Corecom, esposti
in Procura e al Tar

Parte male, e non è una novità, il nuovo Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni, i cui nove componenti sono stati eletti il 13 gennaio dal consiglio della Regione Campania. La maggioranza si è accaparrata sei poltrone: con il presidente Lino Zaccaria, ci sono Donato Affinito, Elisabetta Diletto, Francesco Ferraro, Emanuela Romano e Gianni Russo; l’opposizione ha incassato le altre tre: Sandro Feola, Andrea Palumbo e Ilaria Perrelli. Per ognuno l’agenzia Il Velino, con un lancio

firmato da Carlo
Porcaro
, segnala la targa di partito e/o lo sponsor personale. Sono state presentate 386 domande; dalle 358 ammesse sono saltati fuori i nove eletti, ma non tutti avrebbero le carte in regola.
“Uno dei candidati non si è dimesso da assessore


Carlo Porcaro, Gianni Russo e Lino Zaccaria

comunale, - denuncia a Iustitia Remigio Del Grosso, segretario nazionale della Lega consumatori delle Acli e candidato al Corecom bocciato - prima di presentare la domanda, così come prescrive la legge regionale n. 9 del 2002, richiamata espressamente dal bando emesso dalla Regione e pubblicato sul Burc n. 58 del 23 agosto 2010. Nonostante ciò la domanda è stata accolta e il candidato è stato votato, e nominato, da ben 29 consiglieri regionali”.
Del Grosso si riferisce a Emanuela Romano, dalla scorsa primavera assessore ai Servizi sociali e politiche del lavoro a Castellammare di Stabia, comune guidato da Luigi Bobbio, diventata famosa due anni fa quando i giornali scrissero di un gruppetto di ragazze napoletane, e tra queste l'attuale consigliere della Provincia di Napoli Francesca Pascale, ospiti in Costa smeralda della villa del presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
Altri dubbi sono stati sollevati sulla nomina del presidente per una presunta incompatibilità, probabilmente infondata, con l’incarico che ricopre all’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, e su Andrea Palumbo, in passato amministratore di una delle emittenti che dovrebbe controllare. C’è poi il caso di Gianni Russo, unico confermato del Corecom precedente, già protagonista di un contratto con produzione fantasma alla Provincia di Napoli (oggetto di un'interrogazione firmata da Luigi Rispoli e da altri cinque consiglieri di An), eletto al Corecom nell’autunno del 2008 in quota centro sinistra ed ora nella pattuglia di centro destra. La legge sul Corecom non punisce il trasformismo, però vieta espressamente la rieleggibilità per due mandati consecutivi, ma potrebbe essere stata modificata da una norma successiva.
“Alcuni consiglieri – segnala ancora Del Grosso – sostengono che tra tutti i gruppi presenti in consiglio regionale è stata concordata una ‘conventio ad escludendum’ dei candidati non residenti nella regione. Alla luce di queste


Gianni Letta, Luigi Rispoli e Paolo Romano

gravi irregolarità il decreto di nomina dei componenti del Corecom Campania è da ritenersi nullo e il relativo iter dovrà essere reiterato ab initio”.
In attesa che il presidente del consiglio regionale Paolo Romano faccia chiarezza sulla situazione, Del Grosso ha preparato il

ricorso al Tar e una denuncia alla procura della Repubblica di Napoli, che già sta indagando sul Corecom campano per altre ipotesi di reato. E c’è da prevedere che altri esclusi si assoceranno alle iniziative del segretario della Lega consumatori.
Accanto alla linea giudiziaria, Del Grosso sta lavorando sul fronte politico. Il 20 gennaio ha indirizzato al presidente del consiglio regionale, e per conoscenza al sottosegretario Gianni Letta, presidente della commissione per l’accesso agli atti e ai documenti amministrativi, per avere in originale tutta la documentazione relativa alla procedura di nomina e i curricula di tutti i candidati che hanno raccolto voti di preferenza”. L’obiettivo è verificare la competenza specifica degli eletti anche perché si parla di candidati con curricula imbarazzanti.
“In Piemonte – ricorda Del Grosso – il centrosinistra aveva designato a presiedere il Corecom Massimo Negarville, già segretario dei Ds di Torino, fino alla costituzione del Pd. Non essendosi mai occupato nella propria carriera di problematiche delle comunicazioni, la nomina era sembrata ai più un fatto di lottizzazione politica di organismi tecnici che invece dovrebbero essere (e anche apparire) indipendenti. Perciò nel luglio 2009 il Tar del Piemonte ha rimosso il presidente Negarville e un membro del Corecom, perché non avevano la competenza e l'imparzialità richieste dall'incarico”.
Il Piemonte è in territorio italiano. Anche la Campania è in territorio italiano?