Sciopero Fnsi: in Campania
escono 14 quotidiani su 16

A NAPOLI CRONACHE con direttore responsabile Domenico Palmiero e direttore editoriale Giovanni Lucianelli, il Denaro edito e diretto da Alfonso Ruffo, Metropolis fondato e diretto Giuseppe Del Gaudio, Napolipiù fondato e guidato da Giorgio Gradogna, il Roma guidato da Antonio Sasso; ad Avellino il Corriere dell’Irpinia diretto da Gianni Festa e Ottopagine guidato da Federico Festa; a Benevento il Sannio fondato e

diretto dallo stampatore Luca Colasanto, consigliere regionale di Forza Italia; a Caserta il Corriere diretto da Gianluigi Guarino, la Gazzetta guidata da Pasquale


Gigi Casciello, Giuseppe Del Gaudio, Gennaro Malgieri e Antonio Sasso

Clemente, il Giornale con direttore responsabile Giuseppe Venditto, il Quotidiano di Caserta diretto da Luca Colasanto; a Salerno il Salernitano guidato da Gigi Casciello e Cronache del Mezzogiorno, edizione salernitana di Cronache dell’Indipendente, con direttore Gennaro Malgieri e vice direttore responsabile Giancristiano Desiderio (entrambi dell’Indipendente) e servizi giornalistici affidati a due service, Mediapress 2001 e Publishing, con direttore editoriale Tommaso D’Angelo.
Il lungo elenco comprende i quotidiani campani che il primo e il due ottobre, nei giorni di sciopero proclamati dalla Federazione della stampa nell’ambito della vertenza con la Federazione degli editori per il rinnovo del contratto di lavoro, sono andati in edicola; in totale quattordici testate, di cui nove tra Napoli e Caserta. Decisamente più breve l’elenco dei quotidiani bloccati dallo sciopero dei giornalisti: il Mattino diretto da Mario Orfeo e La Città, il quotidiano salernitano che fa parte del Gruppo Espresso ed è diretto da Luigi Vicinanza.
Lo sciopero è stato quindi una débâcle da un punto di vista sindacale, ma non è di questa opinione il presidente dell’Associazione napoletana della stampa


Luigi Vicinanza e Gianni Ambrosino

Gianni Ambrosino. Nel comunicato diffuso il 4 ottobre, con in calce la “viva preghiera di pubblicazione e di affissione nell’albo di redazione”, Ambrosino dichiara: “L’Associazione napoletana della stampa giudica positivamente l’andamento dello

sciopero per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro”. Forse se i giornali ‘saltati’ fossero stati tre o quattro avrebbe parlato di “andamento” trionfale.
Ma di positivo non c’è niente se anche nelle redazioni maggiori (Mattino, Repubblica e Corriere del Mezzogiorno) si sono registrati malumori, dissensi, perplessità. Del resto va detto che non ci sono state iniziative da parte dell’Assostampa per informare dettagliatamente i giornalisti sullo scontro aspro che oppone la Fnsi agli editori, a meno di non voler considerare iniziative di mobilitazione le lettere di rito che vengono inviate in queste occasioni ai cdr e ai fiduciari. E l’inerzia dei dirigenti della Napoletana non si è limitato alla mancata mobilitazione per il rinnovo del contratto. Fino ad oggi non c’è stata alcuna iniziativa nei confronti degli editori (e dei direttori) di quotidiani che pure percepiscono ogni anno milioni di euro di contributi pubblici, come il Denaro di Ruffo, e non hanno il comitato di redazione o, come nel caso del Roma, hanno dall’estate del 2003 un cdr con soli due componenti. Un’anomalia denunciata al congresso della Fnsi tenuto nel novembre scorso con un ordine del giorno che sollecitava il governo a concedere i finanziamenti pubblici soltanto agli editori che osservano le leggi e

il contratto di lavoro. Intanto rispetto allo sciopero precedente, tenuto a metà giugno, c’è da segnalare un passo indietro, con il dietrofront dei redattori di


Pasquale Clemente, Gianni Festa, Gianluigi Guarino e Giuseppe Venditto

Napolipiù, che si sono riuniti in assemblea e, a maggioranza, hanno deciso di far uscire il giornale. Soltanto due (Giuseppe Porzio e Antonio Vastarelli, componenti del cdr) hanno optato per lo sciopero. Per chiarire i motivi della scelta di lavorare il direttore e i redattori, sul giornale del primo ottobre, hanno firmato una nota intitolata “Ecco perché siamo crumiri”.