Rai Na: cdr confermato,
Cantore va in pensione

IL 10 FEBBRAIO Gianfranco Coppola, presidente della commissione elettorale completata da Letizia Cafiero, Enzo Calise, Giuseppe De Caro, ha reso noto il risultato del voto per il rinnovo del comitato di redazione. Tre candidati e tre eletti: Pellegrino, detto Rino, Genovese venti preferenze, Fabrizio Cappella dodici, Diego Dionoro undici.
Risultato netto che può essere interpretato come un segnale di fiducia verso i sindacalisti uscenti, ma guardando con attenzione i dettagli del voto appare più

attendibile una lettura diversa. Su quarantaquattro aventi diritto al voto, dodici non si sono presentati al seggio e cinque hanno scelto la scheda bianca. In totale diciassette redattori, poco meno del 40 per cento, si sono 'astenuti' per esprimere disinteresse o sfiducia nei confronti dei rappresentanti sindacali la cui attività nell’ultimo biennio è stata impalpabile. La conferma arriva dal confronto con il risultato di due anni fa

Gerardo Greco

quando la candidatura di Cecilia Donadio fu stoppata da una guerra frontale organizzata da piccoli caporali, che organizzarono riunioni con i redattori più giovani per impedire l’elezione di una giornalista non controllabile e non schierata. La lezione è servita perché questa volta nessuno ha voluto esporsi. Ed è utile anche l’esame delle preferenze del febbraio 2015: le facce ‘pulite’ di Cappella e Dionoro furono premiate dall’urna: ventitré voti il primo e ventuno il secondo, sul loro lavoro il giudizio dei redattori è oggi negativo perché i due registrano preferenze dimezzate.
Anche se di poco, cresce invece il consenso del più chiacchierato dei tre, Genovese, al quinto mandato come cdr, che in due anni passa da diciotto a venti voti, pur essendo stato protagonista di episodi gravi a cominciare dalle aggressioni verbali alle redattrici Cecilia Donadio (da lui etichettata come “la cessa di Posillipo”), Anna Teresa Damiano e Francesca Ghidini, accusata di essere una fan della Terra dei fuochi. Aggressioni sulle quali tutti i dirigenti, dai capi della redazione, Milone e dal febbraio 2013 Perillo, fino ai

Marcello Sorgi

direttori della Tgr, Casarin e dall'ottobre 2013 Morgante, hanno fatto finta di niente, come del resto il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani al quale Cecilia Donadio aveva scritto chiedendo di essere tutelata.
Dal 3 marzo arriva a via Marconi Alessandra Barone, proveniente dalla sede di Campobasso dove è approdata nel dicembre 2013 come vincitrice del concorso Rai riservato ai professionisti già

attivi in azienda con “altra forma contrattuale o utilizzati con contratti atipici”. Napoletana, trentasei anni, da otto professionista, Alessandra Barone, che prima di vincere il concorso era autrice testi del programma Chi l’ha visto?, andrà a occupare la scrivania di Enzo Miglino che si trasferisce a Roma alla trasmissione Agorà di Gerardo Greco, in onda su Rai Tre dalle otto alle dieci dal lunedì al venerdì.
Miglino lascia Napoli per motivi familiari (la moglie vive e lavora a Roma) e professionali. Quattro anni fa ha partecipato al concorso bandito dalla Rai per regolarizzare le posizioni dei professionisti che erano in qualche modo già interni all’azienda e su duecento candidati è risultato il migliore secondo il giudizio della commissione guidata da Marcello Sorgi, ex direttore della Stampa e del Tg1. Chi ha letto il suo curriculum, tre anni da producer a New York con il Tg2 e quattro stagioni a Ballarò con Giovanni Floris, si è reso conto che aveva un passo superiore alla media dei giornalisti di Fuorigrotta. A Napoli ha provato a inventarsi qualche piccola cosa come le inchieste in più puntate girate con la telecamera nascosta sui tassisti e i parcheggiatori abusivi, ma ha capito che con vertici evanescenti e clima spento non c’erano grandi margini. Allora perché restare nelle serie inferiori se si può giocare in serie A?

Chiudiamo con Renato Cantore, il vice direttore della Tgr con la delega a seguire le redazioni del Mezzogiorno peninsulare che il 18 febbraio compie sessantacinque anni e va in pensione.
Nasce a Potenza nel 1952, si laurea in Filosofia a Napoli alla Federico II, nel ’79 come vincitore di un concorso nazionale per praticanti giornalisti bandito dalla Rai viene assunto alla sede della Basilicata. Nel gennaio del 1982 diventa professionista e

Giovanni Floris

riceve, insieme a un altro giornalista del Mezzogiorno, l’encomio della commissione d’esame, dal 1999 al 2010 guida la redazione Rai di Potenza. Cantore è stato anche molto attivo negli organismi di categoria: ha fondato e diretto l’Assostampa regionale e presieduto l’Ordine lucano, è stato consigliere della Federazione della stampa e responsabile dell’Inpgi della Basilicata. Nel luglio 2015 viene promosso vice direttore della Testata giornalistica regionale e dal primo ottobre successivo assegnato alla sede di Napoli come supervisore dei tg del Mezzogiorno peninsulare. Ha provato a intervenire sulle distorsioni più vistose dell’informazione fornita dalla sede partenopea, ma da esterno alla redazione ha potuto incidere poco. Tra le battaglie perse va ricordato il divieto di ripetere lo stesso servizio in più edizioni del tg rispettato soltanto per qualche settimana, poi del tutto ignorato tanto che ogni giorno gli indifesi telespettatori devono sorbirsi anche due o tre servizi identici piazzati in Buongiorno Regione e nei tg della 14 e delle 19,35. Nella sua Potenza forse della redazione partenopea gli mancherà soltanto il suo ufficio all’attico di via Marconi.