L'acquafrescaio

Caro direttore,
la ringrazio per aver pubblicato la mia lettera sul "praticante e collaboratore" Valerio Ceva Grimaldi. La “risposta asciutta” del diretto interessato, però, non spiega il caso e non soddisfa le mie perplessità.
Ceva Grimaldi dice che i consiglieri dell’Ordine hanno ritenuto che non vi fosse incompatibilità tra il praticantato svolto in tv e la collaborazione con lo staff di un politico. Ne deduco che i consiglieri sapevano. Ma sapevano davvero tutto? Sapevano, cioè, del “doppio lavoro” con “vincolo di esclusiva” nel periodo settembre 2003 – giugno 2004 nella televisione diretta da Emilia Velardi Colasanti e nello staff dell’allora presidente della Provincia di Napoli Amato Lamberti? O erano a conoscenza solo del contratto con lo staff dell'assessore del Comune di Napoli Casimiro Monti, firmato in un periodo successivo e che forse – sottolineo: forse – non richiede il vincolo di esclusiva (o forse sì?)? I consiglieri dell’Ordine ritengono quindi che i nove mesi del periodo settembre 2003-giugno 2004 siano validi per la maturazione dei 18 mesi di praticantato necessari per accedere all’esame di giornalista professionista?
Poi: il dirigente addetto al Personale della Provincia presso il quale il Ceva ha firmato il contratto nel 2003 e 2004, contratto nel quale gli veniva richiesta “l’esclusiva”, era a conoscenza del suo rapporto di lavoro con una tv locale diretta dalla moglie di Giovanni Lucianelli, per anni collaboratore per i rapporti con i media dell’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio?
Nella mia prima lettera le ho  chiesto scusa per la mia ignoranza. E lo ribadisco: sono ignorante, e torno a chiedere: questo praticantato è regolare? La cortese risposta di Ceva Grimaldi ha la stessa validità di quella dell’”acquafrescaio” al quale si chiede se l’acqua del suo chiosco è davvero fresca: va presa per quella che è. Direttore, mi aiuti lei a capire.


Lettera firmata




Iustitia ha girato le domande ad alcuni consiglieri dell’Ordine dei giornalisti della Campania (Franco Landolfo, Ottavio Lucarelli e Umberto Nardacchione) e a uno dei maggiori esperti in materia ordinistica, Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. L’unico che ha scelto di non rispondere è stato Ottavio Lucarelli. Ecco le dichiarazioni di Landolfo, Nardacchione e Abruzzo.

Franco Landolfo.Tutti i consiglieri hanno approvato, convinti, la pratica e penso che abbiamo operato nel giusto perché non vedo inconciliabilità tra l’esclusiva alla Provincia e il praticantato all’emittente televisiva.

Umberto Nardacchione. Non conosco la pratica di Valerio Ceva Grimaldi e probabilmente non ero neanche presente quando è stata votata e approvata. Penso però che non ci siano problemi se i datori di lavoro (la Provincia di Napoli e l’emittente televisiva) erano a conoscenza della doppia attività del giornalista e hanno autorizzato deroghe all’esclusiva. In sostanza, se i due orari di lavoro non si accavallano e vengono rispettati, le due attività, a mio giudizio, sono conciliabili.

Franco Abruzzo. Non è possibile svolgere il praticantato quando si ha un contratto, anche di consulenza, in esclusiva con un ente pubblico come la Provincia di Napoli. Lo vietano gli articoli della legge 150 del 7 giugno 2000, che regola la comunicazione pubblica. Da questa premessa scaturisce che il riconoscimento del praticantato è nullo e per i consiglieri dell’Ordine regionale che, a conoscenza della situazione reale, avessero dato il via libera a una domanda di praticantato con doppia esclusiva (come praticante e come dipendente pubblico), si andrebbero a configurare ipotesi di reato.
Resta anche da capire come una persona che lavora in esclusiva per un ufficio pubblico possa essere dipendente di un’azienda editoriale con un contratto da praticante e svolgere effettivamente il suo lavoro.
Aggiungo che su una questione simile siamo intervenuti come Ordine della Lombardia: il 26 marzo del 2001 abbiamo sanzionato due giornalisti dipendenti di un’azienda ospedaliera e corrispondenti del Corriere della sera e del Giorno. L’intero procedimento e la sanzione inflitta sono reperibili sul portale dell’Ordine della Lombardia, www.odg.mi.it, cliccando prima ‘documenti’ e poi ‘uffici stampa’.

 
 
Valerio Ceva Grimaldi
Amato Lamberti
Casimiro Monti
Giovanni Lucianelli
Pecoraro Scanio
Ottavio Lucarelli
Franco Landolfo
Umberto Nardachione
Franco Abruzzo