Rai, salta
lo sciopero

NON SI FARÀ lo sciopero annunciato dal comitato di redazione della Rai di Napoli per il 21 luglio, primo giorno utile per rispettare il macchinoso iter previsto per le astensioni dal lavoro nel servizio pubblico. La protesta è nata a marzo subito dopo l’annuncio della chiusura di Neapolis, l’unica trasmissione quotidiana nazionale realizzata dalla sede partenopea, quando l’assemblea dei giornalisti decise un pacchetto di cinque sciorni di sciopero.
Da allora si è votato per il cdr (è uscito Massimo Ravel, sostuito da Ettore De Lorenzo che ha affiancato i confemati Gilly Castellano e Pellegrino

Genovese) e soprattutto l’azienda è andata avanti con i tagli, abolendo la terza edizione del tgr.
Il 21 giugno, nella sede dell’Associazione napoletana della stampa, c’è stata l’uscita pubblica del comitato di redazione, disertata da politici e giornalisti, con la


Salvatore Biazzo, Pellegrino Genovese e Carlo Verna

presentazione di un piano articolato di proteste, con al primo punto una giornata di sciopero. L’annuncio non ha scosso l’azienda che nei cinque giorni fissati per l’incontro di concilizione non ha perso tempo ad avanzare proposte, continuando una tattica dilatoria che va avanti ormai da mesi.
Il prossimo appuntamento è per il 22 luglio, alle 10, quando Luigi Meloni, responsabile delle relazioni sindacali Rai, farà il punto in video conferenza con il segretario dell’Usigrai Carlo Verna, rientrato dalla trasferta in Sud Africa per i mondiali di calcio, e con il cdr partenopeo. Nel pomeriggio del 22 alle 15 è convocata l’assemblea di redazione che in teoria potrebbe confermare lo sciopero, ma c’è da scommettere che i tanti pompieri, presenti nel sindacato nazionale e regionale e in redazione, avranno gioco facile nel sostenere che per dare all’azienda una risposta ferma e dura è meglio aspettare il fresco.
Intanto l’undici luglio ha compiuto sessantacinque anni ed è andato in pensione il redattore capo ad personam Salvatore Biazzo, entrato a via Marconi nel 1980. Il giorno successivo è stato assunto a tempo indeterminato Fabrizio Cappella che ora dovrà ‘scontare’ il biennio di purgatorio con contratto depotenziato, prima di conquistare lo stipendio pieno da redattore.