Papere e papaveri
di Josef K. Byte
OFFICINA

Campagna acquisti al desk di Repubblica Napoli, quello dei Giganti, per capirci. Il responsabile Giustino Fabrizio aveva stabilito che, per entrare nella cucina del giornale, bisognava come da tradizione non leggere i pezzi che si titolano, ma poi alla fine l’hanno spuntata prima Ottavio Ragone e poi Giovanni Marino, che sono andati così ad affiancare Sarno, Rasulo e Scotti (non vi sembra di dire Sarti, Burgnich, Facchetti…?). A Marino, che è il cronista di giudiziaria, hanno subito spiegato come funziona, prendendo come esempio il suo settore. Il 27 novembre, sulla vicenda del centro sociale Officina 99,

viene pubblicato un pezzo di Daniela D’Antonio, che spiega in maniera inequivocabile cosa vuole fare il ministro della Giustizia Castelli: “Avvierò un’ispezione sui motivi del mancato sgombero di un edificio occupato da dodici


Roberto Castelli, Daniela D'Antonio e Giovanni Marino

anni”. Il desk afferra al volo il concetto e, dopo aver consultato il prontuario in cui alla voce “fiaschi” si legge “sibilo emesso atteggiando la bocca a foggia di trombetta”, fa questo catenaccio: “Castelli annuncia un’ispezione nel centro sociale, è polemica”. Quindi, secondo i Giganti, gli ispettori del ministero, anziché andare in Procura per valutare l’operato dei magistrati, andranno di persona a Officina 99, magari azzardando una perquisizione e qualche interrogatorio, stravolgendo le loro funzioni. Poi, magari, andranno nella redazione di Repubblica, perché è da quand’erano bambini che volevano visitare Paperopoli.

 
VELOCISSIMO

Scomparsi Giovanni e Umberto Agnelli, alla Stampa di Torino non si danno più tanta pena di essere precisi con quelle che erano le passioni dei due fratelli, il calcio e l’automobilismo. Il 22 novembre la rubrica Telekommando, in cui Gigi Garanzini fa le pulci alle trasmissioni sportive, è corredata da una foto di Massimo Caputi, cui sono stati


Michael Schumacher

affidati i commenti serali di RadioRai sulle partite, ma il giornalista viene ribattezzato Andrea Caputi. Non contenti, quello stesso giorno dedicano un articolo a tutta pagina al pilota di Formula uno Luca Badoer, collaudatore della rossa di Maranello. Dalla testatina apprendiamo

che “il test driver della Ferrari è il pilota che ha percorso più chilometri nel 2005”. Caspita, altro che Schumacher: va così forte che, confermando le più ardite teorie scientifiche, è riuscito a viaggiare nel futuro.

 
MAC ZAC

Non che le cose vadano meglio nelle pagine nazionale dello sport di Repubblica. L’undici novembre esce un pezzo sull’”Inter dei pareggi”, e viene citato l’ex allenatore dei neroazzurri Alberto Zaccheroni. C’è anche una sua foto, ma l’asciutta didascalia dice solo “Rooney”. Chissà se stavano pensando a Wayne, il giovanissimo fuoriclasse inglese del Manchester United, o a Mac, il comico tv che negli anni ’60 finiva i suoi disastrosi tentativi di magia allargando le braccia sconsolato, emettendo un flebile “Ehp!”. Trattandosi dell’Inter, propendiamo per questa seconda ipotesi.

