Paola Spinelli cita in
giudizio Inpgi e Casagit

NELLA INTRICATA STORIA della ‘gestione vergognosa’ che ha portato allo scioglimento della Associazione napoletana della stampa, con protagonisti negativi i vertici passati e presenti dei sindacati regionale e nazionale, entra un nuovo soggetto che chiede ai magistrati di fare giustizia.
Ha iniziato a gennaio il professore Stefano Cianci, difensore degli  interessi del comune di Napoli che vanta dall'Assostampa un credito di oltre tre milioni

e mezzo di euro, andando a pignorare le quote che l’Inpgi e la Casagit versano ogni anno ai sindacati regionali e ha già ottenuto il primo blocco di cinquemila euro della Casagit. Scende ora in campo Paola Spinelli, l’impiegata della Associazione che per venti


Gabriele Cescutti e Domenico Ferrara

anni è stata l’interfaccia in Campania dell’Istituto di previdenza e della Cassa di assistenza integrativa con gli undicimila iscritti all’Ordine regionale.
Napoletana, cinquanta anni, una figlia avuta a diciotto anni, Paola Spinelli è assunta nel gennaio 1990 dal sindacato, allora guidato da Lello Barbuto, occupandosi anche dei rapporti dei giornalisti campani con Inpgi e Casagit. Un incarico diventato poi a tempo pieno tanto che diciassette anni fa le assegnano una stanza in uso esclusivo per tutelare la privacy degli iscritti. L’accordo tra gli istituti e il sindacato regionale, viene firmato a Napoli il 20 novembre del 1997; il verbale riporta le firme dei presidenti di Inpgi (Gabriele Cescutti), Casagit (Domenico Ferrara) e Assostampa (Franco Maresca, con il tesoriere Gianni Filosa), dei direttori di Inpgi (Arsenio Tortora) e Casagit (Pietro Tortora), dei fiduciari regionali Inpgi (Franco Mancusi, con vice Lino Zaccaria) e Casagit (Umberto Nardacchione).
E negli anni successivi Paola Spinelli rimane interlocutrice unica e stabile degli uffici romani degli enti, sottoscrivendo anche impegni a tutela della privacy.


Franco Mancusi e Umberto Nardacchione

Nello scorso febbraio la situazione è precipitata con le iniziative messe in campo dai vertici della Federazione della stampa (il segretario Franco Siddi e il presidente Giovanni Rossi) per arrivare in tempi rapidissimi alla radiazione della Napoletana, con

l’obiettivo di stoppare i pignoramenti avviati nei confronti di Inpgi e Casagit dall’avvocato Cianci. Tre i passaggi dell'operazione. Con una lettera del 26 febbraio il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese comunica al presidente dell’Assostampa Enzo Colimoro “formale disdetta della convenzione in essere” che portava nelle casse del sindacato oltre 140mila euro l’anno. Il 4 marzo il consiglio della Fnsi decide, con 44 voti favorevoli un astenuto e un contrario, la radiazione della Napoletana. Il 10 marzo i dipendenti del sindacato (Bruno Izzo, Donatella Pappalardo e Paola Spinelli) ricevono la lettera di licenziamento.
Ma la Spinelli è decisa a difendere il suo posto di lavoro e, con l’assistenza dell'avvocato Massimo Farina, il 18 aprile con una raccomandata ha chiesto ai presidenti di Inpgi (Andrea Camporese) e Casagit (Daniele Cerrato) “il riconoscimento del rapporto di lavoro in conseguenza di una attività ventennale svolta nella gestione dei rapporti tra i giornalisti campani e gli enti

nazionali di previdenza e di assistenza”. Per ora ha risposto soltanto l’Inpgi che il 3 maggio ha indirizzato una raccomandata all’avvocato Farina e, per conoscenza, a Colimoro. Nella lettera il direttore generale dell’istituto, Maria Immacolata


Paola Spinelli e Lino Zaccaria
Iorio, “respinge l’impugnativa di licenziamento ed ogni pretesa a detta impugnativa afferente e conseguente, stante la totale estraneità dell’Istituto medesimo rispetto al rapporto di lavoro della sua assistita”.
“A questo punto – dichiara l’avvocato Farina – Paola Spinelli si vede costretta ad avviare nei confronti di Inpgi e Casagit un’azione giudiziaria”.