'Ruggiti' improvvisi
dal tg della Campania

NEL GIORNO DI san Michele una quindicina di giornalisti della sede Rai di Napoli si sono riuniti in assemblea per discutere i progetti e i tagli annunciati in più occasioni dal direttore generale di viale Mazzini Luigi Gubitosi e l’inerzia inspiegabile di Vittorio Di Trapani, segretario dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. La convocazione è stata voluta dal comitato di redazione (Fabrizio Cappella, Enrico Deuringer, Gianni Occhiello) in vista dell’appuntamento romano del 16 e 17 otttobre di tutti i cdr dell’azienda.
Nel corso dell’assemblea napoletana, arrivata a rimorchio delle tante già tenute in altre sedi regionali (tra queste Roma, Milano, Campobasso) e nelle redazioni dei tg nazionali, sono intervenuti molti dei presenti: dopo la relazione del cdr Occhiello, integrata dall’altro cdr Cappella, hanno preso la parola, in ordine alfabetico, Annalisa Angelone, Massimo Calenda, Enzo Calise,

Anna Teresa Damiano, Carlo De Cesare, Antonella Fracchiolla, Maria Laura Massa, Enzo Perone, Guido Pocobelli Ragosta.
Le critiche sono state dure, in alcuni casi durissime e quindi non poteva non venire fuori un documento, approvato

Vittorio Di Trapani (*) e Luigi Gubitosi (**)

all’unanimità, di fortissima censura all’operato di Gubitosi e, in maniera più sfumata, all'immobilismo di Di Trapani che subisce in silenzio ciò che sta accadendo. Del documento citiamo soltanto qualche flash, ma merita di essere letto per intero.
I redattori di via Marconi definiscono “non più tollerabili i comportamenti dell’azienda e del direttore generale” e, per questo motivo, chiedono addirittura “un’audizione del cdr (napoletano, ndr) in commissione di Vigilanza”. Stigmatizzano l’ipotesi di Gubitosi di utilizzare le sedi regionali “come ‘ufficio di corrispondenza locale’ per le testate nazionali”. Contestano la scelta dell’Usigrai “di offrire ancora ramoscelli d’ulivo e collaborazione, a chi continua a mettere in discussione la professionalità dei giornalisti Rai (arrivando a definirli anche ‘privilegiati’ e ‘politicizzati’)”. Stilano poi un elenco di cinque richieste, ma è sufficiente fermarsi alla prima: “chiedono all’Usigrai di valutare tutte le iniziative, anche legali, e procedere contro il direttore generale per danno all’immagine ed esistenziale arrecato ai giornalisti Rai”.
Per chi segue con attenzione le vicende napoletane della Rai, ma anche per i telespettatori abituali del tgr il documento ha l’effetto di una nevicata a Ferragosto, suona come un ruggito che arriva da un cortile di campagna.

Massimo Calenda e Fabrizio Cappella

Il centro del progetto di Gubitosi è la riduzione dei tg, il taglio drastico di poltrone e poltroncine per eliminare doppioni e sprechi, la creazione di due newsroom, o gruppi di informazione, con due direttori soltanto, scelta in linea con i principali paesi europei. Si tratta di

un’operazione scontata in un’azienda che dice di essere sul mercato, ma che diventa oggi, in tempi di gravissima crisi, indispensabile e urgente.
Intervistato il 20 settembre da Carlo Tecce per il Fatto Quotidiano Gubitosi mostra al cronista una foto su un evento avvenuto pochi giorni prima a Napoli. “La Raidiceaveva sei troupe: questi sono sprechi. Voglio eliminare questo dispendio assurdo di denaro pubblico; e vediamo chi si vuole confrontare costruttivamente e chi vuole esclusivamente conservare potere”. E anche Iustitia ha segnalato il paradosso, e lo spreco, di sei redattori Rai di quattro testate diverse impiegati sul seguito della notizia del ragazzo ucciso da un carabiniere a Rione Traiano.
Chiudiamo con Napoli. Dire che tutti i giornalisti Rai sono ‘privilegiati’ e ‘politicizzati’ è un’affermazione falsa e ingiusta, ma che ci sia una fetta molto consistente di dipendenti assunti e promossi soltanto grazie a sponsor politici è documentato da articoli, inchieste, libri. E via Marconi non fa eccezione.

Per i privilegiati facciamo soltanto un esempio.
È corretto definire privilegiato un giornalista che da anni confeziona, quando va bene, un paio di servizi a settimana e percepisce uno stipendio di 3500 euro al mese? In Rai succede. Ripetiamo che a Napoli diversi

Anna Teresa Damiano e Gianni Occhiello

giornalisti sono stati assunti senza sponsor politici e hanno un livello professionale più che dignitoso, ma negli ultimi anni, se si esclude la breve stagione dell'estate del 2011, riscaldata da riunioni, assemblee e documenti, cosa hanno fatto i giornalisti e le giornaliste senza casacca quando venivano ignorate le regole elementari dell’informazione, con notizie importanti completamente ignorate e tg intasati da marchette?
Infine una battuta sul progetto di utilizzare le sedi regionali soltanto come ‘uffici di corrispondenza locale’. Non è forse inutile ricordare che molto spesso negli ultimi anni neanche la corrispondenza è stata garantita. Citiamo, ancora una volta, per i senza memoria soltanto qualcuna delle clamorose assenze del tg campano: nel gennaio 2005 l’Italia spezzata in due dalla neve ad Atena Lucana con la Salerno-Reggio Calabria paralizzata per giorni; la strage di Castelvolturno del settembre 2008; la frana con morti a Ischia nel maggio del 2006 quando Annamaria Chiariello per il Tg5 e per Sky Tg24 Paolo Chiariello stracciarono gli oltre quaranta redattori della sede di Fuorigrotta fornendo in diretta servizi a ripetizione mentre, molte ore dopo la tragedia, il tgr delle 14 si limitava a mostrare la cartina dell’isola d’Ischia.   


(*) Da www.associazione giornalisti.it
(**) Da www.dagospia.com