Pannella, con un intervento clamoroso in consiglio comunale, denunciò che il Circolo veniva utilizzato come bisca, con gioco d’azzardo gestito da esponenti della camorra vicina al clan di Antonio Bardellino. E pochi giorni dopo, siamo alla notte del primo maggio 1984, la denuncia trovò conferma quando cento poliziotti della Digos, guidati da Filippo Ciccimarra, fecero irruzione al Circolo della stampa e arrestarono tre persone, mentre ventisei vennero denunciate.