Dopo anni l'Ordine campano
si sveglia su Balivo e Venerato

IL SINGOLARE RIENTRO in Rai di Ignazio Scardina, il redattore capo riassegnato allo sport mentre è imputato di associazione a delinquere nel processo di Calciopoli, ha costretto l’Ordine dei giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli, a occuparsi dell’altro giornalista Rai presente nelle intercettazioni. Si tratta di Ciro Venerato, napoletano di Torre del Greco, quarantatre anni, da quindici professionista, iscritto in Campania e

da giugno 2009 in servizio alla Rai di Pescara.
Venerato nel processo in corso davanti al tribunale di Napoli non è imputato ed è una figura di seconda fila dell’intera vicenda, ma viene ripetutamente intercettato in telefonate con Luciano Moggi, all’epoca dei fatti


Francesca Sanipoli (*) e Carlo Verna
direttore generale della Juventus e, secondo l’accusa dei pm Stefano Capuano e Giuseppe Narducci, regista del taroccamento degli arbitraggi delle partite del campionato di calcio.
Il versante giornalistico di Calciopoli è pieno di anomalie. Abbiamo visto la prima anomalia costituita dal rientro in servizio di Scardina, nonostante la Rai, con il professore Stefano Bortone, si sia costituita parte civile nel giudizio con rito abbreviato davanti al gup Eduardo De Gregorio (concluso con la condanna a tre anni di reclusione per l’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo) e nel processo in corso davanti alla nona sezione penale del tribunale di Napoli, con presidente Teresa Casoria e giudici a latere Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi.

Il silenzio dell'Usigrai

La seconda anomalia collegata al rientro di Scardina nell’azienda del servizio pubblico è l’imbarazzante silenzio dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai guidato dal segretario Carlo Verna, inviato di sport della redazione partenopea oltre che consigliere dell'Ordine nazionale (forse, troppi incarichi). Eppure la reintegrazione nello stesso settore di lavoro dell’inviata Francesca Sanipoli, che stando alle intercettazioni è stata da Scardina emarginata e mobbizzata (un esempio: in una telefonata del febbraio 2005 il redattore capo dice a Moggi che “a Madrid non manderà né Varriale, né la Sanipoli e che i due devono morire” e poi gli fa sapere che “l’ha mandata a (seguire la partita,


Teresa Casoria e Giuseppe Narducci

ndr) Chievo-Messina così sta fresca e si impara a fare le domande stronze”), sta causando problemi di salute alla giornalista, problemi certificati nel mese di ottobre due volte dai medici dell'ambulatorio della Rai e due volte dai sanitari dell’ospedale Fatebenefratelli. Eppure,

quando nel maggio 2006 Repubblica pubblicò le intercettazioni che riguardavano viale Mazzini, l’Usigrai prese subito posizione con un comunicato duro denunciando che “le nuove intercettazioni, nel confermare l’influenza indebita esercitata da Luciano Moggi su alcuni settori di Rai sport, rendono ancora più pesante il quadro delle vessazioni professionali alle quali è stata sottoposta l’inviata Francesca Sanipoli”. Altri tempi, ma soprattutto altro segretario; alla guida dell’Usigrai c’era infatti Roberto Natale, poi diventato presidente della Federazione nazionale della stampa.

Imbarazzo e sconcerto
Chi è sorpreso per il ritorno di Scardina è il consigliere d’amministrazione della Rai Antonino Rizzo Nervo. “Premesso che la gestione del personale – dichiara a Iustitia – non compete al consiglio di amministrazione, ma è affidata al direttore generale, va detto che se c’erano gli estremi per il licenziamento è stato un errore non licenziare allora il redattore capo di Rai sport. In ogni caso trovo francamente curioso e imbarazzante che la Rai con la mano destra sia

parte civile nel processo di Napoli e con la sinistra reintegri Scardina nella stessa testata e con lo stesso incarico”.
Sugli stessi punti batte con energia il vice presidente dell’Ordine nazionale Enrico Paissan che in una dichiarazione messa in rete sul sito dell’Ordine,


Enzo Iacopino e Roberto Natale
e ripresa dalle agenzie, si dichiara sconcertato e mette in evidenza quattro motivi: Scardina “è tuttora coinvolto nel processo di calciopoli”; per questa vicenda “ a suo tempo la Commissione etica del servizio pubblico aveva proposto il licenziamento in tronco”; “l’azienda radiotelevisiva pubblica è stata ammessa quale parte civile nel processo”; “l’inviata di Rai sport Francesca Sanipoli, dopo un lungo periodo di avvilimento dovuto a scorrette iniziative di dequalificazione e di emarginazione professionale, ha tutto il diritto di poter continuare a esercitare in libertà, dignità e serenità la propria professione”.

