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Ufficio redattori capo
cammina a tre cilindri |
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FINO ALLA PRIMAVERA dell’anno scorso il gruppo di comando del Mattino, oltre al direttore Federico Monga, contava cinque unità: il responsabile Antonello Velardi, il vicario Francesco De Core, Aldo Balestra, Vittorio Del Tufo e Antonella Laudisi.
Con il trasferimento di De Core a Roma, con l’incarico di redattore capo del Corriere dello Sport (oggi è vice direttore), si sono ridotti a quattro. C’era poi la grave anomalia del doppio incarico di Velardi numero due del Mattino e dal giugno 2016 sindaco di Marcianise (con una pausa di dodici mesi), risolta il 13 novembre dall’editore con il licenziamento per |
“giusta causa” con effetto immediato.
L’ufficio dei redattori capo è oggi ridotto all’osso e Monga che fa? Dopo l’uscita di De Core ha cercato senza successo un sostituto e qualche mese dopo si è limitato a promuovere Del Tufo ‘vicario’ ma |
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Vittorio Del Tufo e Antonella Laudisi |
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oggi non si sa di chi dal momento che il responsabile non c’è più.
A fine ottobre al comitato di redazione (Maria Chiara Aulisio, Gerardo Ausiello, Paolo Mainiero e, per le sedi distaccate, Petronilla Carillo) il direttore ha confermato “la volontà di procedere a una riorganizzazione complessiva che però è subordinata ad alcuni fattori, tra i quali la disponibilità dell'azienda a concedere un'assunzione”.
Dopo l’uscita di Velardi le assunzioni dovrebbero essere due ma se il direttore parla di “disponibilità dell’azienda a concedere un’assunzione” non c’è da essere ottimisti. Potrebbe anche non arrivare nessuno e l'organico rimarrebbe a 47 unità, direttore escluso.
Comunque la soluzione più probabile sarà un contratto a uno dei precari storici che con gli sgravi fiscali costerà alla società davvero poco, soprattutto se la spesa viene commisurata allo stipendio che percepiva l'ex numero due
(nell’esposto alla Corte dei conti l’avvocato Dario Abbate e gli altri sette firmatari scrivono di 14.065,06 euro al mese).
L’assunzione di un giovane cronista precario lascia aperto il nodo del rafforzamento dell’ufficio centrale. In testa ai papabili c’è il capo della cronaca di Napoli Pietro Perone che il direttore stima e che già nel
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Aldo Balestra e Paolo Mainiero |
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giugno del 2019 contava di portare accanto a sé. L’operazione venne anche annunciata al cdr di allora (Adolfo Pappalardo, Marco Perillo, Federico Vacalebre e, per le redazioni distaccate, Petronilla Carillo) ma bloccata dall’azienda. |
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Una variante potrebbe essere la creazione di un tandem forte con Perone e Gianni Molinari, responsabile dell’Area globale ed ex numero uno della cronaca. Una scelta che certamente rafforzerebbe l’ufficio centrale ma lascerebbe nelle mani di Monga il puzzle non semplice della sistemazione delle caselle scoperte. |
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