Quotidiano Calabria,
in pensione Cosenza

IL 14 APRILE Matteo Cosenza ha lasciato la direzione del Quotidiano di Calabria, assunta nel marzo 2007, raccogliendo l’eredità di Ennio Simeone. Natali stabiesi, sessantacinque anni compiuti il 25 marzo, professionista dal 1980, Cosenza esordisce come politico (a ventidue anni è consigliere provinciale del Pci, poi assessore all’Urbanistica a Castellammare) per virare poi nel 1973 verso il giornalismo con i primi passi al quattordicinale La Voce

della Campania di cui tre anni più tardi diventa direttore; nel ’79 è responsabile dell’edizione napoletana di Paese sera. Dopo alcuni anni da freelance, è prima collaboratore e, dal maggio ’90, redattore del Mattino dove rimane fino al settembre 2006. In  sedici anni ricopre diversi incarichi: capo delle pagine di Salerno, responsabile della Grande Napoli e poi vice redattore capo al vertice del settore Interni.


Reggio Calabria. Nel 2010 in 40mila contro la 'ndrangheta

Quando nell’estate del 2006 – ricorda Cosenza – Ennio Simeone mi offrì la vice direzione del Quotidiano impiegai mesi prima di decidere. Oggi, sulla base dell’esperienza fatta, deciderei subito. L’undici settembre sono arrivato a Cosenza dove ho trascorso sette anni e mezzo straordinari, dedicandomi al giornale e alla Calabria con tutte le mie energie. Un impegno che ci ha consentito di realizzare tantissime iniziative che sono andate oltre i recinti abituali di un giornale. Ne cito soltanto una: la manifestazione organizzata dal Quotidiano, senza il coinvolgimento dei partiti, il 25 settembre del 2010 a Reggio Calabria che ha portato quarantamila calabresi a sfilare contro la ‘ndrangheta”. 
Cosenza spiega anche perché è andato via: “Ho avuto la percezione nitida che si avviasse ormai alla conclusione la mia esperienza in Calabria e il 28 novembre ho scritto ai miei editori (il presidente della Finedit è Francesco Dodaro, l’amministratore delegato la sorella Antonella Dodaro, ndr) comunicando che sarei andato via il primo aprile per dare il tempo di preparare la nuova direzione. Poi mi hanno chiesto di rimanere qualche giorno in più e non è stato un problema. Ora mi sto godendo i primi giorni di riposo. Da quando avevo quattordici anni, tranne brevissime pause, sono stato sempre responsabile di qualcosa; persino le


Roberto Marino e Rocco Valenti

mie letture erano dettate dal lavoro: libri da recensire, libri da ‘studiare’. Oggi sto leggendo il volume di Pietro Citati su ‘Leopardi’, una mia passione trascurata, e ho rimesso in ordine il giardino di casa”.
Per il nuovo direttore gli

editori hanno optato per una soluzione interna affidando il timone del giornale a Rocco Valenti, negli ultimi tre anni redattore capo e braccio destro di Cosenza. È stato inoltre rafforzato l’ufficio centrale con la promozione di Roberto Marino, in precedenza capo cronista del Quotidiano prima a Catanzaro e poi a Cosenza, che va ad aggiungersi ai redattori capo Cristina Vercillo e Adriano Mollo.
Valenti è nato a Catanzaro, ha quarantasette anni, da ventiquattro è giornalista (prima pubblicista e dal 2003 professionista) ed è stata una delle poche assunzioni chieste e ottenute da Matteo Cosenza. Comincia a venti anni come collaboratore (e dal 1988 corrispondente) da Crotone della Gazzetta del Sud, poi diventa direttore del settimanale Il Crotonese e dal ’93 è articolo 36 dell’Ansa a Catanzaro; nel ’97 passa al Quotidiano di Calabria come coordinatore della redazione di Crotone e poi di Catanzaro. Scrive anche per la Stampa e il Sole 24Ore e il settimanale Visto.
Nel 2005 si lancia in un’avventura da editore: fonda a Crotone un settimanale regionale, Calabria 7. Ma l'operazione non va bene. “Si è rivelata un’iniziativa bella, – commenta – ma insostenibile sul piano finanziario, che mi ha prosciugato da tutti i punti di vista. E per due anni non ho voluto più saperne di giornali”. Nel 2009 lo recupera Matteo Cosenza come articolista del Quotidiano e nell’ottobre 2010 con un contratto da vice redattore capo, seguita cinque mesi fa dalla promozione a redattore capo.
Roberto Marino ha radici campane (è nato nel 1952 a Capaccio-Paestum) ed è professionista da ventisette anni. Dopo il praticantato al Giornale di Napoli di Orazio Mazzoni ha fatto la trottola, girando tutta l’Italia; lungo l’elenco dei quotidiani dove ha lavorato: a Roma a Paese sera (capo servizio allo sport); al Tirreno di Livorno (responsabile della redazione di Massa e Carrara);

all’Alto Adige di Bolzano, chiamato da Ennio Simeone; al Centro di Pescara (redattore capo centrale); ancora all’Alto Adige (redattore capo centrale vicario); nel ’99 per qualche mese vice direttore del Quotidiano di Calabria; all’Agl, l’agenzia dei quotidiani


Francesco Dodaro e Adriano Mollo

locali del gruppo l’Espresso (capo redattore); ancora al Tirreno; dal 2002 al Centro, prima capo redattore centrale e, dall’agosto 2010 al giugno 2011, direttore; infine nel gennaio 2012 il ritorno a Cosenza, al Quotidiano.
Viste le note biografiche del direttore e del nuovo redattore capo, va detto che Valenti ha ora davanti un compito molto difficile perché il giornale si prepara a un autunno di tagli. Dopo un anno di cassa integrazione straordinaria a rotazione, il 30 settembre si chiude il secondo e ultimo anno di contratti di solidarietà molto pesanti, con i dipendenti al 60 per cento dello stipendio. Sarà perciò necessario procedere a una riduzione consistente dell’organico che conta oggi cinquanta unità: 31 redattori (articolo 1 del contratto di lavoro giornalistico), un collaboratore fisso (articolo 2), 11 pubblicisti con attività esclusiva e quotidiana (articolo 36), sette corrispondenti (articolo 12).