La guerra a Martusciello,
la candidatura con Rotondi
Il 7 marzo, dopo la chiusura delle liste per le elezioni regionali, De Gregorio diffonde un comunicato che annuncia la guerra a Martusciello.


COMUNICATO STAMPA

“Chi pensava di cancellare con un colpo di spugna “Italiani nel Mondo” dalla competizione elettorale ha commesso un grave errore di valutazione”: lo sostiene Sergio De Gregorio, presidente dell’Associazione Italiani nel Mondo, vicepresidente nazionale della Democrazia Cristiana, e candidato alle elezioni Regionali in Campania nella lista guidata da Gianfranco Rotondi.
Sotto accusa, l’atteggiamento assunto da una parte della locale dirigenza di Forza Italia, che senza alcuna giustificazione politica procedeva all’esclusione del presidente dell’Associazione Internazionale Italiani nel Mondo, dalla costituenda lista del partito azzurro.
“L’arroganza dimostrata dalla dirigenza campana di Forza Italia, che – afferma De Gregorio - con presunzione e superficialità ha mortificato le aspettative di un’organizzazione che conta 12 sedi già attive nella sola provincia di Napoli e altrettante programmate entro l’anno, e una popolazione di almeno 20.000 tra iscritti e simpatizzanti, dovrebbe indurre a un’attenta riflessione. Soprattutto chi - come i tantissimi imprenditori, che grazie all’Associazione internazionale Italiani nel Mondo hanno potuto far conoscenza con le opportunità di crescita e sviluppo offerte dai mercati Nord Americani e del Medio Oriente - si scontra con le esigenze di internazionalizzazione di un mercato che si globalizza giorno, dopo giorno, sempre di più. Ma questo, evidentemente, non interessa a chi della politica ne ha fatto uno strumento al servizio di un ‘io’ bizzarro e vendicativo”.
“Correre oggi – conclude - con chi, come il partito della Democrazia Cristiana, ha recepito le aspettative di un’organizzazione che, pur rivendicando con orgoglio le sue radici campane, è da tempo proiettata in una dimensione internazionale (grazie anche alle sedi dell’Associazione Italiani nel Mondo, già operative, a Roma, Nizza, Sofia, Londra, Zurigo, Mosca, New York, Buenos Aires, Tehran e Tunisi), è per me esperienza gratificante, che al di là della diversità delle nostre singole storie, ci vede uniti all’interno di un progetto di rinascita civile, economica, politica e culturale. In una regione da troppo tempo prigioniera di una politica che all’interesse dei tanti ha privilegiato quello dei pochi”.

Napoli, 7 marzo 2005