|
 |
Doppio incarico per Falco
neo presidente Corecom |
 |
CON 36 PREFERENZE su 47 votanti il consiglio regionale ha eletto il 12 settembre Mimmo (Domenico) Falco presidente del Corecom campano. Ancora un giornalista, questa volta pubblicista dopo la presidenza di due professionisti ex Mattino, Gianni Festa e Lino Zaccaria. Due preferenze ha raccolto Marina Grillo (il terzo nome della terna presentata al consiglio è Arcangelo Sessa), mentre sono state nove le schede bianche e di queste sette sono del gruppo 5 Stelle.
Completano la squadra Corecom i consiglieri |
Pietro Marzano che ha raccolto 21 voti e Davide Conte che ne ottenuti undici.
L’Ansa dedica più lanci al neo presidente con il solito seguito di dichiarazioni mielose, il Mattino invece pubblica un articolo di Adolfo Pappalardo che riserva grande spazio al fatto che il figlio di Mimmo Falco, Luigi, lavora con i 5 Stelle; va però ricordato che il neo presidente è stato eletto con i voti del centro sinistra e di Forza Italia. |
--(a).jpg) |
Mimmo Falco |
|
|
Napoletano della Sanità, sessantasette anni da compiere a ottobre, Falco si è diplomato al liceo Genovesi (“nella mia classe c’erano il cardiologo Federico Gentile e l’ex senatore Nello
Palumbo”) e ha cominciato studi di Giurisprudenza mai terminati (“ma a Chieti ho conseguito la laurea triennale in Scienze sociali”).
La sua attività lavorativa si è svolta all’interno delle stanze della Regione Campania dove entra da impiegato nel ’73 ed esce da pensionato, come “funzionario dirigente”, il primo gennaio del 2015 dopo avere girato diversi settori, tra cui gli uffici stampa della Regione e dell’Ersac.
Sul versante politico nasce e si radica nella destra missina. Nel 1971 viene eletto consigliere di quartiere a Soccavo nelle liste del Movimento sociale allora guidato dal segretario Giorgio Almirante, nel ’76 segue il segretario della Cisnal Giovanni Roberti che dà vita a Democrazia nazionale. Nel ’94 a Caivano e nel ’96 a Fuorigrotta è candidato, senza successo, alla Camera dei deputati per il centro destra; torna in pista nel 2006 con la lista di Forza Italia per le comunali a Napoli ma non viene eletto.
Nel giornalismo muove i primi passi nella seconda metà degli anni Settanta scrivendo per il Roma articoli commissionati da Genny Bruzzano e Gianni Filosa e negli anni successivi per i fogli ischitani promossi da Domenico Di Meglio, poi fondatore e direttore del quotidiano il Golfo. Nel marzo del 1982 conquista il tesserino di pubblicista e lavora all’emittente Telelibera 63 dell’imprenditore Nando Rocco e in anni più recente alla tv Julie |
-(a).jpg) |
Giovanni Rossi |
|
dell’avvocato Lucio Varriale.
Asciutti i curricula professionale e giornalistico, Falco vanta invece un medagliere ricco sul fronte degli incarichi negli organismi di categoria, grazie soprattutto al fatto che negli anni Novanta diventa il delfino di Domenico
Castellano, per decenni dominus incontrastato della sterminata platea dei pubblicisti della Campania. Nel 1995 Falco viene eletto al consiglio nazionale |
|
dell’Ordine dei giornalisti di cui diventa vice presidente nazionale nel giugno del 2001 e mantiene la carica per due mandati, fino al luglio 2007.
È attivo anche sul fronte del sindacato: dal 2008 al 2009 è componente della giunta esecutiva della Federazione della stampa. Nei primi mesi del 2014 è coinvolto nella fine ingloriosa della ultracentenaria Associazione napoletana della stampa che a marzo viene radiata dalla Fnsi e ad aprile sciolta. Nei burrascosi incontri romani che precedono la radiazione il vice segretario Fnsi Giovanni Rossi intima al presidente del sindacato regionale Enzo Colimoro e a Falco di farsi da parte e a quest’ultimo ricorda che “i pubblicisti governavano durante quella gestione vergognosa del circolo della stampa”, che ha portato a un debito nei confronti del comune di Napoli di oltre tre milioni e mezzo di euro per il mancato pagamento dei canoni di locazione.
Dopo l’inabissamento dell’Assostampa Falco prova a riempire il vuoto e organizza il Mug, Movimento unitario giornalisti, che aspira a diventare un sindacato con quote di iscrizioni molto basse e comunque volontarie ma non otterrà il riconoscimento della Federazione della stampa.
Intanto nel 2008 è tornato a occuparsi di Ordine: a ottobre approda al consiglio campano con le elezioni suppletive convocate per sostituire lo scomparso Castellano. E, nonostante abbia più volte annunciato volontà di ritirarsi, Falco è ancora oggi componente dell’Ordine campano e subito dopo il voto per la presidenza del Corecom ha ufficializzato la sua candidatura alle |
prossime elezioni per l’Ordine regionale fissate per il primo ottobre. Ma c’è una incompatibilità tra le due cariche?
“Assolutamente no, - è la risposta secca di Falco – perché si crea una sinergia istituzionale nell’interesse dei giornalisti. In ogni caso la domanda va rivolta a chi mi ha preceduto al vertice del Corecom, Lino Zaccaria, che cumulava anche gli incarichi all’Ordine nazionale e all’Inpgi”. |
--(a).jpg) |
Vincenzo De Luca |
|
|
Sul doppio incarico abbiamo chiesto l’opinione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Il suo entourage ci fa sapere che il presidente del Corecom è stato eletto dal consiglio e probabilmente non c’è nessuna incompatibilità formale; sulla questione deontologica e di opportunità tutto è affidato alla sensibilità dell’eletto.
Di parere diverso alcuni tecnici del diritto. “L’Ordine è un ente pubblico – spiega un docente di Diritto amministrativo - così come lo è il Corecom, articolazione regionale dell’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni: per questo motivo ritengo che ci sia incompatibilità tra i due incarichi e anche un conflitto di interessi”. |
 |
|