Crescentini denuncia
la Cgil per mobbing

CONTINUA TESTARDO la sua battaglia Ciro Crescentini per difendere venticinque anni di lavoro nel sindacato. Per il licenziamento deciso nel settembre 2007 dalla Fillea-Cgil, il sindacato degli edili, e firmato da Giovanni Sannino, allora segretario Fillea provinciale, oggi regionale, si

svolgerà il 12 dicembre la prima udienza della causa di merito davanti al giudice del tribunale di Napoli Maria Rosaria Lombardi. Nel marzo scorso la Lombardi ha respinto il ricorso d’urgenza presentato dagli avvocati del sindacalista, Giuseppe Marziale e


Ciro Crescentini, Michele Gravano e Giuseppe Marziale

Patrizia Totaro, decisione confermata in sede di reclamo dal collegio della sezione lavoro, formato dal presidente Antonietta Savino, dai giudici Maria Pia Mazzocca e Maria Chiodi, relatrice.
"Abbiamo davanti una strada in salita; - dichiara a Iustitia Crescentini – ma io sono ottimista per tre motivi: i testimoni, il contratto dei dipendenti Cgil, la questione etica”. E chiarisce che il primo teste sarà lui stesso perché finora non ha potuto raccontare la vicenda incredibile di cui è stato protagonista. Nell’elenco testi depositato da Crescentini ci sono quaranta tra operai e dirigenti sindacali; tra questi Anna De Biase, che è stata componente del direttivo nazionale della Fillea, e Alberto Trama, ex membro del direttivo provinciale Fillea. “La Cgil non ha citato testi, - dice il sindacalista licenziato – ma io spero che i dirigenti, dal segretario regionale Michele Gravano, al provinciale Giuseppe Errico, a Giovanni Sannino, verranno in aula a spiegare il licenziamento al giudice, a me, all’opinione pubblica che ancora ripone speranze nel sindacato”.
Nella fase d’urgenza l’avvocato Marziale aveva chiesto, inutilmente, al giudice di ottenere dalla Cgil copia del contratto dei dipendenti. Dal contratto finalmente recuperato emergerebbero due novità importanti: non esisterebbe un’autonomia organizzativa delle singole categorie, ma tutto fa capo alla Cgil come confederazione di categorie; prima di adottare un provvedimento ‘finale’


Giovanni Sannino, Patrizia Totaro e Alberto Trama

come il licenziamento, è previsto un iter articolato che nel caso di Ciro Crescentini sarebbe stato completamente disatteso.
Infine la “questione morale”. “Pochi giorni dopo il licenziamento – ricorda Crescentini – venni intervistato da Liberazione e parlai, tra

l’altro, della necessità di aprire all’interno della Cgil campana una ‘questione morale’. Quell’intervista è alla base della mia espulsione dalla Cgil, chiesta da Gravano e Sannino e suggellata il 24 aprile scorso dal comitato di garanzia interregionale del sud, presieduto da Sandro Del Fattore. La cronaca degli ultimi mesi, con arresti e avvisi di garanzia a esponenti di rilievo della Cgil, ha purtroppo confermato che la questione morale all’interno del sindacato di via Torino esiste ed è questione grave”.
Crescentini si riferisce a due vicende. La prima risale all’otto agosto quando, per le indagini condotte dal pm della procura di Napoli Gloria Sanseverino, vengono arrestati Vincenzo Stanzione, responsabile dell’ufficio vertenze dell’area giuglianese della Cgil, e i fratelli Giuseppe e Giovanni Maisto, titolari del ‘Centro commerciale Giugliano’. Insieme avrebbero imposto ai lavoratori la sottoscrizione di verbali di transazione fasulli. Nella seconda metà

di novembre arriva per la Cgil la seconda tegola, ancora più pesante perché tocca i vertici regionali. Nell’ambito dell’inchiesta che vede protagonista il presidente dell’Autorità portuale di Napoli Francesco Nerli, ricevono un avviso di garanzia due sindacalisti,


Federica Bonadies, Federico Libertino e Gloria Sanseverino

Ciro Ascione della Cisl e Federico Libertino della Cgil; il titolare dell’inchiesta è il pm della procura di Napoli Francesco Curcio, che sta indagando anche sulle denunce presentate nel gennaio 2007 da Crescentini, e i reati ipotizzati nella vicenda Nerli sono truffa e abuso di ufficio collegati ad alcune assunzioni. Libertino, per anni al vertice della Cgil trasporti, dallo scorso luglio è stato promosso componente della segreteria regionale e viene (o veniva) considerato il favorito nella corsa a raccogliere l’eredità di Gravano alla guida della Cgil campana.
“Dall’avviso di garanzia a Libertino, – fa notare il sindacalista licenziato – con vicende che presentano gravi implicazioni familiari, sono trascorse più di due settimane, ma non si ha notizia di iniziative di Gravano, nè del segretario nazionale Guglielmo Epifani: si tratta di un’inerzia francamente inspiegabile”.
Intanto il 2 dicembre, con l’assistenza dell’avvocato Maria Federica


Anna De Biase, Giuseppe Errico e Enrico De Notaris

Bonadies, Crescentini ha avviato una richiesta di risarcimento danni per mobbing e danno biologico nei confronti della Fillea. Per ora, seguendo l’iter indicato dalla legge, è stata data comunicazione alla commissione per la conciliazione della

direzione provinciale del lavoro di Napoli e informata la Fillea. Secondo Crescentini e l’avvocato Bonadies, le iniziative tese a condizionare pesantemente la sua attività di sindacalista sarebbero cominciate nell’autunno del 2006, con danni significativi certificati da una relazione sottoscritta da Enrico De Notaris, ricercatore dell’area funzionale di Psicoterapia del II Policlinico.