Trenta mesi a Napoletano,
“sbalordito e innocente”

IL 31 MAGGIO si è concluso il primo round del processo che vedeva imputato Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 ore dal marzo 2011 al marzo 2017. La seconda sezione del tribunale di Milano, presieduta da Flores Giulia Maria Tanga, ha condannato il giornalista, difeso dagli avvocati Guido Alleva e Edda Gandossi, a due anni e sei mesi di reclusione, al pagamento delle spese legali, a una multa di 50mila euro e a risarcire le parti civili. I reati contestati sono stati false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo per i quali la pubblica accusa, con il

pm Gaetano Ruta (passato poi alla Procura europea), aveva chiesto una condanna a quattro anni ritenendolo “amministratore di fatto o comunque contitolare di un potere che gli consentiva di avere

Guido Alleva e Gaetano Ruta

una buonuscita molto significativa qualora fosse stato licenziato, a dimostrazione di una relazione in cui poteva chiedere e ottenere”.
Sono sbalordito e, soprattutto, innocente”, è stato il commento di Napoletano dopo la sentenza contro la quale ha annunciato appello da presentare dopo i novanta giorni previsti per il deposito della sentenza.
Nel febbraio del 2019 il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio di Napoletano, dell’ex presidente del Sole Benito Benedini e dell’ex amministratore delegato Donatella Treu. I due dirigenti hanno poi deciso di patteggiare, venendo condannati nell’ottobre del 2019 il presidente a un anno e sei mesi e al pagamento di 100mila euro e l’amministratore a un anno e otto mesi e 300mila euro.
La condanna di Napoletano è stata pubblicata con rilievo diverso da tutti i giornali, a cominciare dal Sole 24 Ore, dal Corriere della Sera e da Repubblica; servizi più completi sono apparsi su la Stampa, e sul Fatto Quotidiano e La Verità che hanno anche il richiamo in prima.
Silenzio invece dal Messaggero di Massimo Martinelli e dal Mattino con Federigo Monga al passo d’addio. Ma è noto che l’editore Francesco Gaetano Caltagirone è molto legato a Napoletano che nel 2006 ha voluto alla guida del Messaggero, senza dimenticare che nel

Benito Benedini e Donatella Treu

libro ‘Padroni d’Italia’ il giornalista ha dedicato il capitolo più lungo, 44 pagine, proprio all’editore romano.
La sentenza milanese è stata per Napoletano una doppia tranvata,

sul piano economico e sul versante professionale. Se in appello dovesse arrivare una conferma della condanna si aprirebbero spazi per onerosissimi risarcimenti da centinaia di migliaia di euro. Sul secondo fronte il giornalista nolano si era costruito da tre anni una nicchia alla guida del Quotidiano del Sud e in queste settimane stava coltivando il progetto di ritornare al Mattino da direttore.