Tgr, servizi ripetuti
e spettatori fregati

A CHI SCRIVE per un giornale, quotidiano settimanale mensile poco importa, non verrebbe mai in mente di pubblicare due volte lo stesso servizio. Questo non soltanto al New York Times o al Corriere della Sera ma anche alla Gazzetta di Petralia Sottana.
A tutti i giornalisti della redazione Rai di via Marconi, dal capo Oreste Lo Pomo agli ufficiali Coppola, Albano, Cappella, Castellano, Pocobelli Ragosta fino all’ultimo cronista, non soltanto viene in mente

ma viene anche ogni giorno messa in pratica.
Nel febbraio del 2018 Iustitia pensò di scalfire questa vergognosa abitudine pubblicando ogni settimana una rubrica, Ripetenti, con la classifica dei redattori più pigri che infliggevano agli indifesi telespettatori servizi già trasmessi. Nell’arco di

Antonio Conte

quattordici mesi sono stati censiti 2.788 servizi ripetuti con in testa alla classifica Luigi Carbone ed Enzo Perone con 128 ripetizioni. Ma se trasmettere più volte servizi uguali era un taglio notevole del lavoro per i responsabili di line e per gli autori, documentare questo scandalo costava una fatica enorme e nel maggio del 2019 la rubrica fu sospesa.
Negli anni ci sono stati anche tentativi interni ed esterni di porre un argine a questa assoluta mancanza di rispetto dei telespettatori che con il canone pagano gli stipendi dei giornalisti Rai. Il tentativo interno lo ha fatto il lucano Renato Cantore che nell’ottobre del 2015 venne nominato vice direttore della Tgr con sede a Napoli e supervisione delle edizioni dei tg del Sud peninsulare. Nel gennaio del 2016, con un capo

Renato Cantore

redattore evanescente come Antonello Perillo, vietò la ritrasmissione dello stesso servizio. Per alcune settimane il divieto funzionò, poi la stretta cominciò ad allentarsi e saltò del tutto con il pensionamento di Renato Cantore.
Il tentativo esterno è di Francesco Luise, imprenditore degli ormeggi a Mergellina, che

con un post su Facebook del gennaio 2023 chiedeva ai responsabili della sede Rai di Fuorigrotta di interrompere la messa in onda di servizi già trasmessi, anche “diversi giorni prima”. “Fate qualcosa, scriveva Luise, e ponete rimedio. Non meritiamo questo”. Ovviamente una protesta così civile è stata totalmente ignorata.
Cosa è cambiato in questi anni? In sostanza niente. E persino su un fronte seguitissimo come il Napoli Calcio a via Marconi non si vergognano di trasmettere due volte lo stesso servizio. È mercoledì 23 ottobre, mancano pochi giorni al match al Maradona tra Napoli e Lecce, la città che ha dato i natali all’allenatore degli azzurri Antonio Conte. Vittorio Marotta prepara il servizio che va in onda nel tg delle 19,35. Per prepararlo il redattore deve avere compiuto uno sforzo titanico e sulla partita con i salentini ha esaurito tutte le cartucce. Risultato:

il giorno successivo viene trasmesso lo stesso identico servizio. Chissà come avranno fatto ad arrivare fino al sabato, il giorno dell’incontro.
Rimane da segnalare chi cerca di aggiornare la pura ripetizione. A metà settembre Enzo Calise, ora inviato dopo essere stato vice direttore del Tg2 chiamato dal direttore Gennaro

Vittorio Marotta
Sangiuliano, è andato nel Cilento, a Castellabate, la località resa famosa dal film Benvenuti al Sud con Claudio Bisio e Alessandro Siani. Fa alcune interviste e il 19 settembre il tg delle 14 trasmette il servizio.
Poi recupera qualche dichiarazione non utilizzata, la aggiunge al primo testo, senza modificare una virgola, e firma un ‘nuovo’ servizio che va in onda dopo undici giorni in Buongiorno Regione del 30 settembre.