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che il giornale non chiude più all’una ma a mezzanotte. Minima spesa, massima resa. Mah, sulla minima spesa concordo. Sulla massima resa ho qualche perplessità. E le ribattute, te le ricordi?, la notizia dell'ultimo momento bloccata in prima, col tipografo che smonta la pagina in attesa del pezzo che deve arrivare dalla sala stampa, col direttore che abbaia al capo cronista, il capo cronista che abbaia col redattore che deve scrivere e gli fa perdere tempo, lo stampatore che chiama e abbaia: E allora? Si dorme in redazione? Si, si, ma è roba vecchia,
Da lunedì a mezzanotte si chiude e tutti a casa, e se muore il Papa (e in genere succede verso quell'ora) la notizia la diamo dopodomani, magari durante il Conclave. Tutti a casa.
Ma prima quando si usciva
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non si tornava a casa, si andava in trattoria e si regalava il giornale fresco di stampa al ristoratore che aspettava noi, a qualsiasi ora. Oppure si andava al circolo per una partitina di poker, oppure un giro in macchina nella città che dormiva ancora, per salutare le ultime puttane ancora al lavoro e magari, se era inverno, prendevamo assieme un whisky, un the bollente, l'ennesimo caffè. Oppure si fumava l'ultima sigaretta della notte, o forse la prima di domani, e io accompagno te e poi tu accompagni me.
E adesso? Adesso si torna a casa, le mogli aspettano e non ci sono più alibi. A mezzanotte stop per tutti. E spegnete i computer e le luci, perché Francesco Gaetano Caltagirone è sensibile all'inquinamento ambientale. Caltagirone è green. |
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