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Veduta dall'alto del palazzo ex sede del Mattino |
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L'ex palazzo del Mattino
venduto per 14.300mila €
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Il 10 luglio alle 12,15 nello studio del notaio romano Michele Misurale la ‘Seneca Fabbricati srl’, società controllata dal gruppo Caltagirone, ha venduto alla Chiatamone 65 srl il palazzo di sei piani che dal primo maggio 1962 fino al settembre 2018 ha ospitato la redazione del Mattino. Il prezzo, pagato prima della vendita, è stato di 14 milioni e 300mila euro mentre alla spa ‘Gabetti property solutions’, presieduta da Fabrizio Guglielmi, che ha curato la ... |
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"Locandina
chiedi a Ciro" |
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Va in edicola il 13 luglio in abbinamento gratuito con il Roma il nuovo numero della rivista Napoli diretta da Giovanni Gaudiano. Nel mensile, come scrive il 12 luglio il Roma (guidato dalla triade Sasso, Clemente ... |
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Il giudice decide se
ascoltare De Giovanni |
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Nei prossimi giorni il giudice del tribunale civile di Napoli Caterina Di Martino dovrà sciogliere la riserva e decidere sulle istanze presentate dalle parti nel processo che vede da una parte Pietro Valente, patron della casa editrice CentoAutori, e dall’altra lo scrittore Maurizio De Giovanni e la Mondadori. Il giudizio nasce da una denuncia di Valente che accusa De Giovanni e la ... |
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Nuova Zelanda
a 20 chilometri |
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Spontanea sorge la domanda leggendo l’articolo di Bruno Majorano a pagina 24 del Mattino di lunedì 8 luglio. “Ma come, a Caivano o Casavatore non conoscono l’uso della funicolare?”
Così infatti sembra leggendo l’attacco del ... |
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Aldo Grasso e Carlo Verna |
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Aldo Masullo, ‘parte nopeo e parte napoletano’ come diceva Totò. Prima per tutta la serata avevano commentato i numeri della Smorfia”. E chiude con una domanda: “Potevano mancare la pizza, Totò ed Eduardo? No, e così è stato”. Titolo della nota: ‘Che c’entrano la pizza e la Smorfia con le Universiadi?”
Per carità di Rai il critico si è limitato a sottolineare le banalità del commento, glissando su altri punti dolenti della cronaca. Ne citiamo uno.
I due giornalisti stanno discutendo delle varie ipotesi sulle origini di Napoli quando Verna prende il microfono e perentorio afferma: “la storia è un’altra. Nel settimo secolo avanti Cristo la colonia greca di |
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Cuma fonda una nuova città, Partenope, poi i Romani cambieranno il nome in Città nuova, Neapolis”.
Travolto dall’emozione della diretta televisiva, Verna, maturità classica al liceo Genovesi e laurea in Giurisprudenza alla Federico II, deve avere avuto un piccolo corto circuito. Apriamo un testo a caso su Napoli: “La città fu fondata nel terzo quarto dell’ottavo secolo dagli abitanti di Cuma, una delle colonie greche più antiche e più lontane dalla madre patria. Alla fine del sesto secolo viene rifondato sempre dai Cumani un secondo centro che chiamano Città nuova, in greco Neapolis”.
Per l’arrivo dei Romani bisognerà aspettare qualche secolo. |
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Neapolis |
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La cronaca Rai della cerimonia di apertura delle Universiadi, disputate a Napoli e in Campania dal 3 al 14 luglio, ha conquistato la ribalta della critica televisiva del Corriere della Sera. Ai microfoni erano schierati i cronisti Alberto Rimedio e Carlo Verna e l’attrice Fatima Trotta. Ed è stato proprio Verna, giornalista della sede di Napoli e presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, il protagonista della rubrica ‘A fil di rete’ firmata dal professore Aldo Grasso.
Una cronaca, a giudizio del critico Corsera, infarcita di luoghi comuni scontati e superflui. “Rimedio e Verna, per non farsi mancare nulla, - scrive Grasso – citano in continuazione il filosofo |
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