Si accendono sul Corecom
i riflettori di Procura e Tar

SI VANNO MOLTIPLICANDO nelle stanze della Regione Campania i segnali da ‘‘ultimi giorni di Pompei’; alcuni sono segnali preoccupanti, altri di interesse giudiziario, altri ancora bizzarri o grotteschi. Decidete voi a quale categoria assegnare la prima riunione del nuovo Corecom tenuta il 22 dicembre: per l’insediamento degli otto componenti guidati dal presidente Gianni Festa è stata indirizzata alla presidente del consiglio regionale Sandra Lonardo Mastella la richiesta di un fotografo, richiesta puntualmente

esaudita dal cerimoniale.
Una ventina di giorni prima i rappresentanti di tutte le Regioni italiane hanno sottoscritto a Roma un accordo quadro sui Comitati


22 dicembre. L'insediamento del nuovo Corecom

regionali per le comunicazioni (Corecom), che prevede non meno di tre e non più di cinque componenti, per contribuire al contenimento della spesa pubblica. La Regione Campania, sempre sensibile al contenimento delle spese, aveva da tempo dato la sua adesione, ma ciò non ha impedito il 13 novembre scorso alla Lonardo e alle forze politiche della maggioranza di mettere all’ordine del giorno del consiglio l’elezione di un Corecom a nove componenti, quando mancano meno di diciotto mesi alle elezioni regionali.
Perché l’accelerazione, quando logica avrebbe suggerito la rapida approvazione di una legge di adeguamento alle direttive nazionali? Difficile trovare risposte. Resta il dato del bilancio annuale della Regione che prevede 50mila euro per il funzionamento e 400mila per l’indennità dei componenti.
Alla presidenza del Corecom, come è noto, è stato eletto Gianni Festa, con 34 voti su 51 presenti; si è poi passati ai componenti, eleggendone sei: Francesco D’Ippolito, che ha incassato 26 preferenze, seguito, con 24 voti, da Brunella Cimadomo, Giuseppe Giordano e Enzo Todaro, poi a chiudere Gianni Russo con 20 e Pietro Funaro con 18. Per completare la


Francesco D'Ercole, Sandra Lonardo e Fulvio Martusciello

squadra è stato necessario il 20 novembre un ballottaggio che ha visto vincitori Vincenzo Marino Cerrato, che ha raccolto 27 preferenze su 31 presenti, e Giovanni Scala che di voti ne ha ottenuti 17. Il vertice del comitato è stato completato nella seduta

del 22 dicembre quando Festa ha affidato l’incarico di vice presidente al salernitano Enzo Todaro, giornalista professionista dal 1962 e settantacinque anni compiuti nello scorso giugno. Sui nomi del nuovo Comitato si è registrata la solita evanescente resistenza dell’opposizione, con le proteste di Francesco D’Ercole (Alleanza nazionale) e Fulvio Martusciello di Forza Italia perché i nove non erano rappresentativi di tutte le forze politiche. Per il blitz di Lonardo & company hanno invece dimostrato di prendersela davvero i membri uscenti del Comitato, a cominciare dall’ex presidente Norberto Vitale e dall’ex vice Riccardo Plazza
Già a metà ottobre in quattro, con presidente e vice i componenti Roberto Colizza e Anna Maria Liucci, avevano indirizzato al presidente della giunta Bassolino, alla Lonardo e ai sessanta consiglieri regionali una serie di rilievi sui candidati al nuovo Corecom, concentrando l’attenzione sulla presunta ineleggibilità  del presidente annunciato Gianni Festa. Subito dopo il voto del 13 novembre Vitale è tornato alla carica con una dichiarazione all’Ansa indirizzata contro i rappresentanti dei giornalisti: “In quanto giornalista

professionista, chiederò conto all'Ordine e all'Assostampa campani di alcune dichiarazioni 'superficiali' rese sulle problematiche del Corecom ed anche sulle attività, iniziative ed incontri del tutto irrituali tenute dai vertici dei due organismi (Ottavio


Roberto Colizza, Riccardo Plazza e Norberto Vitale

Lucarelli per l’Ordine e Enzo Colimoro per il sindacato regionale, ndr)  per la scelta dei componenti del Corecom". Nella conferenza stampa tenuta pochi giorni dopo nella sede del Corecom Vitale è ancora più duro: “L’opposizione si lamenta di non essere rappresentata, ma i posti che mancano alle forze di centro destra se li sono presi l’Assostampa e l’Ordine”. Un mese dopo il voto in consiglio regionale, Vitale e gli ex Corecom Riccardo Plazza, Roberto Colizza, Vincenzo Gazzillo e Isidoro Tardivo, assistiti dall’avvocato Luigi Adinolfi, hanno presentato un ricorso al Tar, chiedendo “l’annullamento previa sospensiva delle delibere del Consiglio regionale con le quali si è proceduto all’elezione del presidente e dei componenti del Corecom”. Del ricorso, articolato in sedici pagine e centrato sulla presunta ineleggibilità della maggioranza dei componenti del nuovo Corecom, si sta occupando la prima sezione del Tar, presieduta da Antonio Guida.
Oltre ai giudici amministrativi, sono al lavoro sulle vicende del Corecom alcuni


Pietro Funaro, Paolo Graldi e Isidoro Tardivo

sostituti della procura di Napoli. Un fascicolo è affidato al pm Francesco Soviero, che aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip Andrea Rovida ha disposto una integrazione delle indagini. A un secondo filone sta lavorando il sostituto Antonio D’Alessio,

d’intesa con il procuratore aggiunto Aldo De Chiara. Nello scorso ottobre, nell’ambito dell’operazione ‘Onde rotte’ condotta dal pm D’Alessio, il giudice per le indagini preliminari Pia Diani ha firmato quattro ordinanze di custodia cautelare e nove avvisi di garanzia, di cui sette indirizzati a componenti del Corecom allora in carica.
Delle indagini della procura Festa dichiara di non sapere niente, ma pensa di essere in regola sul fronte Tar. Avellinese, sessantotto anni compiuti a dicembre, da trenta professionista, Festa nel 1978 viene assunto al Mattino dal direttore Orazio Mazzoni, in una terna irpina che comprende Antonio Aurigemma e Giuseppe Pisano; a via Chiatamone sale tutti i gradini e lascia nel maggio del 1995 da redattore capo con direttore Paolo Graldi. Sei mesi dopo dà vita al quotidiano Ottopagine, in tandem con l’editore Camillo Caruso, imprenditore del settore sanitario; nell’aprile del 2000 il tandem si rompe e Festa nel giro di un mese riparte con un nuovo giornale, il Corriere

dell’Irpinia, in società con i tre figli, di cui i primi due giornalisti: Carmine, Natascia e Simona.
Nel luglio 2005 Festa ha inviato una dichiarazione al Corecom con la quale sostiene di non trovarsi “in alcuna delle condizioni di incompatibilità di cui all’articolo 4 della legge regionale numero 9 del 2002 e successive integrazioni”, ma il quadro che emerge dalla


Gianni Festa e Enzo Todaro

documentazione presentata dagli ex Corecom appare molto diverso. “Dallo scorso novembre – dichiara a Iustitia Festa – ho lasciato la direzione del Corriere dell’Irpinia, non ricopro più cariche societarie e ho ceduto le quote della srl Proposta Sud, che edita il Corriere”.