Sangiuliano lascia
la scuola di Salerno

IL 4 FEBBRAIO si chiude il biennio della scuola di giornalismo dell’università di Salerno e il numero uno del Tg2 Gennaro Sangiuliano lascia la direzione della scuola che gli era stata affidata nel 2015 dall’allora rettore Aurelio Tommasetti.
Già un anno fa, anche a Iustitia, Sangiuliano aveva annunciato la sua intenzione di chiudere questa esperienza, poi nello scorso agosto ha formalizzato le dimissioni con una lettera al rettore Vincenzo Losa che gli ha chiesto di garantire la chiusura del biennio. “E l’ho fatto molto

volentieri – dice Sangiuliano – curando di persona, ovviamente con didattica a distanza come avviene dal marzo scorso per tutte le attività dell’università, due corsi da dodici lezioni in 'Storia del giornalismo' e 'Diritto dell’informazione'. E

Virgilio D'Antonio e Ilenia De Rosa

chiudo così un’esperienza molto positiva perché siamo abituati a confrontarci quasi sempre con persone come noi mentre il rapporto con i giovani apre orizzonti diversi e arricchisce il tuo lavoro”. Con il direttore andrà rinnovato l’intero staff che ha lavorato negli ultimi cinque anni al campus di Fisciano: il coordinatore dei tutor Mariano Ragusa, pensionato Mattino natali napoletani, sessantatré anni, dal '92 professionista; e i tutor Massimiliano Amato per la carta stampata, Salvatore Biazzo per la radio e la tv, Ilenia De Rosa per il web, il grafico Gianpiero Scafuri per i prodotti cartacei, mentre il tecnico per la tv, Massimo D’Argenio, è scomparso pochi giorni prima di Natale.
La pattuglia che andrà a sostenere gli esami per diventare giornalista professionista è formata da sette allievi; in partenza erano otto poi Gabriele Galluccio, dopo uno stage, è stato assunto a Milano al web di Libero. “Il numero ridotto degli iscritti – spiega Sangiuliano – è un problema da affrontare, anche perché i dati di Salerno non sono lontani da quelli di altre scuole. Ma questo è un punto sul quale occorre una riflessione profonda dell’Ordine nazionale e dell’intera categoria. L’appeal del nostro lavoro è crollato; è una professione bellissima ma da anni ormai vive una fase di profonda crisi. A un figlio oggi consiglierei di fare il medico, l’ingegnere o comunque un’attività a indirizzo scientifico”.
Che succederà ora a Fisciano? Toccherà al rettore Losa, al professore Virgilio D’Antonio, che guida il dipartimento di Scienze politiche e

Massimiliano Amato e Salvatore Biazzo

della comunicazione da cui dipende la scuola, e al gruppo di vertice dell’università decidere il futuro di un’iniziativa varata nell’autunno del 2006 con una squadra molto solida: il rettore Raimondo Pasquino, il direttore della scuola Biagio Agnes, il

coordinatore dei corsi Giuseppe Blasi, insegnanti come Mimmo Liguoro e Roberto Morrione, affiancati da due docenti di grande spessore, Emilio D’Agostino e Annibale Elia.
E chi potrebbe guidare la nuova scuola? “Per garantire una successione in continuità – risponde Sangiuliano– ho suggerito al rettore il nome di Mariano Ragusa che in questi anni ha lavorato bene”.