La "cessa di Posillipo"
e la fan Terra dei fuochi

SABATO 11 APRILE, durante la riunione di redazione del mattino alla Rai di via Marconi, c’è un attacco violento del capo servizio Rino Genovese nei confronti dell’inviata Francesca Ghidini. Qualcuno propone un servizio sulla madre di Orta di Atella, in provincia di Caserta, che ha visto il suo bambino morire di tumore; la Ghidini prova a dire che il bambino non ha vissuto nel Casertano ma in un comune del Salernitano e che bisogna stare attenti a non fare semplificazioni e scaricare tutto sulla Terra dei fuochi, ma viene stoppata da Genovese che alza la voce e attacca con foga la giornalista perché non se

ne può più dei veleni della Terra dei fuochi e della campagna di criminalizzazione che sta massacrando l’economia della zona. La Ghidini scoppia in lacrime e alcuni dei presenti, tra questi il capo redattore Antonello Perillo, cercano di placare Genovese che

Francesca Ghidini e Antonello Perillo (*)

si acquieta e chiede scusa. Fine del primo tempo, passiamo al secondo.
Le secchiate d’acqua sembrano spegnere l’incendio, ma non è così e il fuoco si riaccende subito. Genovese esce dalla riunione e sente che Anna Teresa Damiano sta commentando con espressioni forti l'accaduto con Ettore De Lorenzo e interviene con urla e parole ancora più ruvide di quelle usate con la Ghidini; questa volta Perillo non c’è, perché forse provato dal primo scontro si è rifugiato lontano. E il confronto duro tra i due va avanti per un po’.
Contrasti aspri, a volte insulti, più raramente risse accadono in quasi tutte le redazioni; allora perché occuparsi delle intemperanze di Genovese? Per almeno tre motivi. Il primo. Nel gennaio di due anni fa Genovese aveva attaccato con veemenza due giornaliste, Cecilia Donadio e Anna Teresa Damiano. E due giorni dopo l’attacco era stato ripetuto nei confronti della Donadio, definita poi in un sms inviato per errore alla Damiano, “la cessa di Posillipo”. Dopo avere abbozzato una difesa, Genovese era stato costretto a

Anna Teresa Damiano e Rino Genovese

dimettersi dal comitato di redazione.
Il secondo motivo. Nel 2013 Genovese era componente del cdr, con Ettore De Lorenzo e Silvio Luise; oggi Genovese è al quarto mandato come componente del cdr (con Fabrizio Cappella e

Diego Dionoro) e fa parte del coordinamento nazionale di tutti i cdr della Tgr, la testata giornalistica regionale. E questo ruolo di rappresentante sindacale impone una più alta responsabilità e sensibilità.
Ma se chi non si autocontrolla passa indenne attraverso vari episodi critici e mantiene incarichi sindacali di rilievo nazionale, può convincersi che in fondo ogni espressione e ogni comportamento è lecito o, comunque, tollerato.
Il terzo motivo. Quando Cecilia Donadio venne attaccata e offesa raccolse le firme per convocare un’assemblea di redazione e scrisse una lettera al segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani raccontando nel dettaglio i ripetute attacchi e le espressioni volgari e offensive usate (tra l’altro, le aveva detto: “sei una stronza, una cessa, vaffanculo”). Interpellato da Iustitia, Di Trapani dichiarò: interverremo al momento opportuno. Sono trascorsi più di due anni, ma ‘il momento opportuno’ non è ancora arrivato. Ma il segretario dell’Usigrai non è un’eccezione. Dai vertici dell’azienda (il direttore generale

Luigi Gubitosi e il direttore della Tgr, la testata giornalistica regionale, Vincenzo Morgante) fino ai capi e ai capetti partenopei (dal vice direttore della Tgr Carlo Verna, che alloggia all’attico di via Marconi, al redattore capo di Napoli Perillo ai componenti del

Vittorio Di Trapani e Luigi Gubitosi (**)

cdr) sono tutti determinati a far finta di niente e andare avanti. In fondo quali vantaggi porterebbe far scoppiare il caso, chiedere rapporti più corretti e sanzioni per chi prevarica o aggredisce? Nessuno. Allora tanto vale tenersi stretti il ritmo tranquillo della vita Rai che, come si diceva una volta, “paga bene e non licenzia mai” e non hai nessuno che ti chiede conto se ometti notizie importanti o mandi in onda servizi su fatti minimi o insignificanti.


(*) Da www.wikipedia.org
(**) Da www.dagospia.com