 
BENTORNATO

Per un po’ l’avevamo perso di vista. Ma ora il medico Vincenzo Sorrentino è tornato al suo posto, nei lanci dell’Ansa Napoli. Negli anni passati ci aveva deliziato con tutta una serie di consigli che ci era sembrato giusto riproporre nella nostra rubrica, perché alternavano l’ovvio (“se dopo aver mangiato funghi vi sentite male, andate in ospedale”) al surreale (“se una stanza è invasa dal gas, prima di entrare aprite la finestra”), in un crescendo che ci piacerebbe poter riproporre per intero. Per adesso, nel lancio del 30 novembre, si limita a scaldare i muscoli, esprimendo soddisfazione per i sequestri di botti proibiti. Certo,

qualche assaggio c’è (“una lotta che le forze dell’ordine hanno già avviato da tempo proprio per evitare la commercializzazione del materiale esplosivo”, e non per dispetto; “un importante risultato per la prevenzione di incidenti nel periodo considerato ‘caldo’ dagli addetti ai lavori”, mentre i non addetti pensano
Vincenzo Sorrentino e Mario Zaccaria

che il grosso dei botti si spari a marzo). Ma in attesa di exploit migliori, come quelli dei vecchi tempi, rimarchiamo che anche stavolta a firmare il take è il responsabile in persona, Mario Zaccaria: in un primo momento ci era sembrato esagerato, ma poi abbiamo capito il perché. La qualifica di Sorrentino è lunga come un treno merci: “assessore alla Sanità del comune di Lettere e coordinatore della campagna di prevenzioni delle lesioni da fuochi d’artificio illegali 2004-2005”. Per arrivare in fondo ci vuole un uomo d’esperienza.

 
POST NEO EX

Il giudice Pietro Lignola, editorialista del Roma, ci ha onorato lo scorso 17 novembre di un commento in prima pagina alla nostra nota in cui tentavamo di ironizzare su un suo precedente scritto: l’argomento era il terrorismo islamico, e – riprendendo per altro alla lettera le sue argomentazioni – raccontavamo di un incubo in cui Lignola stesso metteva in pratica le contromisure da lui suggerite, tra le quali non dare spiccioli ai lavavetri marocchini e non assumere colf musulmane, perché così facendo i nostri soldi finanzierebbero Al Qaeda e le sue diramazioni.
Ma dobbiamo subito rendergli atto di averci beccato in fallo, per avergli attribuito la presidenza della seconda sezione della Corte d’assise d’appello di Napoli, mentre si tratta della quarta. È vero, abbiamo sbagliato, ma per fortuna almeno stavolta finisce in pareggio: riferendosi alla nostra nota, pubblicata, come da lui ricordato, il 26 ottobre, Lignola dice che forse il nostro incubo era stato causato dalla “strepitosa vittoria di George W. Bush”, che però è del 2 novembre, otto giorni più tardi. E noi “postcomunisti, neocomunisti o ex


George Walker Bush, Pietro Lignola e Romano Prodi

comunisti”, come ci definisce, mangiamo sì i bambini, ma non possediamo virtù divinatorie.
Vorremmo solo aggiungere due osservazioni, perché, per quanto questo possa incrinare la sua visione del mondo così

rassicurantemente diviso in buoni e cattivi, anche noi riconosciamo “a chiunque il diritto d’avere opinioni diverse”. Non ci aveva colpiti il suo riferimento a “mister Bot e mister Prodi”, come li chiama adesso; ma a “tal Bernard Bot, l’olandese di turno alla presidenza dell’unione europea (entità che non merita le maiuscole), e tal Romano Prodi, tipici esponenti di un’Eurabia prona con il deretano al vento come i musulmani in preghiera”, come li aveva chiamati allora. Bisogna essere a propria volta post, neo o ex qualcosa per considerare “rispetto delle opinioni diverse” l’insulto alle istituzioni e a una religione, ma tant’è.
Poi, rivolti a noi, conclude: “Io non pretendo neanche che egli distingua la legittima difesa dalla legge del taglione”. È vero, abbiamo le idee confuse. Pensiamo che i terroristi vadano combattuti senza pietà, ma risparmieremmo chi, come un lavavetri o una colf, con quei terroristi condivide solo il colore della pelle e un dio. A Norimberga, caro giudice, sono stati condannati i gerarchi nazisti, e non tutto il popolo tedesco: nel 1946 era ancora sotto gli occhi di tutti cosa succede quando qualcuno pensa di far parte di una razza superiore.