L'articolo che non fa 'soffrire' le pratiche
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Cara Iustitia cara,
in quei ritagli di tempo che, in questa vita di frenesie e scadenze, non riempiono una mezza pagina, seguo con attenzione - e spesso con inquietudine - le storie d’ordinaria follia del tragicomico mondo del giornalismo campano. Tra le ultime vicende raccontate e segnalate sul tuo (e nostro) territorio di libertà telematica, c’è il praticantato ’esclusivo’ di Valerio Ceva Grimaldi e la kafkiana storia di Laura Cocozza. Nel primo caso, il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Campania (presidente Ermanno Corsi, vice Domenico Castellano, segretario Francesco Bufi, tesoriere Francesco Landolfo, consiglieri professionisti Ottavio Lucarelli, Umberto Nardacchione, Lino Zaccaria, e pubblicisti Maurizio De Tilla e Domenico Santonastaso), ha accolto la richiesta di praticantato del Ceva Grimaldi («esponente di punta dei Verdi del Vomero e intimo amico di Pecoraro Scanio»), nonostante il richiedente avesse contemporaneamente due contratti di lavoro col vincolo di esclusiva: uno alla Provincia e un altro presso una televisione locale diretta da Emilia Velardi Colasanti, moglie di Giovanni Lucianelli. Nel secondo caso, invece, da più di un anno e mezzo e con ben tre sessioni d’esame saltate, Laura Cocozza aspetta che l’Ordine dei giornalisti della Campania risponda alla sua richiesta di riconoscimento di praticantato d’ufficio. Due casi, due metri, due velocità: E nel secondo caso tempi di attesa eterni
Ma fino a che punto si può attendere? Fino a che punto si può stare alle decisioni (o meglio alle non-decisioni) di un’Ordine regionale che fa soffrire a tal punto una pratica da dimenticarne quasi l’esistenza? Come si può stoppare quella teoria di rimandi, negligenze, silenzi e disinformazione, che ruba tempo e salute a chi la subisce? Un modo c’è per liberare le pratiche dalla stagnazione degli Ordini regionali. Pochi ne sono a conoscenza, forse perché, alcune soluzioni è meglio non farle sapere troppo in giro.
Nel nuovo ‘Regolamento per la trattazione dei ricorsi degli affari di competenza del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti’ (approvato dal ministro della Giustizia il 18 luglio 2003, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il 26 luglio 2003), che ha introdotto parziali modifiche a circa due terzi degli articoli del testo del 1973, c’è un articolo che, per la sua forza innovativa, salvaguarda il giornalista dall’andamento lento dell’Ordine regionale. L’articolo in questione è il 40, che così recita: «Il soggetto che abbia presentato istanza di iscrizione o di reiscrizione all’Albo, al Registro dei praticanti e agli elenchi annessi ha facoltà di ricorrere al consiglio nazionale quando siano trascorsi 60 giorni dalla presentazione senza che il consiglio regionale o interregionale abbia provveduto a deliberare, o ad emettere un provvedimento istruttorio». Insomma, chi soffre di oscuri freni ha la possibilità di appellarsi a questa norma per scongelare pratiche in sofferenza all’Ordine regionale. E visti i tempi (biblici) che corrono, mai articolo fu più provvidenziale.
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Fausto Molosso
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Francesco Bufi |
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Maurizio De Tilla |
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Ottavio Lucarelli |
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Umberto Nardacchione |
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Santonastaso |
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Lino Zaccaria |
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