Mattino.it, impreciso
il ricordo di Scribani

PER OLTRE DIECI anni Elio Scribani, scomparso il 21 agosto, è stato il capo della nera, e poi della giudiziaria, del Mattino.
Nato a Napoli il 23 maggio del ’50, professionista dal 1983, praticantato al settimanale Napoli Oggi con Orazio Mazzoni, capo cronista al quotidiano Napolinotte, per alcuni anni collaboratore del Mattino prima alla redazione di Benevento con Giovanni Virnicchi e in cronaca a Napoli con Carlo Franco, Scribani viene assunto al giornale che aveva allora la sede a via Chiatamone, insieme a Gigi Di Fiore e Francesco

Marolda, il primo agosto del 1988 da Pasquale Nonno, che quattro anni dopo lo promuove capo servizio e responsabile della cronaca nera. Incarico confermato dal direttore Paolo Graldi che nel ’95 gli assegna anche la giudiziaria. Sono anni di

Renato Caprile e Paolo Graldi

grande lavoro e successi professionali che via via si scoloriranno con l’arrivo di Mario Orfeo alla direzione del giornale nel 2002.
Nel 1999 firma 169 tra inchieste e articoli, l’anno successivo 155, nel 2001 sono 160, 135 nel 2002. Poi arriva una clamorosa flessione: 45 nel 2003, l’anno successivo 41, nel 2005 nel mese di settembre gli viene commissionato un solo articolo. I responsabili dell’operazione secondo il responsabile di nera e giudiziaria sono, con il direttore, i suoi fedelissimi: Claudio Scamardella, Carlo Nicotera e Vittorio Del Tufo.
Decide allora di rivolgersi alla magistratura per vedere riconosciuta l’evidente dequalificazione professionale che va avanti nei suoi confronti in maniera metodica e inesorabile e si affida a un autorevole studio di avvocati milanesi formato da Caterina Malavenda, Bruno Amato, Giulia Di Bella con il corrispondente da Napoli Valerio Romano. È fiducioso, consapevole del lavoro straordinario compiuto dal 1988 e deposita centinaia di pagine di documenti, compreso l’ordine di servizio firmato da Nonno che lo nomina responsabile della nera.
Il fascicolo viene affidato al giudice del lavoro del tribunale di Napoli Michele Caroppoli. L’azienda sostiene che l’incarico di capo di nera e giudiziaria sarebbe stato revocato con una anomala comunicazione orale. Vengono ascoltati i testimoni e Caroppoli con una decisione a sorpresa respinge la richiesta di Scribani. È un colpo tremendo e il giornalista

Giuseppe Crimaldi e Gigi Di Fiore

decide di non presentare neanche appello. Nel giugno 2009 è nella lista dei prepensionati e viene spedito a casa. Nell’autunno del 2019 un altro dolore terribile: muore per un tumore l’amico di una vita, l’inviato di guerra di Repubblica Renato

Caprile, insieme al quale aveva mosso i primi passi professionali a metà degli anni Settanta in una radio ‘libera’ al corso Vittorio Emanuele II.
Il Mattino pubblica il 22 agosto un ricordo di Scribani affidato a Gigi Di Fiore. La cronista Chiara Graziani gli dedica un necrologio affettuoso, riconoscente e lunghissimo.
Il giorno precedente la notizia della scomparsa è stata messa in rete dal Mattino.it con un servizio di Giuseppe Crimaldi. La squadra dell’on line, guidata da Alessio Fanuzzi, incorre di frequente in cantonate e scivoloni; in questo caso però ci si poteva attendere un po’ di attenzione dal momento che la notizia riguardava la morte di un giornalista del Mattino. Ma il team (vicario Marco Perillo con Paola Perez, Cristiano Tarsia e Fulvio Scarlata) non fa preferenze e la papera non risparmia nessuno: nonostante Crimaldi nel pezzo riporti correttamene “a 73 anni si è spento stamattina” Elio Scribani, il deskista riesce a scrivere nell’occhiello “storica firma del Mattino, è scomparso a 71 anni”.