Servizio pubblico
ma sanità privata

IL 25 MAGGIO nell’edizione campana di Buongiorno Regione, la trasmissione delle 7,30 in onda su Rai 3, va in onda un servizio anomalo sulla prevenzione del cancro alla mammella firmato da Valeria Capezzuto.
Il servizio si apre con il primo piano di un numero verde (800 608383) e immagini di macchinari all’avanguardia mentre la giornalista informa i telespettatori che siamo a Sant’Antimo, a nord di Napoli, ma non dice come si

chiama il centro, né chi sono i proprietari e chi lo gestisce. Ci fa sapere però che la campagna della prevenzione del tumore al seno si limita al mese di maggio, ma non al centro di Sant’Antimo perché in questa “struttura convenzionata con il servizio sanitario nazionale” ci sono “visite gratuite per le donne di ogni età fino al 30 giugno” e assicura: “basterà chiamare al numero verde 800 608383 (un numero che già conosciamo, ndr)”. Seguono le

Teresa Casoria

riprese di una segretaria bionda che al telefono recita “noi offriamo una visita senologica gratuita”, e la doppia dichiarazione rassicurante di un radiologo-senologo intervallata dalla Capezzuto che assicura: “un’offerta quindi di prevenzione per le donne di tutta la regione, evitando lunghe liste di attesa”. Per chiudere la telecamera ritorna sulla segretaria, ancora al telefono: “benissimo, quindi possiamo procedere per la prenotazione alla visita senologica”. 
Cominciamo con il colmare i vuoti gravi del servizio della Capezzuto. La struttura dove a giugno era possibile fare gratis la visita senologica è il centro Igea di Sant’Antimo, struttura d’avanguardia della sanità privata campana e meridionale, che fa capo alla famiglia Cesaro, che conta cinque fratelli maschi: Aniello, Luigi, Raffaele, Antimo e Antonio. Il leader è Luigi, già sindaco di Sant’Antimo, ex presidente della Provincia di Napoli, dal ’96 deputato fedelissimo di Berlusconi, con una parentesi di tre anni da europarlamentare,

Silvio Berlusconi

a più riprese coinvolto in vicende giudiziarie a cominciare dal 1985 quando venne condannato a cinque anni di reclusione per favoreggiamento (il giudice estensore, Teresa Casoria, poi diventata famosa con Calciopoloi scrive di aiuti e incontri con Raffaele e Rosetta Cutolo, Antonio Cuomo, Pasquale Scotti e “altri personaggi di rilievo dell’organizzazione camorristica denominata Nco”). La sentenza è stata ribaltata in appello con una

assoluzione per insufficienza di prove, verdetto confermato dalla Cassazione. Altro fratello noto alle cronache è Aniello Cesaro, costruttore, al quale nella primavera del 2014 la Guardia di finanza ha sequestrato oltre quattro milioni di euro per false fatturazioni. Chiudiamo con Antimo che è il responsabile del centro di Sant’Antimo che fa capo alla società alla Igea S. Antimo, una srl di cui è amministratore unico lo stesso Antimo che la controlla attraverso il 78 per cento della Cam Medical srl di cui detiene il 95 per cento e di cui è ovviamente amministratore. Anche del centro medico si sono occupati i cronisti di nera quando nel giugno di due anni fa una bomba è esplosa davanti alla struttura con un danno, secondo i titolari, di centomila euro. Forniti alcuni squarci sulla famiglia Cesaro, c’è ora da domandarsi perché la cronista Rai

non ha dato ai telespettatori il nome della struttura e di chi la dirige.
La seconda osservazione attiene alla costruzione del servizio in cui testo e scaletta, chissà perché, fanno pensare all’andamento di uno spot.
A via Marconi, con qualche apprezzabile eccezione, vanno con frequenza in onda servizi anomali in settori delicati (limitiamoci a citare sanità e scuola), nonostante le indicazioni dei vertici nazionali ai

Aniello Cesaro (*)
telespettatori viene inflitto più volte lo stesso servizio, con contorno di sciatteria (vedi la lunga sequela di ‘sottopancia’ sbagliati) e svarioni.
Ora dal quadro molto scuro del tg di Fuorigrotta allarghiamo lo sguardo alla prospettiva nazionale. A giugno Vincenzo Morgante, direttore della Testata giornalistica regionale, ha rilasciato una lunga intervista al mensile Prima comunicazione e si è molto speso per smontare le tante definizioni negative date dall’intervistatore sulla Tgr e sui tg regionali: “corpaccione inutile”; testata con “un’immagine impolverata, modesta”; “un tg con notizie che non sono il massimo dell’eccitazione come la nonnina che ha battuto il record di longevità e l’inaugurazione del museo della mortadella”. Morgante ha anche parlato della sfida delle nuove tecnologie (la sede di Napoli, tra le ultime d’Italia, dovrebbe essere digitalizzata entro i primi mesi
Procolo Mirabella

del 2017) e ha aggiunto che punta molto “sulla crossmedialità, chiarendo che cosa intende: ogni giornalista quando avrà una notizia non la terrà più per sé fino all’edizione del tg o del gr ma, via smartphone, la invierà alla pagina web corredato di foto e video. Twitterà la stessa notizia – come del resto sta già facendo da qualche mese – posterà il girato su Facebook”.
Poiché ha assicurato che sta visitando tutte

le sedi regionali metta in cantiere una lunga visita a Napoli per vedere da vicino il tg che realizzano Antonello Perillo e il vicario Procolo Mirabella e valutare se il vertice e la squadra sono pronti per la “crossmedialità”.


(*) Da www.dagospia.com