Ore 11,48: il papa si dimette;
17,01 Milone a Rai Vaticano

A VIA MARCONI circola una battuta: papa Ratzinger ha resistito allo scandalo dei preti pedofili; agli scontri feroci tra i clan della curia; ai ribaltoni allo Ior, la banca della Santa Sede; persino alle rivelazioni di Vatileaks; ma quando ha saputo della nomina a Rai Vaticano di Massimo Milone, pupillo del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, ha deciso di gettare la spugna per vivere sereno gli anni che gli restano in preghiera e in meditazione.

La promozione a Roma di Milone era annunciata per il primo marzo, ma qualcosa deve avere spinto i registi dell’operazione a bruciare i tempi; forse c'era la necessità di piazzare uomini di fiducia prima di conoscere l’esito del voto del 24 e 25 febbraio.


Enrico Deuringer e Gianni Occhiello

Infatti in caso di vittoria del centro sinistra poteva saltare la nomina di Milone e ancora di più la scelta di un capo dei servizi giornalistici a Napoli con una forte connotazione di centro destra. E così i componenti del comitato di redazione dimissionari (Ettore De Lorenzo e Rino Genovese dall’assemblea del 5 febbraio preceduta e chiusa da turpiloquio e offese varie, Silvio Luise dallo scorso  novembre) l’undici febbraio hanno affisso in bacheca un comunicato con tre notizie: Alessandro Casarin, direttore della Tgr (la Testata giornalistica regionale), ha dato notizia della nomina di Milone a direttore di Rai Vaticano; dal 13 febbraio le funzioni di capo redattore centrale sono assegnate al vicario Procolo Mirabella; “nel giro di una decina di giorni” (quindi prima delle elezioni) verrà annunciato il nome del nuovo capo redattore centrale. Per il cdr si vota il 12, il 13 e il 14 febbraio, ma i giochi sono ormai fatti. Tre i posti e tre i candidati, che sono Fabrizio Cappella, Enrico Deuringer e Gianni Occhiello, una terna connotata da un elemento importante: Deuringer e Occhiello sono giornalisti nati come telecineoperatori.
Intanto De Lorenzo e Genovese, pure protagonisti da anni (il primo cdr dalla primavera 2010, il secondo da oltre quattro anni) di vicende discusse e negli ultimi giorni responsabili di affermazioni inaccettabili (seguite da scuse rifiutate perché “tardive, incomplete e non sentite”), sembrano decisi a non mollare la


Fabrizio Cappella e Procolo Mirabella

scena. Il 12 febbraio hanno inviato all’agenzia Agi (chissà perché solo all’Agi; forse ad Ansa Napoli hanno fiutato il ‘pacco’?) una nota per esprimere “grande soddisfazione” e formulare “sinceri auguri di buon lavoro al caporedattore Massimo Milone,

nominato direttore di Rai Vaticano”, aggiungendo che la nomina “corona la sua storia personale, l'alta professionalità dimostrata e il grande lavoro di rilancio della redazione napoletana”.
Un’iniziativa incauta e autolesionista perché hanno beccato una bastonata sui denti. Infatti venticinque redattori hanno immediatamente stilato un durissimo documento contro Genovese e De Lorenzo e, nei fatti, contro Milone. Il “comunicato a firma del Cdr, inviato alle agenzie di stampa, in un caso contattate da un collega esterno al comitato (Guido Pocobelli Ragosta, ndr) senza alcuna condivisione con la redazione, deve ritenersi non un compito di ordinaria  amministrazione, ma la personale espressione del pensiero dei componenti dimissionari Rino Genovese ed Ettore De Lorenzo”.