In aula terza vittoria Rai:
Corsi rimane in pensione

DOPO TRE UDIENZE saltate (il 29 novembre, il 27 aprile e il 24 maggio) si è tenuta il 29 giugno la prima, e unica, udienza del giudizio di primo grado promosso dal redattore capo ad personam Ermanno Corsi contro la Rai. Oggetto del processo la richiesta di Corsi di rimanere in servizio fino a 67

anni, invece dei 65 canonici compiuti l’otto agosto del 2004.
Udienza ultraveloce perché i legali delle parti (per l’ex giornalista Rai erano presenti gli avvocati Nicoletta Rizzo e Rocco Truncellito e mancava Nunzio Rizzo, mentre per l’azienda di viale Mazzini


Ermanno Corsi, Linda D'Ancona e Umberto Marconi

c’era Guido Marsiglia ed erano assenti il professore Renato Scognamiglio e il figlio Claudio, del foro di Roma) hanno rinunciato a discutere la causa, rinviando agli atti già depositati. A fine udienza il giudice della sezione lavoro del tribunale di Napoli Anna Maria Beneduce, napoletana, quarantuno anni, da tredici in magistratura, ha depositato il dispositivo con il quale respinge il ricorso di Corsi e compensa le spese tra le parti.
La decisione era, in qualche modo, prevedibile perché preceduta da altre due pronunce della magistratura. Il 16 aprile del 2004 Corsi, assistito da Truncellito e Rizzo, aveva presentato un ricorso d’urgenza, ex articolo 700, contro la Rai. Il 23 giugno, con un’ordinanza di sei pagine il giudice Anna Maria Beneduce respinse la richiesta dell’allora giornalista Rai, che non si rassegnò e nei primi giorni di luglio presentò reclamo contro l’ordinanza. Per il nuovo assalto rafforzò il suo staff, affiancando ai primi due legali l’avvocato Roberto Colantonio, figlio di Mario Colantonio, fino all’inizio del 2004 è stato uno dei due dirigenti della sezione lavoro del tribunale di Napoli. Il risultato però non cambiò: il 28 luglio il collegio presieduta da Umberto Marconi, con giudici a latere Linda D’Ancona, estensore, e Elisa Tomassi, con un’ordinanza di dodici pagine bocciò la richiesta di rimanere in servizio e l’otto agosto successivo Corsi fu costretto a liberare la sua scrivania


Mario Colantonio, Renato Scognamiglio e Rocco Truncellito

in Rai e andare in pensione senza neanche la festicciola che in genere i colleghi organizzano per chi lascia l’azienda.
Ora, con il sigillo della Beneduce, c’è la sentenza di primo grado. Verrà appellata? È presto per chiedere una risposta agli avvocati di Corsi, Rizzo e

Truncellito, che saranno in grado di esprimere un parere soltanto dopo aver letto le motivazioni della sentenza. Ma, secondo esperti in materia di lavoro, l'appello diventa improbabile perché la sentenza di secondo grado, anche in una eventualità favorevole, arriverebbe dopo la scadenza dei due anni di proroga chiesti dall'ex giornalista Rai. Rimarrebbe quindi spazio soltanto per una richiesta di risarcimento danni per mancati guadagni, ad esempio per il lavoro notturno e festivo.