Le richieste atti

Intanto la Sanipoli è in attesa di risposte: alla lettera inviata il 15 ottobre al capo di Rai sport Eugenio De Paoli (e per conoscenza al segretario dell’Usigrai Carlo Verna e a Daniela De Robert); alla diffida al direttore generale della Rai Mauro Masi e al direttore delle Risorse umane Luciano Flussi (e, sempre per conoscenza, all’Usigrai), firmata insieme all’avvocato Bruno Del Vecchio e spedita con raccomandata il 26 ottobre. Sono ormai trascorse diverse settimane, ma le risposte di Masi e De Paoli non arrivano. Nella diffida la Sanipoli e Del Vecchio chiedono ai dirigenti dell’azienda immediati provvedimenti e, in applicazione della legge sulla trasparenza, copia


Paolo Butturini e Bruno Del Vecchio

di tutti gli atti relativi al redattore capo rientrato in servizio, dalla sospensione alla recente reintegra.
E copia dei provvedimenti di sospensione e di reintegrazione in servizio sono stati chiesti l’otto novembre al direttore del personale della Rai anche dal segretario

dell’Associazione stampa romana Paolo Butturini. E, secondo uno dei legali che segue la vicenda, la Rai, che svolge attività di carattere pubblicistico, deve rispondere entro trenta giorni. Se non lo fa, c'è il ricorso alla magistratura, ma anche l'invio di una raccomandata di intimazione per avere, entro i trenta giorni successivi alla ricezione della raccomandata, gli atti richiesti perché in caso contrario si potrebbe configurare il reato di omissione di atti d’ufficio.

L'Ordine del Lazio
Sulla questione Scardina il 9 novembre il consigliere dell’Ordine nazionale Pierluigi Roesler Franz ha chiesto lumi al presidente dell’Ordine del Lazio Bruno Tucci, allegando l’inchiesta e i sette documenti pubblicati da Iustitia il 29 ottobre. E, per conoscenza, Franz ha inviato la mail al presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino e a tutti i componenti del comitato esecutivo dell’Ordine nazionale: Enrico Paissan (vice presidente), Giancarlo Ghirra (segretario), Nicola Marini (tesoriere), Ugo Armati, Maria Chiara Aulisio, Fabio Benati, Marco Roncalli, Fiorenza Sarzanini.
Dopo 94 minuti, alle 7 e 24 di mattina, arriva la risposta di Tucci (i pensionati romani sono mattinieri). Parla impropriamente di “caso Sanipoli” e fa sapere che l’Ordine del Lazio ne ha discusso nell’ultimo consiglio. “A suo tempo, scrive Tucci, aprimmo un procedimento disciplinare che abbiamo interrotto

perché è in corso un processo penale” e “ne potremo riparlare quando sarà emessa una sentenza”. Circa le vicende interne alla Rai osserva che “se la Sanipoli si sente "offesa" deve rivolgersi alla magistratura”.
Nel giro di tre ore arriva la


Maria Pia Gualtieri e Bruno Tucci
controreplica di Franz. Dopo aver ricapitolato la vicenda giudiziaria e disciplinare del redattore capo, sostiene che “la Rai se proprio voleva reintegrare Scardina nel posto di lavoro - ma non ne era affatto obbligata perché gli spediva lo stipendio a casa sua ogni mese - poteva benissimo mandarlo in un'altra testata, come Rai News 24 o Tg regionali, ma non proprio dove é rimasta a lavorare la Sanipoli”. E conclude: “circa la tua domanda su come sono state violate le norme deontologiche da parte del collega Ignazio Scardina ti invito a rileggere attentamente l'intero dossier pubblicato su www.iustitia.it e troverai certamente la risposta”.

"Aspettiamo la sentenza"
Il serrato scambio di mail fa emergere una questione importante: in presenza di una vicenda penale che coinvolge un giornalista l’Ordine deve limitarsi ad accantonare una cartellina vuota e cavarsela con un “aspettiamo la sentenza”, quindi un verdetto definitivo che richiederà quasi sempre molti anni, o può stralciare il nodo penale e occuparsi degli aspetti deontologici? Il totale congelamento infatti può produrre risultati paradossali come è emerso anche dalle indagini di Calciopoli con giornalisti già sanzionati (è il caso di Tony Damascelli al quale nell’ottobre 2006 l’Ordine lombardo inflisse quattro mesi di sospensione, mentre chi è a giudizio rimane per un tempo indeterminato


