Mattino, sciopero
dei poligrafici Uil

DOMENICA 28 GIUGNO il Mattino non è andato in edicola. L’uscita del giornale è stata bloccata da uno sciopero proclamato dai poligrafici della Uil, al quale hanno aderito anche i poligrafici iscritti agli altri sindacati. Con un comunicato congiunto le segreterie provinciali e regionali di Cgil e Cisl hanno con durezza criticato l’iniziativa, ma la Uil ha fatto notare che allo sciopero hanno aderito tutti i quarantadue poligrafici e amministrativi che lavorano tra la redazione di via Chiatamone e lo stabilimento di Caivano-Pascarola, segno

evidente che l’iniziativa è stata giudicata fondata.
Stiamo provando ad arginare – dichiara a Iustitia Silvio Sonnino, componente della rappresentanza sindacale unitaria del Mattino - l’offensiva dell’azienda decisa ad accorpare interi settori della

Massimo Garzilli e Silvio Sonnino

lavorazione del giornale a Roma, non al Messaggero, ma presso una società esterna, sempre controllata dal Gruppo Caltagirone, con dipendenti che hanno il contratto dei metalmeccanici. Si stanno così svuotando progressivamente redazione e tipografia, una struttura moderna che stampa soltanto il Mattino (prima aveva il free press Leggo, ma ci è stato tolto) per cui se continuerà a essere spogliata e trascurata diventerà antieconomica e obsoleta. Senza contare che la rapida evoluzione tecnologica del mondo dei media rende indispensabile un costante aggiornamento degli operatori, argomento che i dirigenti del giornale hanno completamente cancellato”.
Sul confronto bloccato con l’azienda interviene anche il segretario della Uilcom campana Massimo Taglialatela facendo notare che i tentativi portati avanti negli ultimi mesi per stabilire un dialogo con i vertici della società (il direttore amministrativo Massimo Garzilli, in pensione dal gennaio 2008, e il capo del personale Giovanni Santorelli) non hanno sortito alcun effetto, anzi l’azienda ha adottato una serie di iniziative senza neanche informare, come invece avrebbe dovuto, i rappresentanti sindacali. Da qui la decisione della Uil

Linda D'Ancona e Giovanni Santorelli

di proclamare quattro giorni di sciopero, con il primo effettuato sabato su domenica e gli altri che potrebbero scattare nei prossimi fine settimana.
Sulla vertenza ha diffuso una nota anche il comitato di redazione del Mattino che ha invitato le parti a riavviare il confronto. Ma

Taglialatela ricorda a Iustitia cheper contrastare le forzature ripetute dei dirigenti del Mattino a metà maggio siamo stati costretti a denunziare  alla magistratura l’azienda per comportamento antisindacale (articolo 28 dello statuto dei lavoratori). Assistiti dall’avvocato Michele Cuoco, abbiamo già avuto due udienze e alla prossima, fissata per il 16 luglio, il giudice Federico Bile farà conoscere la sua decisione”.
Una eventuale condanna non farà piacere al presidente del Gruppo Francesco Gaetano Caltagirone, che grazie ai suoi manager napoletani ha già un precedente per attività antisindacale. Il 6 febbraio 2007 il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Fabrizio Amendola, con un decreto di dodici pagine, ha condannato per attività antisindacale il Mattino con il pagamento di 3400 euro di spese legali. La denuncia era stata presentata dall’allora presidente dell’Associazione napoletana della stampa Gianni Ambrosino, componente anche del comitato di redazione del Mattino insieme a Enzo Ciaccio e Francesco Romanetti.
Il 17 ottobre del 2007 il giudice Linda D’Ancona ha depositato il dispositivo con il quale confermava la decisione di Amendola, respingeva il ricorso del Mattino e condannava la società a pagare altri 2200 euro di spese legali.