Sinner: paghi le tasse in Italia

Nelle due settimane caratterizzate dall’entusiasmo nazionale travolgente per la cavalcata australiana di Jannik Sinner, con pagine e immagini che hanno riempito per giorni quotidiani e tv, merita attenzione il corsivo di Massimo Gramellini pubblicato sulla prima del Corriere della Sera il 24 gennaio.
Il giornalista ricorda le qualità straordinarie del tennista di San Candido così diverso dall’italiano da commedia che siamo abituati a raccontare. E conclude in maniera ovattata ma chiara: “Sinner in un altrove esentasse (Montecarlo, ndr) ha messo la residenza, è vero, come tanti del suo lignaggio e con il suo ingaggio. Non sono il suo commercialista, ma se riportasse la residenza in Italia, diventerebbe definitivamente il mio tipo preferito di italiano”.
In questi anni sono stati davvero pochi i giornali (e tra i pochi c’è Iustitia a evidenziare l’anomalia che campioni dai guadagni multimilionari (con Sinner anche Berrettini e Musetti) che rappresentano l’Italia in Coppa Davis, e magari alle prossime Olimpiadi di Parigi, non pagano le tasse nel nostro paese.
Il 12 luglio del 2021 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del consiglio Mario Draghi incontrarono Matteo Berrettini reduce dalla finale persa al torneo di Wimbledon. E Iustitia chiese ai due presidenti se sapessero che Berrettini come Sinner e Musetti con la residenza a Montecarlo non pagavano le tasse in Italia. Sincera la risposta dello staff di Mario Draghi: “non eravamo a conoscenza del fatto che Berrettini avesse la residenza fiscale a Montecarlo”. Più svicolante la risposta di Mattarella; fece sapere che ringraziava molto per la segnalazione e ne avrebbe tenuto conto ma non intendeva commentare la notizia.
Il primo febbraio Sergio Mattarella riceverà al Quirinale i tennisti azzurri che nello scorso novembre hanno conquistato la Coppa Davis: Sinner, Arnaldi, Musetti, Sonego e Bolelli. Sarà l’occasione per verificare come terrà conto della segnalazione di Iustitia o se invece dopo due anni e mezzo il presidente e il suo staff avranno dimenticato tutto.

Martin Beck

 
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