Franco Abruzzo e Tony Damascelli (**)

indenne da una valutazione deontologica e disciplinare).
Abbiamo girato la domanda a Franco Abruzzo, da ventiquattro anni consigliere dell’Ordine della Lombardia che ha presieduto dal 1989 al 2007. “È vero che

l’articolo 58 della legge istitutiva dell’Ordine – spiega Abruzzo – prevede, nel caso di coinvolgimento del giornalista in un processo penale, che l’azione disciplinare venga sospesa in attesa della sentenza definitiva. Ma è altrettanto vero che, se il giornalista ha ammesso i fatti, l’Ordine può e deve procedere.
È quanto è avvento a Milano nel caso di Renato Farina, che aveva ‘confessato’ sulla prima pagina del quotidiano Libero ed è stato dal consiglio dell’Ordine della Lombardia giudicato e sanzionato”.


Il torpore di Napoli

Ora spostiamoci a Napoli. La terza anomalia riguarda Ciro Venerato, che deve essere ascoltato come teste nel processo di Calciopoli; dopo aver saltato l’udienza del 9 novembre ha assicurato che sarà in aula il 23 novembre. Lo scandalo che ha scosso profondamente il mondo del calcio esplode nel maggio del 2006 quando i giornali, a cominciare da Repubblica, pubblicano le intercettazioni, ma l’Ordine della Campania, presieduto da un cronista di Repubblica Napoli, le scopre soltanto quattro anni e mezzo più tardi. Il merito è da assegnare per intero all’attivissimo Pierluigi Roesler Franz, che dovrebbe essere pagato dall’Ordine campano come consulente visto il contributo che

sta fornendo sul fronte delicato della deontologia e della correttezza professionale degli iscritti, l’unico fronte, insieme alla tenuta degli albi, che giustifica l’esistenza di un Ordine professionale dei giornalisti. Franz, come abbiamo visto, scrive a Tucci che gira la mail


Giancarlo Leineri e Francesca Pandolfi

all’Ordine di Napoli al quale è iscritto Venerato. E alla riunione del 9 novembre i consiglieri decidono di convocare finalmente Venerato che sarà ascoltato il 30 novembre. Nelle cinquantasette pagine della memoria presentata per conto della Rai il professore Stefano Bortone che, con gli avvocati Carlo Bonzano e Giancarlo Leineri, segue assiduamente le udienze del processo di Napoli, riserva al cronista sportivo molto spazio: sette pagine per definire nel dettaglio i rapporti con Luciano Moggi; altre tre per valutare i riflessi di questi rapporti; una pagina e svariati passaggi sugli accertamenti  svolti dalla Direzione internal auditing e sulle determinazioni assunte dalla Commissione etica della Rai.
L'ultima (per ora) anomalia è costituita dalla vicenda della show girl Caterina Balivo, dal 2002 iscritta all’albo dei pubblicisti della Campania. Anche in questo caso il risveglio di Lucarelli è merito esclusivo dell’attenzione e della determinazione di Franz: nel giugno 2008 aveva inviato all’Ordine campano un esposto per segnalare che la Balivo faceva pubblicità in violazione della legge sull’ordinamento della professione giornalistica. Lucarelli ha forse dimenticato


Ottavio Lucarelli e Pierluigi Roesler Franz

la segnalazione in un cassetto e per tre anni la questione è stata dimenticata. E da un mese la Balivo è anche titolare di una rubrica sul Mattino, il quotidiano diretto da Virman Cusenza.
A settembre Franz è tornato alla carica. Questa volta ha indirizzato

l’esposto ai vertici dell’Ordine nazionale (Iacopino, Paissan e Ghirra), segnalando che la pubblicista Caterina Balivo “continua tranquillamente a fungere da testimonial pubblicitaria per Cannella, importante Casa di abbigliamento e moda, che è giunta al terzo posto assoluto a Miss Italia 1999, ha posato anche per foto osé e calendari di grande tiratura”. E Franz ha documentato i vari passaggi con una serie di allegati. Da Roma il fascicolo è stato trasmesso a Napoli per competenza e si è avviata la ricerca della Balivo, rintracciata soltanto alla terza raccomandata. Anche per la pubblicista-show girl l’appuntamento all’Ordine campano era previsto per il 30 novembre, ma gli impegni della Balivo hanno costretto il presidente dell'Ordine a fissare un'audizione speciale per sabato 27 novembre con i consiglieri che saranno disponibili. È annunciato il tutto esaurito.

(*) Da www.telegiornaliste.it
(**) Da www.tuttomercatoweb.com