La Verità si dà all'ippica,
Napolipiù viene seppellito

DOPO DIECI ANNI, cinque mesi e dieci giorni scompare Napolipiù, quotidiano partenopeo partito con la testata La Verità. L’ultimo numero è andato in edicola il 25 maggio, il giorno successivo ha salutato i lettori Napolisport, il numero settimanale del lunedì.
La Verità nasce nel dicembre del 1997 per iniziativa di Giorgio Gradogna e della cooperativa Editoriale La Verità, che conta tra i soci fondatori Domenico Di Meglio, Enrico De Girolamo, Emilio Gioventù, Carmen

Plotino, Luigi Roano, Marco Di Bello e Antonio Di Costanzo, gli ultimi due rimasti fino in fondo a vivere l’avventura del giornale.
Il progetto editoriale è nella testata: l’obiettivo è


16 dicembre 1997/25 maggio 2008. Il primo e l'ultimo numero

diventare la voce dei vicoli, il quotidiano dei napoletani veraci, l’occhio critico nei confronti dei Palazzi; azzecca alcune campagne (ingaggia un duello con il cardinale Giordano; polemizza in maniera aspra con il prefetto Profili), tira fuori tante notizie, arrivano minacce e querele; ma non riesce a ritagliarsi uno spazio in edicola. E cominciano gli esperimenti alla ricerca della formula giusta: viene lanciata una nuova testata (è il settembre 2002); il formato viene via via ridotto; si tentano varie formule editoriali; il risultato in edicola però non cambia. A dare ossigeno alla cooperativa arrivano dal 2000 i contributi del finanziamento pubblico che consentono di regolarizzare le posizioni di giornalisti e amministrativi. Al momento della pubblicazione dell’ultimo numero, Napolipiù conta dodici redattori, di cui sette graduati: con il direttore Gradogna, Donatella Gallone, Marco Di Bello, Gabriele Scarpa, Maurizio De Santis, Antonio Di Costanzo e Antonio Vastarelli.
Un quadro contributivo Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, certo non ordinario nel panorama editoriale campano, connotato soprattutto da


La Verità del 23 dicembre 2000

precarietà e abusivato.
Nel 2007 il contributo dello Stato ha superato il milione e mezzo di euro; nonostante ciò il bilancio è in perdita. “Nell’ultimo biennio – dichiara Giorgio Gradogna, dalla fondazione anima del giornale, direttore responsabile di Napolipiù e amministratore unico della cooperativa Editoriale La Verità – abbiamo chiuso bilanci con un rosso profondo: soltanto nel 2007 le perdite hanno toccato i 440mila euro. La situazione era diventata ormai insostenibile, tant’è che già da un anno avevo annunciato la decisione di farmi da parte e sei mesi fa avevo presentato le dimissioni da amministratore. A questo punto come cooperativa

avevamo davanti tre strade: ricapitalizzare per azzerare le perdite attraverso
un finanziamento soci; mettere in liquidazione la società; lavorare a un piano editoriale che garantisse entrate diverse e più consistenti. Ne abbiamo discusso all’assemblea dei soci convocata nello scorso marzo e ho ricevuto il mandato di esplorare la terza ipotesi. Ho preso vari contatti e ho individuato un editore milanese, Giuseppe Tatarella, con il quale abbiamo concluso un accordo, che a fine aprile è stato approvato dalla cooperativa e subito dopo comunicato al comitato di redazione (Giuseppe Porzio, Gabriele Scarpa e Antonio Vastarelli) e all’Associazione napoletana della stampa.
L’intesa prevede la cessione da parte della srl Mercati popolari della proprietà della testata La Verità alla Risma spa per un importo di poco superiore al milione di euro, l’ingresso nella cooperativa Editoriale La Verità di nuovi soci

con competenze specifiche nel mondo dei cavalli e il trasferimento della sede operativa da Napoli a Milano”.
Poiché nessuno dei redattori di Napolipiù ha accettato il trasferimento a Milano, è stata decisa la messa in mobilità con il licenziamento dei dodici giornalisti in organico, operazione che verrà completata nell’arco di cinque mesi: sette redattori sono stati licenziati il 25 maggio, Gradogna sarà fuori dal 2 luglio, gli ultimi quattro (Bonardi, Del Prete, Porcaro e Vastarelli) andranno via ai primi di ottobre.
Ma chi è l’uomo che ha risolto i problemi di bilancio de La Verità? Sessantadue anni, origini pugliesi, natali milanesi, Giuseppe Tatarella, cugino


Il Trotto & Turf del 24 maggio 2008

dello scomparso Pinuccio Tatarella, vice presidente del consiglio nel primo governo Berlusconi, si è sempre occupato di editoria. “Per venti anni, dal 1969, - dichiara a Iustitia - ho lavorato alla Mondadori, occupandomi di vari periodici: Epoca, Panorama, Dolly, che ho praticamente inventato, Guida tv, Sale e pepe, Bolero, Storia illustrata, Confidenze. Nel 1989 l’ex presidente di Mondadori Sergio Polillo mi propose di occuparmi di giornali ippici: cominciai con Cavalli e corse, seguito da Trotto Sportsman, testate poi fuse ne Lo Sportsman fino al dicembre 2007, quando la cooperativa di cui faccio parte, la Coedip, ha deciso di camminare da sola con un nuovo quotidiano, Il Trotto & Turf (in inglese il mondo delle corse, ndr). Il giornale, che esce tutti i giorni e costa un euro e mezzo, ha una tiratura media di ventimila copie, il formato del Corriere della sera, una foliazione di 28 pagine che salgono a 48 il sabato e ha una redazione formata da undici giornalisti, direttori inclusi


Donatella Gallone e Marco Trentini

(Tatarella, dal ‘96 giornalista pubblicista, direttore editoriale e Marco Trentini direttore responsabile, ndr)”.
La Verità se ne va a Milano, Napolipiù viene seppellito, ma potrebbe risorgere in autunno come settimanale partenopeo di inchieste, con quattro o

cinque dei vecchi redattori guidati da Gradogna che per ora si occupa soltanto del bimestrale Charme, di cui è proprietario e direttore. Intanto con la cooperativa Edizioni Gazzette Maurizio De Santis è subito partito con un nuovo settimanale che recupera la testata utilizzata per il numero del lunedì, Napolisport.