Massimo Calenda e Vito Bardi  
  Rai: Calenda beffa
Foa, Salini e Casarin
 
 
 

Il lettore di Iustitia che guarda l’home page di questo numero ha l’impressione di averla già vista. E in parte è vero.
Al presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e al cronista politico della sede Rai della Campania Massimo Calenda Iustitia ha dedicato una copertina il 4 aprile. A febbraio il giornalista Rai aveva chiesto al capo della redazione napoletana ...

 
 
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  I tempi lenti
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L’11 giugno a Napoli la “banda del buco” colpisce la gioielleria Trucchi, a Chiaia, prendendo in ostaggio il direttore. Rapina clamorosa, con il palo della ...

 
 
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Servizi Italia, ancora un ko

 
 
 
 

Un primo ko nei confronti della srl Servizi Italia 15, una controllata del Gruppo Caltagirone, il poligrafico Antonio Verde l’aveva messo a segno nel luglio dell’anno scorso quando il giudice Erminia Catapano ...

 
 
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Antonio Verde  
  Rep Na ignora
i bimbi ustionati
 
 
 
 

Leggendo i quotidiani napoletani del 24 giugno il fatto del giorno riguarda quanto successo al Pareo Park, il parco acquatico di Licola: 150 bambini si tuffano nella piscina e riemergono con scottature sotto i piedi e strane bolle in ...

 
 
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  Visitatori 2019
   
  Paolo Bianchi e Silverio Mura  
 

molestato un minorenne mentre la curia si era limitata a trasferirlo da Rozzano a Legnano. E le perplessità sono state confermate in pieno dalla decisione adottata per il sacerdote Silverio Mura accusato di avere violentato per anni diversi ragazzini del quartiere napoletano di Ponticelli.  
L’avvocato Carlo Grezio che assiste Arturo Borrelli, primo e principale accusatore di Mura, ha bollato la decisione della curia meneghina come “una sentenza penosa”. E leggendo le ventisette pagine utilizzate per scagionare Mura è davvero difficile dargli torto.
Basta citare un passaggio. Sia Arturo Borrelli che Raffaele
Esposito, un’altra delle vittime degli appetiti sessuali del sacerdote napoletano, raccontano nei dettagli una malformazione del pene di Silverio Mura. Il sacerdote ha una fimòsi, cioè un restringimento del

 

prepuzio che impedisce di scoprire il glande ed è visibile quando l’organo maschile è in erezione.
Sembra la prova schiacciante di una intimità non voluta ma non per i monsignori milanesi che con un triplo salto mortale tentano di smontarla. Interrogano Mura sulla ‘fimòsi’ e danno per buona la sua versione: “in occasione di gite al mare con i ragazzi che frequentavano la parrocchia” facevo “la doccia nudo” e, aggiungiamo, con il pene in erezione.
Con questo racconto inverosimile il tribunale ecclesiastico lo scagiona dalle violenze sessuali. Ma, dando per buone le sue parole, Mura sotto la doccia nudo ed eccitato davanti ai ragazzini non basta ai monsignori di Milano e al cardinale di Napoli Crescenzio Sepe per allontanarlo in maniera definitiva dalla chiesa?

 
 
  Fimòsi
 

Nonostante gli sforzi messi in campo da papa Francesco per avere dai suoi sacerdoti comportamenti trasparenti, corretti e inflessibili, soprattutto sul fronte dei preti pedofili, ci sono interi settori della chiesa che resistono e vanno per la loro strada. Un esempio?
La sentenza emessa dal collegio del tribunale ecclesiastico di Milano presieduto da monsignore Paolo Bianchi con giudici il monsignore Marino Mosconi e il sacerdote Diego Pirovano. La scelta di assegnare il processo alla curia milanese, guidata dall’arcivescovo Mario Enrico Delpini, aveva destato grandi perplessità perché l’anno scorso è stata al centro di una clamorosa vicenda con un
sacerdote, Mauro Galli, condannato dalla magistratura di Milano a sei anni e quattro mesi per avere

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