Petino: stallo Ordine,
ora tocca ai magistrati

“IL RICONTEGGIO del voto napoletano del 26 maggio richiede non più di sessanta minuti; la giurisprudenza costante dell’Ordine va nella direzione di ricontare le schede di fronte a un ricorso per arrivi al fotofinish: non credo ci siano arzigogoli pseudo giuridici per impedire un controllo accurato e definitivo del risultato elettorale”. Il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Pierluigi Roesler Franz è perentorio ed è determinato a non lasciar passare,

con la decisione adottata dal consiglio nazionale sul reclamo presentato dal giornalista Pier Paolo Petino, un precedente pericoloso. È indispensabile a questo punto un velocissimo riepilogo di quanto già accaduto. Il voto per il ballottaggio al consiglio


Enrico Paissan e Pierluigi Roesler Franz

dell’Ordine dei giornalisti della Campania si conclude, dopo che le schede sono state contate quattro volte con quattro esiti diversi, con Pino De Martino sesto e ultimo eletto, seguito a un solo voto di distanza da Massimiliano Amato, primo dei non eletti, e Pier Paolo Petino che presenta subito reclamo all’Ordine nazionale.
Il reclamo viene respinto due volte dalla commissione riscorsi, con un parere per molti aspetti lacunoso firmato da consiglieri Antonio Borra, Aleandro Di Silvestre e Santo Gallo e il consiglio nazionale respinge con un voto netto il reclamo: 94 voti a favore, un solo voto contrario e dodici astenuti. Ma la vicenda non è chiusa.
Roesler Franz, assente al momento del voto, scrive una lettera al presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino per mettere in evidenza che “la decisione del consiglio nazionale appare viziata da un evidente errore che ne inficia alla radice la sua validità giuridica”. Gli chiede quindi “il suo annullamento in autotutela con equità, buon senso e nel pieno rispetto della legalità degli atti della pubblica amministrazione”. Iacopino cerca invece una soluzione per non riaprire il caso e commissiona un parere pro veritate a uno degli avvocati dell’Ordine nazionale, Michele Damiani, che impiega undici


Leandro Del Gaudio e Fabio Postiglione

pagine per dichiarare “inammissibile” la richiesta di annullamento in autotutela della delibera del consiglio nazionale e per confermare, ovviamente, la bocciatura del reclamo di Petino.
Il 18 dicembre il consiglio dell’Ordine per la seconda volta decide il rigetto della

richiesta di riconteggio, ma con una maggioranza molto diversa dalla precedente: 39 favorevoli alla bocciatura, 17 contrari e 24 astenuti.
Due giorni dopo dieci consiglieri nazionali (Pierluigi Roesler Franz, Enrico Paissan, Renzo Magosso, Attilio Raimondi, Giuseppe Gulletta, Guido D’Ubaldo, Gianfranco Ricci, Mimmo Marcozzi, Leonardo Romeo e Elvisio Vinti) indirizzano a Iacopino, ma anche al vice presidente e al segretario dell’Ordine nazionale e al presidente della commissione ricorsi, una richiesta di memoria integrativa al parere pro veritate dell’avvocato Damiani “che chiarisca tutti i possibili dubbi e discrasie”. E “dubbi e discrasie” i dieci consiglieri ne elencano a raffica nella richiesta di integrazione.
Verrà superato l’inspiegabile muro di gomma che si oppone all’elementare e ‘dovuto’ riconteggio delle schede? Non c’è da essere ottimisti. In questo caso rimarrebbe soltanto un ultima strada: il ricorso alla magistratura.
La legge istitutiva dell’Ordine, con le successive integrazioni, prevede che entro trenta giorni dalla notifica della decisione del consiglio nazionale “possono proporre il reclamo all'autorità giudiziaria sia l'interessato sia il procuratore della Repubblica e il procuratore generale competenti per territorio (il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, il procuratore generale Vittorio Martusciello, ndr)”. La decisione sul reclamo è di competenza del “tribunale in composizione collegiale del capoluogo del distretto in cui ha sede il Consiglio regionale o interregionale dell'Ordine dei

giornalisti presso cui il giornalista è iscritto o dove l'elezione contestata si è svolta e al giudizio partecipa il pubblico ministero (quindi il tribunale di Napoli, ndr)”.
Ma il collegio chiamato a decidere ha una composizione anomala perché viene integrato con


Manuela Galletta e Angelo Peluso

la presenza di due giornalisti: “presso il tribunale e presso la corte d'appello il collegio è integrato da un giornalista e da un pubblicista nominati in numero doppio, ogni quadriennio, all'inizio dell'anno giudiziario dal presidente della corte d'appello su designazione del Consiglio nazionale dell'Ordine”.
E l’Ordine nazionale nella seduta di metà dicembre ha designato gli otto giornalisti-giudici campani: per i professionisti, tutti cronisti di giudiziaria, in primo grado il componente effettivo del collegio è Dario Del Porto (Repubblica), il supplente Manuela Galletta (Cronache di Napoli), mentre in secondo grado l'effettivo è Leandro Del Gaudio (Mattino), e il supplente Fabio Postiglione (Roma); per i pubblicisti, tutti avvocati, i componenti sono il penalista Maurizio Loiacono (effettivo) e il civilista Francesco Affinito (supplente) per il primo grado, mentre per il giudizio d’appello il penalista Angelo Peluso (effettivo) e il civilista Gianluca Actis (supplente).