Al Mattino assemblea
e tre contratti a termine

IL 30 NOVEMBRE nella sala Siani di via Chiatamone si è svolta l’assemblea dei redattori del Mattino per una verifica dell’accordo siglato otto mesi fa dall’azienda e dal cdr (Gerardo Ausiello, Marisa La Penna e Luigi Roano) sul terzo stato di crisi dalla durata biennale, dal primo aprile 2015 al 31 marzo 2017, che prevede il prepensionamento di diciannove redattori.
Affollata l’assemblea e numerosi gli interventi condensati nel documento finale che riconosce l’impegno e i risultati ottenuti dal direttore Alessandro

Barbano: pur nella continua, inarrestabile contrazione delle vendite il Mattino ha allargato la sua fetta di torta sul mercato regionale dal 51 al 54 per cento. Insieme agli attestati ci sono le note critiche.
Nei confronti di Massimo Garzilli, che a gennaio festeggia l’ottavo anno da direttore amministrativo in pensione, ma in realtà in servizio a tempo pieno, viene sollecitato il varo del nuovo sistema editoriale, Cms, che doveva entrare in funzione a ottobre.

Alessandro Barbano

Ma l’elenco delle “fortissime criticità” riguarda soprattutto l'organizzazione del lavoro decisa dal direttore cui vengono indirizzati quattro rilievi. Il primo è centrato sulle riunioni di redazione “lunghe e frequenti” che costringono di fatto i giornalisti a lavorare “le pagine soltanto a pomeriggio inoltrato”.
Il secondo dipende da una certa volubilità del vertice che, pur “in assenza di novità di rilievo”, molto spesso decide di rifare quanto è stato concordato nelle “innumerevoli riunioni” tenute nel corso della giornata. E “le frequenti modifiche dei menabò determinano ritardi nella fattura del giornale che ha in organico un solo grafico”, Riccardo Marassi.
Il terzo rilievo riguarda l'aumento delle pagine non sempre dettato dalla crescita della pubblicità che comporta un “aggravio dei carichi di lavoro”, “diseconomie tra i settori” e la necessità di richiamare “giornalisti dalle corte e dalle ferie”, a conferma che il quotidiano viene costruito pensando a risorse professionali che non corrispondono “alle reali forze in campo”. 
Il quarto rilievo è sulla pianificazione del giornale che “troppo spesso ha contenuti calati dall’alto”, costruito soprattutto per temi con la conseguenza

Riccardo Marassi

di “comprimere lo spazio per le altre notizie”. In qualche modo collegata a questa critica è la segnalazione di un “uso continuo dei collaboratori di fascia alta” che “sottrae spazio alle notizie con il paradosso che si prediligono i commenti e non le notizie stesse”, come viene confermato dalle “due pagine interamente dedicate ai commenti”.
L’assemblea ha quindi affidato al cdr il compito “di aprire un confronto con la

direzione sul piano dell’organizzazione del lavoro e con l’azienda sugli investimenti che dovranno essere attuati”.
Intanto Barbano continua a fare colloqui per selezionare i giornalisti da assumere con contratto a termine per coprire tre caselle scoperte: una a Caserta per l’aspettativa chiesta da Marilù Musto assunta in sostituzione di Rosaria Capacchione eletta al Senato nel febbraio 2013; la seconda a Napoli, all’economia, per Maria Paola Milanesio, che è una dei redattori da prepensionare; la terza liberata da Paolo Russo passato a curare l’ufficio stampa di Vincenzo De Luca, casella formalmente su Napoli, ma che verrà utilizzata per coprire un vuoto alla redazione di Caserta.
Gli incontri del direttore per ora procedono a rilento. L’unico contratto definito è quello di Mary Liguori, napoletana, trentatre anni, da otto pubblicista e da sette mesi professionista, corrispondente del Mattino per l’area San Giorgio, Portici, Ercolano e Pollena Trocchia, che ha già lavorato a Caserta sulla casella Musto dallo scorso aprile e, dopo una pausa di un paio di mesi, dal 7 dicembre si riprende la scrivania.
Anche il secondo contratto sembrava assegnato. Su Milanesio lavorava Sergio Governale, professionista molto stimato in redazione. Ma a ottobre

gli è stata assegnata una cattedra a scuola e a quarantotto anni compiuti, dopo otto anni in banca e quindici da giornalista, ha scelto la certezza della cattedra alla precarietà di un altro contratto di sostituzione.
Barbano ha offerto il contratto ad Antonio Menna che prima ha accettato, ma al momento della firma ci ha ripensato. Natali potentini, quarantasette anni, da ventitre pubblicista e da quest’anno professionista, corrispondente del Mattino, con articolo

Sergio Governale

12, da Giugliano e dal litorale domizio dal 1991, Menna ha accantonato il sogno, faticoso, di fare il cronista a via Chiatamone e deciso di andare avanti con le attività già avviate: collabora con il quotidiano on line Retenews24 e, soprattutto, scrive libri. Il terzo, un giallo edito nello scorso gennaio da Guanda, ha un titolo alla Wertmüller, ‘Il mistero dell’orso marsicano ucciso come un boss ai quartieri spagnoli’, ed è stato tradotto in Francia.
Quindi, messi da parte un insegnante e uno scrittore, Barbano ha ripreso la ricerca di giovani talenti resistenti al precariato.